Orangutan torturati, uccisi e decapitati nel Borneo (ATTENZIONE IMMAGINI FORTI)
Un altro caso di orango ucciso e gettato in un fiume. Ma i colpevoli restano impuniti
[18 Gennaio 2018]
Le forze dell’ordine indonesiane stanno indagando sulla morte di un maschio di orangutan del Borneo (Pongo pygmaeus) il cui corpo senza testa e apparentemente torturato è stato trovato il 15 gennaio nel fiume Barito, a Buntok nel Borneo centrale. Un altro orango era stato ritrovato morto nello stesso fiume nel maggio 2016 e altri corpi di orangi uccisi e mutilati sono stati segnalati nel fiume Sangatta, nell’East Kalimantan.
A trovare il primate mutilato nell’acqua è stato un abitante del villaggio nel distretto di South Barito, nella provincia di Central Kalimantan (nel Borneo indonesiano) e secondo Adib Gunawan, il capo dell’agenzia provinciale del Kalimantan per la conservazione della fauna selvatica., «Sembrava che il corpo fosse rimasto nell’acqua per due giorni prima di essere trovato». Quel che restava dell’orangutan era decapitato, privoto completamente dei peli e ricoperto di ferite. Chi aveva realizzato il feroce scempio aveva anche tagliato via le braccia alla grande scimmia antropomorfa e tutto sta a indicare prima di essere ucciso sia stato torturato.
Adib ha detto: «Ci stiamo coordinando con la polizia per indagare su questo caso», ma gli ambientalisti criticano duramente proprio le modalità frettolose con la quale è intervenuta la polizia che, dopo aver effettuato una ricognizione preliminare sui resti dello rango, li ha seppelliti per «paura della diffusione di malattie», mentre gli ambientalisti chiedevano che venisse effettuata un’autopsia per capire le cause e le modalità della morte.
Ramadhani, che dirige il the Center for Orangutan Protection, fa notare che « L’immediata sepoltura degli oranghi equivale a un’immediata del caso, quindi non si potrà risalire ai possibili sospetti. Una necroscopia sarebbe stata essenziale per scoprire come è morto l’orangutan, aiutando così le indagini. Avremmo potuto controllare i suoi polmoni per vedere se l’orangutan è morto per annegamento o è stato ucciso prima di essere gettato nel fiume. Le morti della fauna selvatica non devono essere prese alla leggera. Si dovevano seguire le procedure prima di seppellire il corpo».
La lista Rossa classifica l’orangutan del Borneo come specie “in pericolo critico”, cioè a un passo dall’estinzione in natura. Le principali minacce alla sopravvivenza di questa specie così simile all’uomo – ma certamente meno crudele e molto più pacifica . sono la perdita di habitat, a causa dell’abbattimento delle foreste del Borneo per far posto a monocolture come la palma da olio e alle miniere, e il bracconaggio per il commercio illegale di animali da compagnia
Le imprese delle piantagioni di palma da olio considerano gli oranghi dei parassiti perché mangiano i frutti delle palme. Già m nel 2005 uno studio di Friends of the Earth denunciava che una di queste compagnie presenti nel Kalimantan centrale pagava 150.000 rupie (circa 10 dollari) per ogni orangutan ucciso, una cifra irrisoria per noi ma un bel gruzzolo nel Borneo.
Gli oranghi catturati vivi possono valere molto di più: fino a 1 milione di rupie (70 dollari) nel Kalimantan, ma l’ Orang Utan Republik Foundation dice che quando arrivano clandestinamente nei principali mercati di Java possono valere tre volte di più.
Adib ha detto che la sua agenzia incentiverà i programmi di sensibilizzazione delle comunità per far capire all’opinione pubblica la necessitò di proteggere la fauna locale.
Ai sensi della legge sulla conservazione della fauna selvatica indonesiana, chi uccide, commercia, tiene in custodia o trasporta specie protette come gli oranghi, può essere condannato fino a 5 anni di carcere e subire multe fino a 100 milioni di rupie (7.000 dollari), ma la legge viene applicata poco e male e i bracconieri difficilmente si trovano a dover rispondere delle loro azioni per aver ucciso o commerciato in queste grandi scimmie.