Rifiuti abbandonati nella zona a nord della ex discarica Le Carbonaie

[27 Luglio 2015]

In relazione a quanto affermato nell’articolo pubblicato sull’edizione di Viareggio di lunedi 27 luglio del quotidiano Il Tirreno “Discarica a cielo aperto tutto intorno alle Carbonaie”, riguardo alla situazione della zona intorno alla ex discarica Le Carbonaie, si fa presente quanto segue:

  • nella primavera dello scorso anno ARPAT accertò la presenza di rifiuti in un’area a nord della ex discarica Carbonaie (Viareggio, LU), chiedendo al Comune di Viareggio di intervenire in proposito;
  • in seguito ad un nuovo esposto presentato all’Agenzia da parte dell’Associazione Salviamo Viareggio, tecnici del settore Versilia-Massaciuccoli, lo scorso 22 giugno hanno effettuato un sopralluogo in loco;
  • dal sopralluogo è emerso che lungo la strada di accesso ai terreni agricoli confinanti con l’ex discarica è presente un consistente accumulo di rifiuti abbandonati (vedi documentazione fotografica sotto)
  • A seguito del coinvolgimento degli Enti territoriali, avvenuto nel 2014, ognuno per le proprie competenze, al fine di trovare una soluzione per il ripristino ambientale e mettere in atto azioni tali da impedire l’abbandono di rifiuti lungo la strada poderale, alcuni proprietari dei terreni oggetto di abbandono rifiuti, hanno provveduto alla rimozione e a collocare all’ingresso della loro proprietà blocchi di cemento per impedire l’accesso ad autoveicoli, per altri terreni in situazioni simili, la situazione è rimasta invariata;
  • L’abbandono più consistente dei rifiuti rimane lungo la strada poderale, dove il Comune di Viareggio più volte è intervenuto, ma dopo pochi giorni questa diviene oggetto di nuovi scarichi di materiale. La soluzione che è stata proposta è quella di chiudere la strada di accesso ai terreni tramite le attuali sbarre in modo tale da non consentire l’accesso ai veicoli privati.
  • ARPAT, in seguito al sopralluogo ha comunque provveduto ad integrare la notizia di reato contro ignoti a suo tempo trasmessa alla Procura della Repubblica.