Riceviamo e pubblichiamo
La Danimarca amica dell’ambiente, spiegata da chi ci abita
Pale eoliche e biciclette si coniugano con un tessuto sociale favorevole alla sostenibilità
[23 Gennaio 2018]
COPENHAGEN. Il fatto più importante di cui parlare è probabilmente quello dei combustibili fossili e la Danimarca negli ultimi anni ha veramente dimostrato di poterne fare sempre più a meno. Si pensi che nel 2015 si potevano contare circa 5000 pale eoliche che tutt’ora producono in media 5 MegaWatt ciascuna in energia elettrica. Solamente 320 di queste basterebbero per arrivare allo stesso livello di produzione elettrica di una centrale termonucleare che tra l’altro produce circa 3 metri cubi di scorie redioattive all’anno.
La notizia che mesi fa ha fatto il giro del mondo spiegava quanto il paese avesse investito e stesse continuando ad investire su questa forma di energia. Basti pensare che ad oggi circa il 45% dell’energia consumata dai danesi è di origine eolica, mentre nel 1990 solo il 2%. Non finisce qui. Il governo ha dichiarato di voler investire dai 42 ai 46 milioni di euro entro il 2020, anno in cui il consumo di energia eolica raggiungerebbe, secondo le stime, quota 50%. È un piano veramente ambizioso, ma non impossibile.
È evidente che i danesi abbiano le idee chiare su questo, ma allora perché il resto dell’Europa investe in direzioni totalmente opposte (nucleare)? È evidentemente una questione economica. Secondo EDF infatti produrre 1 MegaWatt ora di energia elettrica con una centrale nucleare costa 49.5€, con pale eoliche sulla terraferma 82€ e con pale eoliche in mare 220€. I numeri dicono tutto.
Ma il vasto uso di energia eolica non è tutto ciò che la Danimarca si impegna a fare per preservare un bene così importante. Che sia una semplice passeggiata nel week end o una stressante giornata lavorativa i danesi amano pedalare, e Copenaghen ne è un esempio lampante. Sembrerà strano, ma nella capitale il 90% dei cittadini ha una bicicletta, ma soltanto il 40% ha un’automobile, ed in media ciascuno percorre circa 3.3km al giorno. Se calcoliamo il totale dei km percorsi in tutta Copenaghen in un giorno allora la quota sale a 1.4 milioni, ma c’è da aspettarselo quando il numero delle bici è 5 volte quello delle macchine.
Il comune di Copenaghen non si accontenta e decide di fissare degli obiettivi da raggiungere entro il 2025 tra cui aumentare fino al 50% le persone che viaggiano in bici, ridurre i ciclisti rimasti feriti in un incidente del 70%, e costruire nuove piste ciclabili.
La FiBL (l’istituto svizzero della ricerca per l’agricoltura biologica) rivela alcuni dati emersi da uno studio e sostiene che la Danimarca sia il paese con il maggior consumo di cibi biologici, l’8.4% di cibi venduti sono di origine biologica, ma non è tutto. È anche noto che la spesa pro capite danese per questi prodotti è di circa 191€ ogni anno, seconda solo alla Svizzera che raggiunge addirittura quota 262€.
Il governo danese esorta in maniera particolare i cittadini ad avere cura dell’ambiente, in genere l’inquinamento atmosferico in Danimarca è basso rispetto alla media europea anche perché molte persone utilizzano la bici, ma il Consiglio ecologico danese ha programmi ambiziosi e talvolta concede degli incentivi molto interessanti. Forse non tutti sanno che in questo paese quando si compra un veicolo a motore sotto i 40 quintali bisogna pagare due tasse: la tassa di registrazione e la Green owner tax annuale. Quest’ultima dipende dall’efficienza del motore del veicolo e varia da 2740 € (per i veicoli che viaggiano meno di 4,7 km per litro), a 83 € (per quelli che viaggiano più di 20 km con un litro). Questa legge è stata introdotta nel 2007 proprio con lo scopo di incentivare i cittadini ad acquistare automobili efficienti e ridurre drasticamente le emissioni di CO2.
Sembra proprio che siano riusciti nell’intento, infatti stando al grafico, nel 2013, il 73% dei nuovi veicoli registrati percorrono più di 20km/L, mentre solo il 7% sta sotto i 16 (The Danish Statistical Bureau).
Con questa serie di abitudini e investimenti la Danimarca vuole essere un paese amante della natura a tutto tondo, mantenendo l’ambiente pulito anche per le generazioni future e limitando in parte il riscaldamento globale.
di Luca Milani