ARPAT e i dati di Goletta verde
[22 Agosto 2013]
Come ogni anno (dal 1986), Legambiente ha recentemente presentato i risultati della campagna ‘Goletta verde’, dopo aver effettuato alcuni campionamenti lungo le coste toscane, cercando di cogliere, soprattutto, le zone a maggiore criticità, laddove sono presenti divieti permanenti di balneazione e/o vi sono le foci di corsi d’acqua in aree urbanizzate. Infatti, lo scopo principale della campagna itinerante di Legambiente è quello di sensibilizzare cittadini ed amministratori sulla tutela dell’ambiente e, in particolare, delle acque e delle coste, conducendo una battaglia contro la mancata depurazione, l’abusivismo, la speculazione edilizia ed altre problematiche.
ARPAT oggi pubblica sul suo sito (ARPATnews 173-13 ) una relazione nella quale illustra dettagliatamente le modalità con le quali effettua il controllo delle acque di balneazione ed entra nel merito della situazione dei punti critici segnalati da Legambiente.
La necessità di migliorare la gestione della risorsa idrica è comune a tante Regioni italiane ed anche in Toscana è importante continuare ad investire in questo campo, in particolare per completare e adeguare le reti fognarie e per potenziare il sistema di trattamento, con l’obiettivo di assicurare il convogliamento di tutte le acque di scarico ad impianti di depurazione efficienti: l’associazione regionale delle aziende che gestiscono il Servizio idrico integrato in Toscana (Confservizi Cispel Toscana) stima che siano necessari investimenti per oltre un miliardo di euro (vedi anche le notizie pubblicate sul sito Web ARPAT in merito ai depuratori).
Questo tuttavia, come attesta anche Legambiente, non inficia una situazione complessivamente molto buona delle acque di balneazione della nostra regione.
La qualità delle acque di balneazione (sia costiere che interne, come, ad es., il lago di Bilancino) è determinata secondo quanto previsto dalla normativa europea e nazionale: si effettuano prelievi mensili durante la stagione balneare (da aprile a settembre, sono analizzati oltre 1600 campioni) ed analisi dei 2 parametri microbiologici (Escherichia coli ed enterococchi intestinali). [sulle modalità di diffusione dei dati sulla balneazione vedi ARPATnews 158-13 , sulle modalità di effettuazione dei campionamenti vedi notizia del 30.1.2013]
Questi controlli hanno lo scopo principale di tutelare la salute dei bagnanti, sia nel caso di eventi di particolare rilevanza (divieti temporanei) sia di fronte ad una situazione di perdurante criticità (divieti permanenti), ma non possono rappresentare lo stato di salute dell’ambiente marino, la cui complessità ha bisogno di studi multidisciplinari e di un approccio ecosistemico. In particolare, per la definizione dello stato ambientale delle acque costiere, ARPAT svolge da anni un monitoraggio che prevede indagini sulle caratteristiche fisiche e chimiche delle acque e dei sedimenti e sulle componenti biologiche. [I risultati del monitoraggio sono disponibili sul sito nelle specifiche relazioni annuali e nell’Annuario dei dati ambientali ]
Per le acque di balneazione, dal 2010 è stato introdotto dalla normativa europea un sistema di classificazione per evidenziare la situazione complessiva di una determinata area su un ambito temporale più esteso (4 anni): in Toscana, su 265 aree di balneazione controllate nel 2012, circa il 97% è risultato in qualità “eccellente” o “buona” (per il dettaglio vedi ARPATnews 128-13 o Annuario dei dati ambientali 2013 ).
La classificazione risente dell’evoluzione dello stato delle acque al variare del carico antropico e dei fattori climatici durante 4 anni, ma vi sono variazioni molto rapide, soprattutto in prossimità delle foci fluviali ed in concomitanza con eventi atmosferici (piogge, temporali, ecc.), che possono dare luogo a situazioni di temporanea inidoneità alla balneazione, anche in aree classificate eccellenti. In questi casi scatta il divieto temporaneo (su ordinanza del Sindaco) non appena l’analisi di almeno 1parametro risulti superiore ai limiti (per le acque marine E. coli >500 UFC/100 ml; enterococchi >200 UFC/100 ml) e può essere rimosso, sempre con ordinanza sindacale, dopo un primo esito analitico favorevole successivo all’evento di inquinamento. (www.arpat.toscana.it/temi-ambientali/acqua/balneazione )
Inoltre, lungo le coste Toscane esistono diversi tratti sottoposti a divieto permanente di balneazione (http://www.arpat.toscana.it/temi-ambientali/acqua/balneazione/divieti-di-balneazione ): 12 zone vietate per motivi igienico sanitari (meno di 7km totali di costa) e si tratta di foci di corsi d’acqua che veicolano scarichi non del tutto depurati; 39 zone di divieto per la sicurezza della navigazione (porti, porticcioli e approdi) per complessivi 108km di costa e 3 per altri motivi (il penitenziario dell’Isola di Gorgona e le riserve marine di Pianosa e Montecristo).
Bagnarsi nelle zone soggette a divieto per qualunque motivo, oltre che proibito, è vivamente sconsigliato per motivi igienici, poiché non è infrequente (ad esempio nelle aree portuali) che le acque non abbiano i requisiti minimi di balneabilità, poiché gli scarichi fognari vengono spesso convogliati in tali zone.
Sul sito dell’Agenzia (http://www.arpat.toscana.it/temi-ambientali/acqua/balneazione ) viene pubblicato l’elenco delle acque di balneazione, dei divieti permanenti e temporanei e, da quest’anno, anche sulla APP per smartphone e tablet , con i risultati dei relativi controlli per ciascun area. Delle situazioni di inquinamento temporaneo inoltre viene prontamente data notizia anche attraverso Twitter , con l’utilizzo costante dell’hashtag #balneazione.
In relazione ai dati diffusi da Goletta Verde, dai quali emergevano 6 punti critici lungo la costa toscana, l’Agenzia ha ritenuto, doveroso esaminare in dettaglio le situazioni segnalate, anche ai fini di una opportuna informazione per il pubblico. Il report con il dettaglio per ciascuno dei sei punti è disponibile sul sito Web dell’Agenzia (ARPATnews 173-13 )
I sei punti sono: Foce Carrione – Marina di Carrara (MS), Foce Magliano – Marina di Massa (MS), Marina di Salivoli – Piombino (LI), Fosso della Concia – Antiche Saline – Portoferraio (LI), Foce fosso San Giovanni – Portoferraio, Zona scarico depuratore Vaccarelle – Mola – Capoliveri.
Inoltre nel report ci sono informazioni sulle modalità di assegnazione delle ‘Bndiere blu’, e delle ‘Vele blu’.