Green economy: Revet Recycling tra le migliori 10 start up italiane
[4 Novembre 2013]
Revet Recycling è una delle migliori 10 start up italiane della green economy. A stabilirlo è stata la giuria del Premio Sviluppo Sostenibile 2013, istituito per il quinto anno consecutivo dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da Ecomondo-Fiera di Rimini con l’ adesione del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio, per la prima volta, del Ministero dello Sviluppo Economico.
La cerimonia di premiazione avverrà a Rimini l’8 novembre prossimo all’ interno di Ecomondo-Key Energy, fiera internazionale del recupero di materia e di energia dove Revet Rec ycling è presente con un proprio stand insieme a Revet (stand 033 padiglione B3) ed i vincitori sono stati selezionati tra più di 200 concorrenti da una giuria composta da: Raimondo Orsini, Roberto Pelosi, Silavia Zamboni, Walter Facciotto, Fabrizio Tucci, Luciano Morselli.
“In un ‘Italia che continua ad attraversare una crisi irrisolta –ha detto Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile- c’è bisogno più che mai di un nuovo progetto di sviluppo durevole e sostenibile, un vero e proprio green new deal che faccia uscire il nosro Paese dalla crisi. Le aziende premiate e segnalate hanno colto questo messaggio e possono ricoprire un ruolo di apripista per lo sviluppo futuro”.
Recuperare la frazione più critica delle raccolte differenziate, quella delle plastiche miste; creare nuove opportunità nel settore del riciclo; coniugare la creazione di valore con la sostenibilità ambientale. Con questi obiettivi è nata Revet Recycling, una delle prime aziende italiane ed europee, riuscita a riciclare le plastiche miste post consumo trasformandole in granulo con cui realizzare ri-prodotti di alta gamma, come i particolari per l’automotive. Per mezzo dei suoi due impianti – quello per la produzione di profili per l’arredo urbano, e quello per la densificazione e granulazione del plasmix – l’azienda controlla l’intera filiera industriale del riciclo delle plastiche miste, valorizzando così una frazione critica altrove destinata prevalentemente al recupero energetico.
«Dal punto di vista economico, il riciclo delle plastiche miste soffre in Italia di barriere burocratiche e di incentivazioni improprie – ha spiegato il presidente di Revet Recycling Valerio Caramassi – che vanno in direzione opposta e contraria a quanto indica anche la gerarchia europea per la corretta gestione del ciclo dei rifiuti, che appunto privilegia il recupero di materia al recupero di energia». Questo non avviene completamente nella realtà italiana per tutta una serie di motivi e il caso delle plastiche eterogenee (oltre il 50% di tutte le plastiche) è emblematico: «Si raccolgono in modo differenziato quasi esclusivamente per portarle a recupero energetico – ha concluso Caramassi – Il sistema deve decidere una volta per tutte. Delle due l’una: o non si raccolgono, o se si raccolgono in modo differenziato l’allocazione delle risorse deve essere in sintonia con gerarchia e proclami: prima il riciclo e poi il recupero energetico. Non si può fare l’opposto».