Il documento è stato presentato in collaborazione con la Fondazione Earth and water agenda
Acqua per la pace, dal Crea un position paper tra idrodiplomazia e sicurezza alimentare
Grassi (Ewa): «L’acqua ha bisogno di una politica unica, di un coordinamento centrale. Manca una visione olistica»
[22 Marzo 2024]
Il Centro di ricerche politica e bioeconomia (Crea) e la Fondazione Earth and water agenda (Ewa) hanno presentato oggi al ministero dell’Agricoltura un position paper sul tema Acqua per la pace: buone pratiche irrigue per la sicurezza e sovranità alimentare a livello nazionale e internazionale.
In un Paese caratterizzato dal 21% della superficie coltivata irrigata, in cui circa la metà delle aziende agricole italiane pratica l’irrigazione, il position paper affronta il problema della disponibilità di risorsa idrica a garanzia della sicurezza alimentare, fino alla definizione di un Piano acqua per l’Italia e alla creazione di una “idrodiplomazia” internazionale.
Non è un caso, infatti, se dall’inizio del millennio l’acqua è stata al centro di circa 1.050 conflitti (soprattutto in Africa e Asia); si stima che nel 2050 la domanda di acqua globale supererà del 40% l’offerta, mettendo a rischio il 45% del Pil globale prodotto dall’agricoltura, il 52% della popolazione e il 40% della produzione di grano mondiale.
In un simile contesto è indispensabile stimolare la capacità di cooperazione e di governance, per raggiungere una visione integrata dell’acqua che veda al centro la produzione agricola e dunque il cibo, insieme alla tutela del paesaggio e della biodiversità.
«L’acqua ha bisogno di una visione unica, di una politica unica, di un coordinamento centrale. Manca una visione olistica – spiega il direttore della Fondazione Ewa, Mauro Grassi – Ci vuole un piano, fondamentale pianificare, programmare, ma non esiste programmazione senza dati. Chi li raccoglie? Chi li studia? Dobbiamo partire da qui».
In particolare, il position paper si concentra su integrazione delle diverse politiche di competenza, a partire da quelle ambientali e agricole; scambio delle conoscenze e la diffusione delle innovazioni; consolidamento delle infrastrutture idriche esistenti; creazione di nuove infrastrutture di accumulo.
Al contempo, sotto il profilo agricolo il documento stimola la necessità di puntare alla razionalizzazione dell’utilizzo della risorsa (l’agricoltura assorbe oltre la metà di tutta l’acqua consumata in Italia), l’aumento delle tecniche di digitalizzazione e di irrigazione di precisione.