Nasce l’Arera: l’Autorità di regolazione per l’energia, reti e ambiente
Con l’approvazione dell’ultima legge di Bilancio all’Autorità per l'energia elettrica il gas ed il sistema idrico (Aeegsi) viene affidato il ruolo di regolatore anche il mondo dei rifiuti
[27 Dicembre 2017]
La XVII legislatura della Repubblica è ormai agli sgoccioli, e lo scioglimento delle Camere da parte del presidente Mattarella si avvicina a grandi passi: forse il liberi tutti arriverà già domani, in ogni caso entro la fine dell’anno. Ma dall’approvazione della legge di Bilancio 2018 – l’ultimo lascito del Parlamento – arriva un altro segnale importante per una migliore economia circolare nel Paese, dopo l’introduzione di un (pur minimo) credito d’imposta per l’acquisto di prodotti derivati da materiali riciclati: la costituzione dell’Arera, l’Autorità di regolazione per l’energia, reti e ambiente.
L’emendamento Pd firmato da Giorgio Santini e inserito in legge di Bilancio, infatti, prevede che all’attuale Autorità per l’energia elettrica il gas ed il sistema idrico (Aeegsi, nella foto l’attuale presidente Guido Pier Paolo Bortoni) venga affidata – come più volte richiesto dalle imprese di settore – competenza anche sui rifiuti.
Che cosa cambia? Sono molte le novità previste in termini di regolazione e controllo in capo alla rinnovata Autorità, tanto che – come spiega oggi sulle colonne del Corriere Fiorentino il presidente di Confservizi Cispel Toscana, Alfredo De Girolamo – la nascita dell’Arera rappresenta una «novità di enorme importanza. Per esempio, la nuova Autorità dovrà provare a definire dei costi standard, per mettere ordine nella giungla attuale dei costi unitari nelle diverse regioni italiane e stimolare efficienza gestionale e di sistema, e dovrà regolare meglio il contributo Conai ai Comuni per le raccolte differenziate mettendo in campo una proposta sensata su tassazione ambientale (discarica) ed incentivi (termovalorizzazione, riciclo, biogas). Inoltre, l’Autorità dovrà definire meglio il perimetro dei servizi di gestione dei rifiuti urbani e dare linee di indirizzo per le gare di ambito e regolare gli impianti di interesse nazionale. Infine dovrà contribuire alla realizzazione di un meccanismo più adeguato e razionale di remunerazione, che tuteli imprese e consumatori in una corretta applicazione del principio “chi inquina paga”, scongiurando nuovi caos sulla Tari».
Una rivoluzione dunque per il settore, che non sarà semplice convertire in pratica – e su questo punto naturalmente si misurerà il cambiamento – ma che almeno in teoria rappresenta un importante passo avanti per la gestione dei rifiuti in Italia. La creazione dell’Arera ha rappresentato, anche in occasione della redazione dell’ultimo Waste strategy annual report, uno dei punti fondanti per l’auspicato cambio passo, ma non sono da meno gli altri elementi messi in evidenza nel rapporto: stabilità normativa, redazione di un Piano impiantistico nazionale e un Piano di comunicazione sul ciclo dei rifiuti tra tutti. Su questi il blocco è ancora totale.
L. A.