La gestione dei rifiuti pilastro dell’economia circolare. Sei Toscana protagonista a San Gusmè
[15 Settembre 2016]
L’economia circolare come strumento di valore, modelli di innovazione sostenibile e politiche per l’innovazione ecologica nelle aziende toscane. Sono stati questi alcuni degli argomenti trattati lo scorso giovedì a San Gusmè nel corso dell’ormai consueto convegno, giunto alla sua 19° edizione, sull’ambiente e sulla green economy. La giornata ha visto interventi di esperti provenienti da molte parti del paese e in rappresentanza di svariati settori come università, associazioni, industria e amministrazioni pubbliche, per una platea gremita di addetti ai lavori interessati agli argomenti trattati. Tra i relatori anche Sei Toscana che ha partecipato portando l’esempio di come nei servizi pubblici locali, e soprattutto nella gestione integrata dei rifiuti, l’economia circolare trovi un terreno più che fertile. L’amministratore delegato Eros Organni, durante il suo intervento, ha mostrato come il settore della gestione dei rifiuti sia uno dei più dibattuti e controversi tra quelli dei servizi di pubblica utilità, e come questo risulti essere uno dei pilastri su cui si fonda l’economia circolare. Un settore che per svolgere al meglio questa funzione necessita di essere pensato in una dimensione industriale, che non si ferma alla sola raccolta dei rifiuti, ma che riesca a garantire infrastrutture impiantistiche adeguate. E’ infatti negli impianti che effettivamente e concretamente avviene il riciclo di materia, vero obiettivo da raggiungere attraverso lo strumento delle raccolte differenziate. In tal senso si può dire che la gestione dei rifiuti, fatta di raccolta, trasporto, impianti e mercati può essere a ragione considerata un pilastro ed un ottimo esempio di economia circolare. Anche l’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni, intervenuta al convegno, ha ricordato come oggi l’economia circolare sia a tutti gli effetti una via ed un modello concreto di sviluppo e di crescita. Un modello che soppianta i vecchi e ormai non più sostenibili approcci delle economie lineari e che la politica deve favorire attraverso gli strumenti di pianificazione e regolazione che gli sono propri. Positivi sono poi stati gli esempi portati dal direttore generale di Legambiente nazionale Stefano Ciafani, che ha ricordato come in Italia vi siano già esperienze positive che dimostrano come l’economia circolare si possa trasformare concretamente in modelli di business aziendali, auspicando che in futuro questi possano essere ancor più resi possibili da indirizzi di politica economica in grado di soppiantare sempre più il modello produci-consuma-getta con uno che guardi con sempre più attenzione al recupero e alla rigenerazione dei prodotti e dei materiali, che interessi i processi produttivi e i modelli di business.