Il biologico italiano continua a crescere, ci sono 300mila ettari in più
Ferrante: «La crescita di questo settore utile anche per il valore che ha per la mitigazione dei cambiamenti climatici»
[26 Ottobre 2017]
«Quello del biologico non è più un mercato di nicchia», ha dichiarato ieri il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, intervenendo al workshop promosso a Roma insieme al Kyoto club. E i numeri gli danno ragione. Secondo una ricerca condotta da Sinab per il ministero delle Politiche Agricole i terreni a coltivazione biologica nel 2016 si sono espansi di circa 300mila ettari in più rispetto all’anno precedente; una superficie pari alla provincia di Bologna. Inoltre, i tassi di crescita segnalano un +20% rispetto al 2015 per quanto riguarda le superfici coltivate, gli operatori impegnati ed i consumi.
«Nel futuro – ha aggiunto Giansanti – aumenterà certamente la richiesta di prodotti a forte valore aggiunto, come quelli di origine animale (latte, yogurt, formaggi) e vegetale. Ma non bisogna dimenticare che sposare il biologico significa sposare un’idea e non inseguire una moda o una semplice promessa di maggior peso economico delle produzioni».
I promotori del workshop hanno dunque ricordato come anche il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina abbia evidenziato come l’approvazione della legge nazionale sarebbe «un intervento necessario per un settore che ormai ha superato i 5 miliardi di euro di valore e che fa sempre più parte del carattere distintivo del modello agricolo italiano». Al proposito la senatrice Maria Teresa Bertuzzi ha illustrato le novità del testo unico sullo sviluppo dell’agricoltura biologica, di cui è relatrice al Senato – il provvedimento è stato approvato in commissione Agricoltura ed attende di essere esaminato dall’aula –, spiegando che «quello del bio è un settore che negli ultimi anni ha registrato un notevole dinamismo che ha messo in corsa il legislatore che si era trovato un passo indietro. L’obiettivo però non è solo quello di aggiornare la normativa ma di individuare nuovi strumenti più idonei affinché l’agricoltura biologica possa essere valorizzata in pieno».
Tra le novità previste nel testo unico vi sono nuovi sistemi di aggregazione e di decisione politica per gli imprenditori di tutta la filiera, coniugandoli con le politiche locali; la possibilità di costituire un’organizzazione interprofessionale del bio; la creazione dei distretti biologici; la migliore definizione dei ruoli e delle compagini delle organizzazioni dei produttori.
Un modo spingere l’acceleratore sulla filiera del biologico che, oltre a garantire sempre più significativi apporti dal punto di vista produttivo ed occupazione, migliora anche il profilo ambientale del Paese: «Le politiche nazionali ed europee hanno favorito la crescita di questo settore anche per il valore che ha per la mitigazione dei cambiamenti climatici – ha sottolineato al proposito il presidente del Kyoto Club Francesco Ferrante – Il nostro Progetto Life+ ORGANIKO rappresenta un’importante esperienza nella determinazione del valore ambientale dell’agricoltura biologica».