Giornate di Palermo, il 26 e 27 novembre la città si prepara per la Cop 21 di Parigi
[23 Novembre 2015]
Palermo il 26 e 27 novembre 2015 si prepara per la Cop 21. In questa occasione abbiamo chiesto al Prof. Aurelio Angelini di illustrarci i Temi delle Giornate di Palermo, che avranno nel 29 novembre 2015 il naturale proseguimento con la Marcia per il Clima:
“La Conferenza sulla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico che si terrà a Parigi a partire dal 30 novembre 2015, rappresenta un’occasione storica. La posta in gioco è la tenuta termodinamica del Pianeta.
Il sistema energetico fossile-nucleare globale si è dimostrato inadeguato a rifornire di energia tutta la popolazione del Mondo. Un terzo dell’umanità è rimasta esclusa. Non c’è solo il problema dei cambiamenti climatici; bussa alle porte la questione dell’ESODO AMBIENTALE, rappresentato da un cerchio crudele che unisce il global warming: siccità, deforestazione, scarsità di risorse, povertà e guerre. La simulazione delle conseguenze climatiche associate ad un aumento delle concentrazioni rappresenta uno dei compiti più difficili che ci attendono i negli anni a venire. L’aumento di temperatura ha degli effetti su fenomeni climatici elementari i quali, a loro volta, influenzano il clima.
L’accordo su cui si sta lavorando in vista del vertice di Parigi, dovrà attuare un cambiamento di paradigma, prendendo in conto la sfida climatica anche come un’opportunità per un nuovo modello di economia più forte, basata sulle risorse naturali. Gli scienziati hanno convenuto che in assenza di misure di contenimento e/o riduzione delle emissioni e delle concentrazioni, la temperatura globale media della Terra aumenterà fino a 5°C entro il 2100. Comunque si valutino, gli aumenti di temperatura previsti dall’IPCC sono di un ordine di grandezza considerevole. Per trovarne di simili, ma di segno opposto, bisogna risalire alla fine dell’ultima glaciazione (18.000 anni fa), quando la temperatura media era di 3-4°C più bassa di quella attuale. In quelle condizioni molte parti dell’Europa erano completamente ghiacciate. Tuttavia il tempo necessario per questo cambiamento è stato molto diverso. L’era glaciale si è protratta per migliaia di anni, mentre i possibili effetti dell’odierno cambiamento si realizzerebbero in un tempo brevissimo, cioè circa 80/100 anni.
Tra gli effetti certi di questo aumento di temperatura va annoverato l’incremento delle piogge a livello planetario. La maggiore temperatura favorisce infatti l’evaporazione dell’acqua. Considerata certa anche la riduzione della calotta di ghiaccio del Polo Nord che, da una parte, esercita un effetto positivo sulla temperatura poiché riduce la superficie riflettente, dall’altra, assieme ad una maggiore quantità d’acqua che dalle montagne andrà verso il mare e ad un’espansione fisica degli oceani, causerà anche un incremento del livello dei mari. Non considerando il problema della calotta del Polo Nord, sul quale regna una maggiore incertezza, si prevede un’espansione delle acque tra i 5 e i 40 centimetri sul livello medio attuale. Tra gli effetti considerati probabili invece potremmo aspettarci un incremento degli eventi estremi (come ondate di calore, innalzamento del livello del mare, precipitazioni violente, gravi siccità) sono in aumento, mentre l’esposizione e la vulnerabilità a questo tipo di eventi sono determinanti per valutazione e la gestione del rischio di ogni attività economica o sociale.
Le scelte che adottiamo oggi saranno decisive per affrontare una delle sfide più complesse e importanti, le cui conseguenze negative hanno un’elevata rilevanza per economie e società, non solo per l’ambiente, ed anche per coglierne l’opportunità per rinnovare i sistemi economici e introdurre innovazioni tecnologiche e sociali.
Ai decisori politici si chiede di assumere come prioritarie le iniziative sul clima adottando misure efficaci per limitare le emissioni di gas serra. Alle istituzioni di aumentare le risorse per la ricerca per lo studio delle scienze del clima, degli impatti, della mitigazione e delle tecnologie. Alla comunità internazionale di sottoscrivere al vertice di Parigi, un accordo forte con misure efficaci e obiettivi equi di riduzione delle emissioni di gas serra, di approntare le risorse finanziarie necessarie a sostenere la transizione dei Paesi in via di sviluppo verso un’economia “zero carbon”. Alle imprese di utilizzare tecnologie per ridurre l’impatto delle fonti fossili.”
di Francesco Cancellieri, Centro educazione ambientale Messina