Inaugurata a Capraia la mostra “La Venere e i Marmi Dussol” in occasione dei 25 anni del Pnat
[27 Luglio 2021]
Il 23 luglio i festeggiamenti itineranti del 25 esimo anniversario del Pnat si sono svolti all’Isola di Capraia Allo sbarco sull’isola gli ospiti elbani sono stati accolti dal sindaco Marida Bessi e dal Sig Questore di Livorno Roberto Massucci. Dopo una visita veloce al rinnovato Centro di Educazione ambientale de La Salata accompagnati dalla Guida Parco Mariella Ugolini, l’evento si è svolto nel complesso del Convento di San Antonio. All’interno della Chiesa del Convento di San Antonio il Sindaco Marida Bessi, ha avviato la celebrazione ricordando commossa come l’idea della istituzione del Parco sia partita da Capraia, “da casa sua”, da molto prima che si concretizzasse. Il Presidente Sammuri ha proseguito illustrando il bilancio di sostenibilità con attenzione particolare alle attività che hanno riguardano l’isola e alle emozionanti vicende della ricomparsa , proprio qui, della foca monaca e della nidificazione del falco pescatore.
Per finire il Soprintendente Archeologo Dr.ssa Lorella Alderighi ci ha introdotto alla inaugurazione della Venere Dussol, la scultura che fino al 2 novembre 2021 arricchirà la mostra di archeologia capraiese all’interno della Chiesa. La scultura restaurata e posizionata in una stanza dedicata, grazie anche alla appassionata descrizione della Dr..ssa Alderighi, ha affascinato tutti i presenti.
La mostra è stata realizzata con il prestito dei reperti di proprietà di Gianna Paola Mojoli, Maria Cristina e Franco Dussol. Il progetto architettonico è dell’Arch Franco Maffeis e l’allestimento è frutto della collaborazione tra il Parco la Soprintendenza Archeologia e Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Pisa e Livorno, il Comune di Capraia Isola , la Regione Toscana, la Fondazione Livorno, e l’ Associazione Amici di S. Antonio .
Di seguito il testo del Funzionario Archeologo Dr.ssa Alderighi che ringraziamo
“La Venere ed i marmi Dussol
Ai primi anni del ‘900 nella piana del Porto,dietro la Chiesa di Santa Maria Assunta, nella proprietà di Vincenzo Dussol, in occasione dello scavo di una vigna,alla profondità di 80-120 cm, vennero alla luce una serie di reperti marmorei tra cui una statua di Venere, una base modanata di colonna ed un bassorilievo con un cavaliere. Pur non conoscendo il punto esatto del ritrovamento, è evidente l’associazione dei reperti con le strutture romane che verranno in seguito qui individuate, pertinenti probabilmente ad una villa maritima edificata tra l’età augustea e la prima età giulio-claudia e abbandonata agli inizi del II secolo d.C.
La base di colonna, riferibile ad un ambiente di riposo e di frescura, potrebbe essere stata collocata nei pressi dell’impluvium della villa romana.
La statua della Venere, purtroppo rinvenuta acefala, priva delle braccia e degli arti inferiori al di sotto del ginocchio, cosiddetta “bagnante” nelle relazioni d’epoca, nella sua nudità velata dal panneggio che copre solo la parte inferiore del corpo, lasciando tuttavia il ventre completamente scoperto, può essere considerata una variante nell’ambito delle tante repliche romane dei vari tipi iconografici più antichi della Venere in collegamento con il tema dell’acqua, assai richieste per adornare gli ambienti termali, le fontane ed i giardini delle ricche residenze. Forse per questo, alla proposta di vendita dei repertida parte del proprietario alla Soprintendenza alle Antichità dell’Etruria nel 1928, fu risposto che “per quanto di notevole importanza topografica” essi non erano “tali da interessare il patrimonio artistico dello Stato”. Tuttavia, la Venere Dussol potrebbe rivelare molto sia nell’ipotesi ricostruttiva del corpo seminudo, ben tornito, accurato nelle proporzioni e che appare muoversi in una leggera torsione del busto verso sinistra, sia nella conferma, nel caso di ulteriori indagini, della presenza di un settore termale privato o pubblico approvvigionato dalle abbondanti risorse di acqua dolce disponibili.
Il rinvenimento della lastra a bassorilievo con cavallo e cavaliere, probabilmente appartenente alla fronte di un sarcofago, potrebbe riferirsi ad una sepoltura lungo la viabilità principale in età romana, oppure, data la freschezza della superficie che appare non levigata dal tempo, il manufatto, forse non ancora utilizzato, sarebbe da mettere in relazione con il commercio di marmi, oltre che di suppellettili ceramiche, stivate nei magazzini a servizio del porto.”