Nonostante le piogge, livello del lago a -155 cm, solo 9 in più del luglio 2017
Il Tribunale delle acque ferma la captazione nel Lago di Bracciano: respinto il ricorso di Comune di Roma e Acea
Blitz di Legambiente: Giù le mani dal lago. I risultati dei monitoraggi di Goletta dei Laghi
[26 Luglio 2018]
Anche quest’anno Goletta dei Laghi ha svolto i campionamenti delle microplastiche nel Lago di Bracciano, l’anno scorso la densità media rilevata dalla Goletta dei Laghi e da Enea era stata di 117.000 particelle per Km2, con un massimo di 554.000 nei transetti a Nord. Loris Pietrilli, presidente del Circolo del Cigno Verde “Territori e oltre” che opera nel comprensorio lacustre, sottolinea che «E’ di cruciale importanza continuare a monitorare la presenza di microplastiche nel Lago di Bracciano. Si tratta, infatti, di un importante indicatore dello stato di salute dei laghi, soprattutto in un caso come quello del bacino laziale, già fortemente colpito dai problemi legati al livello delle acque. Mi riferisco in particolare, alla criticità degli habitat presenti nel lago che sono tutelati dalla normativa europea». Il lago monitorato dalla Goletta legambientina è diventato un caso nazionale dopo un lungo periodo di captazione forzata delle acqua da parte di Acea e della siccità degli ultimi anni che l’hanno messo a dura prova. Gli ambientalisti spiegano che «Di fronte a solo 196,4 mm di pioggia che sono caduti nel lago l’estate scorsa, Acea è arrivata a captare dal Bracciano fino a 2.600 litri al secondo, facendo crollare il livello del bacino fino a -198 cm dallo zero idrometrico (dato 29/11/2017) mettendo gravemente a rischio un ecosistema che, secondo il CNR, ha una soglia massima di tolleranza di 150 cm». Una situazione che ha spinto la Regione Lazio a emanare un decreto che ha imposto il blocco della captazione per tutelare il bacino, una misura contro la quale hanno fatto ricorso Acea e Comune di Roma, ricevendo oggi una bocciatura definitiva da parte del tribunale delle acque.
Va ricordato che quello di Bracciano non è un caso isolato nel Lazio che nel 2017 ha vissuto una vera e propria emergenza idrica a causa di una riduzione delle precipitazioni fino al 39;85% rispetto ai massimi degli anni precedenti. «Si pensi al Lago di Albano che si è andato prosciugando dal 1980 al 2005, anno in cui ha raggiunto la soglia negativa di meno quattro metri rispetto al livello originario, perdendo 21 milioni di litri d’acqua – rammenta Legambiente – Ma anche il Lago di Vico è in sofferenza idrica: l’anno scorso è sceso un metro sotto il livello massimo della soglia farnesiana».
Il presidente di Legambiente Lazio, Roberto Scacchi, ribadisce il pieno sostegno della sua Associazione alle amministrazioni comunali di Anguillara Sabazia, Bracciano e Trevignano Romano nella difesa del lago dalle
captazioni e aggiunge: «Siamo molto soddisfatti per la sentenza del tribunale che ferma le captazioni e insieme chiediamo ad Acea e Comune di Roma di fermare ogni ulteriore tentativo che metterebbe a ulteriore rischio l’ecosistema Lago e l’economia del territorio. Nel 2017 le captazioni hanno inferto al Lago di Bracciano una ferita che a questi ritmi, e sperando sempre in annate così piovose, impiegherà oltre un decennio a rimarginarsi; fa ancor più rabbia pensare che mentre si prelevavano per mesi e mesi oltre duemila litri d’acqua al secondo dal lago, le tubature colabrodo romane permettevano la dispersione di ben oltre un terzo dell’acqua potabile immessa in rete: una situazione che dopo gli interventi annunciati non sembra affatto cambiata in maniera determinante».
