Discarica di Chianni: chiarimenti ARPAT
[5 Agosto 2013]
Nell’articolo apparso sul quotidiano La Nazione-Pontedera in data 30/07/2013 relativo alle affermazioni di Legambiente sulla discarica di Chianni, si cita più volte ARPAT accusandola di aver “ritenuto affidabile il progetto presentato da un gestore che quattro anni fa aveva lasciato l’impianto in uno stato di abbandono, e che non ha dato attuazione a molte delle prescrizioni emanate dalla stessa Arpat nel 2009” e successivamente “di aver ritenuto il progetto alternativo a rifiuti zero presentato dai comuni non tecnicamente accettabile”.
In proposito si ritiene necessario puntualizzare quanto segue:
- La discarica della Grillaia in comune di Chianni è in gestione post-operativa provvisoria dal 31/05/1998, data della sua chiusura anticipata che non ha permesso la realizzazione delle morfologie finali previste dal progetto originario, ed è soggetta a Piano di Monitoraggio (approvato con D.G. n.182 del 29/05/1998 della Provincia di Pisa). La discarica, a causa di tale chiusura anticipata, presenta un profilo incompleto con una ampia depressione centrale, accentuata nel tempo dai normali fenomeni dicostipazione dei rifiuti, che ne rende difficoltoso il drenaggio delle acque meteoriche con conseguente infiltrazione delle stessenel corpo rifiuti.
- Allo stato attuale la discarica in oggetto è ancora in attesa dell’approvazione del progetto di chiusura e messa in sicurezza definitivo che permetta una adeguata regimazione delle acque meteoriche, la realizzazione delle copertura definitive e una gestione corretta del percolato e del biogas che la discarica continua a produrre. Il sistema dei controlli realizzato negli ultimi anni da questa Agenzia si basa sul piano di monitoraggio originario e in assenza del citato progetto di chiusura e messa in sicurezza definitivo riflette tale situazione di transitorio con l’obbiettivo di ridurre al minimo le criticità di un sistema impiantistico che necessita, a più di 15 anni dalla sua attivazione, di importanti ristrutturazioni.
- In data 20/4/09 la società che ha in gestione l’impiantoha presentato il progetto di messa in sicurezza definitivo. Tale progetto, integrato nel maggio 2012 e successivamente nel febbraio 2013 secondo le prescrizioni imposte in sede di Conferenza dei Servizi (CdS) e a seguito dei rilievi effettuati durante i vari sopralluoghi di controllo da parte di questa Agenzia, è stato definitivamente approvato dalla CdS del 9 maggio 2013.
- Il progetto alternativo denominato “rifiuti zero” citato nell’articolo non è stato valutato dalla CdS, in quanto mai pervenuto in forma ufficiale, se non come ipotesi progettuale non supportata da disegni e calcoli dimensionali. L’ipotesi inoltre prevede la scoperchiatura parziale dell’attuale corpo discarica senza valutazioni degli impatti prodotti dalla gestione dei percolati e delle emissioni odorigene necessariamente connesse dallo sbancamento dei rifiuti. In tale ipotesi progettuale la riprofilatura delle superfici è infatti effettuata senza riporti di materiali dall’esterno e deve necessariamente prevedere sbanchi e riporti di rifiuti preesistenti al di sotto delle attuali coperture provvisorie.
- Nel progetto approvato è prevista la colmatura con formazione delle geometrie idonee al corretto smaltimento delle acque meteoriche senza portare a giorno porzioni di rifiuti già abbancati,. Il modellamento è da effettuarsi attraverso l’utilizzo di tipologie di rifiuti inerti riconducibili a materiali. Tali tipologie di rifiuti sono, tra l’altro, comunemente utilizzate per i ripristini ambientali di aree degradate ed hanno quindi un modesto impatto ambientale.
- Nell’articolo, inoltre, si attribuisce a questa Agenzia l’affermazione relativa alla mancata realizzazione di nuovi pozzi di monitoraggio con conseguente assenza di informazioni circa lo stato di inquinamento delle acque sotterranee. Invece nei vari pareri espressi durante l’iter di valutazione del progetto presentato si è rilevata una scarsa efficacia degli attuali punti di campionamento proponendone la loro razionalizzazione con eventuale nuovo posizionamento. Le formazione geologica che fa da substrato alla discarica è comunque costituita da litotipi essenzialmente argillosi con permeabilità particolarmente basse che escludono la presenza di falde acquifere.
- In conclusione si fa rilevare come negli anni sia stata ripetutamente affermata da parte di questa Agenzia la necessità di intervenire con un progetto di messa in sicurezza definitiva che permetta di adeguare, alle condizioni attuali, il sistema di monitoraggio, controllo e gestione post-mortem della discarica in oggetto. Le numerose criticità rilevate e affrontate nel tempo sono esclusivamente legate alla mancata realizzazione di tale piano.