Livorno, le fognature e la balneazione.
[5 Settembre 2014]
In questi giorni i divieti di balneazione hanno fatto cronaca. Vorremmo illustrare quali sono i sistemi operanti a Livorno tali da garantire la balneabilità delle acque di mare sui sette chilometri di costa prospicenti la città.
Nel 1911 arrivano a Livorno 90 l/s di acqua da Filettole e inizia la costruzione della rete dell’acquedotto. Finalmente i livornesi hanno l’acqua e ce l’hanno in casa.
Questo grande passo avanti ne comporta necessariamente un altro: smaltire le acque usate.
Infatti gli scarichi nei Fossi e lungo la costa comportano problemi igienici e danni alla balneazione, che per i livornesi è sempre stata una grande passione a partire dall’ottocento.
E così nel 1918 ha inizio la realizzazione del sistema di fognature separato, dove le acque usate scorrono in fognatura nera e le acque di pioggia in quella bianca. Nel 1936 viene realizzato l’impianto di depurazione presso il Rivellino San Marco, uno dei primi impianti di depurazione di acque reflue, in assoluto, in Europa.
Quest’attenzione al tema prosegue nel dopoguerra e tra la metà degli anni ’70 e la fine degli anni ’80 viene completata la rete di fognatura nera nelle zone centrali e prossime al centro e viene estesa la rete ai quartieri periferici: Salviano, Ardenza, Antignano, Castellaccio, Quercianella. Vengono costruiti nuovi collettori principali e impianti di sollevamento e potenziata la struttura delle fognature bianche. Per ogni espansione urbanistica vengono costruite le fognature separate. Nel 1984 entra in esercizio il nuovo impianto di depurazione da 240.000 abitanti equivalenti, nella stessa localizzazione del precedente, ma con la fase fanghi al Picchianti, presso l’inceneritore. In questo arco di tempo vengono investiti oltre 35 Miliardi di Lire.
Il sistema di fognatura separato è certamente più costoso del sistema misto, adottato nella maggior parte dei centri abitati, ma le doppie fognature, le doppie condutture interne ai fabbricati e doppi allacciamenti offrono garanzie più che doppie di sicurezza ambientale. E laddove sussistono i sistemi misti si va spesso verso la separazione delle reti. Infatti nel sistema separato le acque usata vengono inviate al depuratore tramite la fognatura nera.
Tuttavia può accadere che in alcuni corsi d’acqua superficiali a pelo libero o canalizzati, possa trovarsi acqua reflua. Questo perché qualche edificio non è correttamente allacciato o non ha, essendo in periferia, il servizio di fognatura nera, oppure per problemi di rotture o guasti nel sistema fognante.
In questi casi entra in funzione la garanzia ulteriore delle centraline di sollevamento delle acqua di tempo asciutto. Per tutti gli sbocchi a mare di corsi d’acqua sono state costruite 8 centraline di sollevamento che raccolgono eventuali acque reflue e le convogliano nella rete di fognatura nera.
Questo sistema consente l’assenza di scarichi a mare in tempo asciutto ed è quello che garantisce la balneabilità della costa di Livorno in tutta la sua interezza, nonostante abbia alle spalle una popolazione di 160.000 abitanti. Non ci risultano altri casi in Italia.
Quando piove le centraline continuano a sollevare anche le acque di prima pioggia che contengono inquinanti dovuti al lavaggio delle strade.
Nei sistemi di fognatura mista invece sono previsti gli scaricatori di piena e cioè viene consentito lo scarico quando si raggiunge un rapporto di diluizione 1 a 3 : una parte del tutto (acque di pioggia e acque nere) va al depuratore e tre vanno in mare o ad altro recapito.
Chiaramente durante la pioggia, in prossimità del corso d’acqua, anche nel sistema usato a Livorno, le acque di mare potrebbero non avere le caratteristiche di balneabilità, ma la portata inquinante è estremamente modesta, perché le acque reflue continuano interamente ad andare al depuratore.
Dipende dalla portata del corso d’acqua, dall’intensità di pioggia, dalle correnti marine, ma nel giro di poche ore anche nell’intorno di questi scarichi la situazione torna perfettamente regolare e l’acqua di mare balneabile.
Come si può capire da questa breve descrizione l’insieme di infrastrutture realizzate è veramente consistente (oltre 300 km di fognature nere, stazioni di sollevamento, sifoni, centraline di sollevamento sui corsi d’acqua e depuratore finale). Tutto questo richiede lavoro continuo, ma anche correttezza da parte dei privati nell’uso degli scarichi.
Da parte di ASA è prevista una campagna mirata ad individuare le situazioni di irregolarità negli allacciamenti e a migliorare sempre più la funzionalità del sistema.