Secondo i dati su prelievi e consumi della stessa Acea, fino al 2016, la dispersione nelle tubature colabrodo di Roma era del 44,4% e gli ambientalisti evidenziano che «Dopo i tanti interventi annunciati nell’estate 2017, a febbraio scorso il gestore del servizio idrico raccontava di una cifra arrivata vicino al 37%: una percentuale e dato aggregato non confutata dai numeri di prelievi e consumi, che, anche se fosse confermata, confermerebbe che la dispersione è ancora altissima, con oltre un terzo dell’acqua persa nel sottosuolo. Un dato molto lontano da quel 27% di dispersione di appena otto anni fa». Non va meglio, anzi decisamente peggio, negli altri capoluoghi laziali, dove la dispersione idrica degli acquedotti è altissima, come riporta Ecosistema Urbano 2016, si perde nel trasporto il 53,8% a Rieti, il 67,0% a Latina e addirittura il 75,4% Frosinone.
Scacchi denuncia: «La dispersione di acqua è ancora altissima e quest’anno non c’è stata alcuna crisi idrica grazie unicamente alle molte piogge invernali e primaverili che hanno rialzato il lago di soli 9 centimetri, e rigonfiato gli acquedotti romani principali del Peschiera, dell’Acqua Marcia e tutte le altre fonti secondarie. Nella capitale o altrove, nessuno deve rimanere senz’acqua e il gestore, al quale continuiamo a ricordare l’esito del referendum del 2011, investa gli utili per il miglioramento del servizio idrico con la totale rigenerazione dell’acquedotto colabrodo».
Il presidente di Legambiente Lazio conclude: «Giù le mani dal lago, diciamo ad Acea e alla sindaca Raggi che invece di risistemare gli acquedotti romani o mettere in campo politiche di abbattimento dei consumi, hanno fatto ricorso per continuare a poter prendere acqua dal Lago di Bracciano. Sappiamo di andare verso anni con sempre maggior siccità, arrivarci continuando a sprecare acqua nel sottosuolo sarebbe catastrofico. Buono l’avvio del percorso di Contratto di Lago, strumento migliore per difendere la biodiversità e restituire al territorio il protagonismo necessario per la cura e l’eco-sostenibilità del Lago di Bracciano»._
Da Bracciano Legambiente rilancia l’appello per la lotta agli sprechi idrici: «E’ necessario che si mettano subito in campo politiche indirizzate verso il risparmio e l’efficienza nell’uso dell’acqua: servono l’ammodernamento degli acquedotti, così come la riconversione dei sistemi di irrigazione dei terreni e azioni per il risparmio della risorsa idrica nelle case, con la raccolta della pioggia e con la separazione, trattamento e riuso delle acque grigie». Per una gestione consapevole e sostenibile di questa risorsa Legambiente, con il sostegno di Fondazione con il Sud, ha lanciato questa estate la campagna “Un Mondo di Gocce” ed evidenzia che «L’acqua diventerà, infatti, in futuro un bene sempre più prezioso, perché tra gli effetti dei cambiamenti climatici in atto, c’è anche l’aumento dei fenomeni meteorologici estremi, come la forte siccità che ha colpito il territorio del lago di Bracciano. Un cambiamento che obbligherà le istituzioni a ripensare il ruolo delle acque interne in chiave strategica«.
L’United Nations Water, l’agenzia Onu che si occupa delle problematiche legate all’acqua, stima che «entro il 2025 saranno 1,8 milioni di persone a vivere in condizioni di scarsità idrica assoluta, mentre due terzi della popolazione globale potrebbero soffrire di tensioni dovute alla difficoltà di accesso all’acqua» e, secondo Legambiente, «Per rispondere alla sfida dei cambiamenti climatici, è necessario accelerare sul Piano nazionale di adattamento al clima con una legge nazionale che diventi riferimento per gli interventi locali dimessa in sicurezza del territorio».