Esiti accertamenti ARPAT sulla moria di pesci del 4 agosto nel Canale Solmine (GR)
[4 Settembre 2013]
Domenica 4 agosto 2013 si è verificata una moria di fauna ittica all’interno del canale emissario della zona industriale di Scarlino (GR). L’Agenzia è intervenuta tempestivamente sin dal mattino impiegando il personale in servizio di pronta disponibilità. (vedi notizia )
Il canale deriva dalla miscelazione degli scarichi delle acque di processo e di raffreddamento provenienti da tre insediamenti industriali (Nuova Solmine, Scarlino Energia, Tioxide), percorre quindi alcuni chilometri prima di immettersi in mare a nord della Fiumara di Scarlino. Lungo il percorso verso la foce il canale riceve anche le acque reflue dell’impianto di depurazione delle acque reflue urbane di Follonica.
La moria del 4 agosto ha interessato il canale sin dal suo inizio e, dunque, si origina dalle acque industriali. In questi casi la causa dovrebbe essere riscontrata in un’immissione anomala da parte delle industrie che utilizzano il canale; è doveroso pendere atto che le aziende interessate non sono a tutt’oggi state capaci di individuarne l’origine. ARPAT fa il possibile per individuare le cause ma senza il contributo sostanziale delle aziende questo risulta molto difficile.
Ora ARPAT pubblica sul suo sito Web una dettagliata relazione sugli accertamenti svolti, attraverso sopralluoghi del proprio personale, analisi di campioni di acqua prelevati in vari punti e richieste alle aziende interessate.
In sintesi i risultati più significativi delle attività svolte:
- A seguito della richiesta di dare applicazione alla prescrizione contenuta nella Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), la Soc. Nuova Solmine, a nome delle quattro aziende titolari di scarichi idrici nel canale (Nuova Solmine S.p.A., Scarlino Energia S.r.l., Tioxide Europe S.p.A. e Acquedotto del Fiora) ha trasmesso una proposta riguardo alla messa in esercizio di un sistema di monitoraggio in continuo della qualità delle acque del canale.
La proposta, anche se formulata in maniera generica, rispetta quanto richiesto dalla prescrizione AIA e quanto richiesto nelle relazioni trasmesse da ARPAT al tavolo tecnico in questi ultimi anni.
ARPAT ritiene indispensabile la messa in esercizio in tempi molto brevi del monitoraggio proposto. Il sistema dovrà essere gestito attraverso una procedura operativa, da trasmettere all’Autorità di controllo, capace di consentire e di dimostrare agli organi di controllo il mantenimento delle apparecchiature in efficienza tramite operazioni di taratura e calibrazione opportunamente registrate.
In attesa della prossima messa in esercizio di questo sistema di monitoraggio in continuo l’Agenzia ha chiesto che la soc. Concessionaria del canale trasmetta ad ARPAT, a partire dal mese di agosto, con cadenze mensili, i tabulati leggibili e commentati del sistema di monitoraggio del pH e del cloro nei canali emissario e di adduzione. Inoltre si è invitata ciascun azienda, a partire dall’elenco delle sostanze utilizzate nelle proprie attività riportato in ciascuna AIA, ad individuare quelle pericolose per l’ambiente acquatico ed a a fornire una serie di informazioni.
- Dai risultati dell’ispezione effettuata dal personale ARPAT e dalle indagini di laboratorio non emergono elementi che possono indicare la causa della moria. Nel canale emissario e nelle acque di scarico è presente cloro attivo in concentrazioni non tossiche; la temperatura risultava elevata ma compresa nei limiti normativi per i canali.
Morie così estese sono legate a fenomeni di elevata tossicità acuta che esauriscono l’effetto in tempi brevi, come rilevato anche in occasione delle precedenti morie che hanno interessato il canale.
L’esperienza indica che al momento dell’intervento degli organi di controllo l’effetto risultava scomparso e le condizioni chimico-fisiche delle acque del canale non evidenziavano alcun effetto tossico residuale. - Tenuto conto di quanto già segnalato da ARPAT già nel 2006 è da tenere presente che la presenza di acque clorate e la contemporanea presenza di elevate temperature rappresentano comunque una potenziale e latente causa di tossicità cronica che potrebbe causare una crisi di tossicità acuta a seguito di eventi occasionali e/o accidentali quali, ad esempio, l’intrusione massiccia di acque clorate dal canale di adduzione al canale emissario o l’immissione di altre sostanza tossiche con effetto sinergico con l’ipoclorito.
ARPAT ribadisce l’importanza di migliorare il sistema di controllo del canale emissario attraverso l’adozione di un sistema integrato di misura in continuo dei parametri chimico-fisici/monitoraggio tossicologico/campionamento delle acque durante l’evento tossico.