A causa del cambiamento climatico, persi 7 anni di crescita della produttività agricola
Se l'agricoltura diventa più meccanizzata e sofisticata, la sensibilità alle condizioni meteorologiche non scompare
[6 Aprile 2021]
Nonostante gli importanti progressi fatti negli ultimi 60 anni dall’agricoltura per nutrire il mondo, secondo lo studio “Anthropogenic climate change has slowed global agricultural productivity growth” pubblicato su Nature Climate Change da un team delle università di Cornell, Maryland e Stanford, «La produttività agricola globale è del 21% inferiore a quella che avrebbe potuto essere senza il cambiamento climatico. Ciò equivale a perdere circa sette anni di aumento della produttività agricola dagli anni ’60».
Alla Cornell University ricordano che «I futuri potenziali impatti dei cambiamenti climatici sulla produzione agricola globale sono stati quantificati in molti rapporti scientifici, ma l’influenza storica del cambiamento climatico antropogenico sul settore agricolo doveva ancora essere modellata». Uno degli autori dello studio, David Lobell, che insegna scienza del sistema Terra alla Stanford University, sottolinea che «I risultati mostrano chiaramente che gli sforzi di adattamento devono guardare all’intera catena di approvvigionamento, inclusi lavoro e bestiame. Mostrano anche che anche se l’agricoltura diventa più meccanizzata e sofisticata, la sensibilità alle condizioni meteorologiche non scompare. Questo è controintuitivo per la maggior parte delle persone e abbiamo bisogno di una comprensione più profonda del perché».
Il principale autore dello studio, Ariel Ortiz-Bobea della Charles H. Dyson School of Applied Economics and Management della Cornell University, aggiunge: « Abbiamo scoperto che il cambiamento climatico ha sostanzialmente spazzato via circa sette anni di miglioramenti nella produttività agricola negli ultimi 60 anni. E’ equivalente a premere il pulsante di pausa sulla crescita della produttività nel 2013 e che da allora non si sono verificati miglioramenti. Il cambiamento climatico antropogenico ci sta già rallentando».
Per quantificare l’effetto dei recenti cambiamenti climatici causati dall’uomo su ciò che gli economisti chiamano “produttività totale dei fattori”, una misura che riassume la produttività complessiva del settore agricolo, gli scienziati e gli economisti hanno sviluppato un modello econometrico onnicomprensivo che collega i cambiamenti avvenuti di anno in anno nelle misure meteorologiche e di produttività con i risultati degli ultimi modelli climatici di oltre 60 anni. Ortiz-Bobea dice di aver preso in considerazione più di 200 variazioni sistematiche del modello econometrico e i risultati sono rimasti in gran parte coerenti: «Quando ingrandiamo le diverse parti del mondo, scopriamo che gli impatti storici del cambiamento climatico sono stati maggiori nelle aree già più calde, comprese parti dell’Africa, dell’America Latina e dell’Asia. Poiché la scienza del clima indica che il globo è di circa 1 grado Celsius più caldo che senza gas serra atmosferici, gli esseri umani hanno già alterato il sistema climatico. La maggior parte delle persone percepisce il cambiamento climatico come un problema lontano. Ma questo è qualcosa che sta già avendo effetto. Dobbiamo affrontare il cambiamento climatico ora, in modo da evitare ulteriori danni per le generazioni future.
Con l’obiettivo di rendere più precisi i modelli climatici, Ortiz-Bobea e Robert Chambers, professore di economia della produzione all’università del Maryland, hanno sperimentato nuovi calcoli di produttività in agricoltura, includendo dati meteorologici che non erano stati affrontati storicamente e Chambers spiega che «La produttività è essenzialmente un calcolo dei nostri input rispetto ai nostri output, e nella maggior parte delle industrie, l’unico modo per avere una crescita è con nuovi input. La misurazione della produttività agricola non ha storicamente incorporato i dati meteorologici, ma vogliamo vedere le tendenze per questi input che sono al di fuori dal controllo dell’agricoltore».
Lobell, che ha esaminato l’impatto del cambiamento climatico sulla produzione agricola e sulla sicurezza alimentare, conclude: «La mia sensazione è che stiamo solo migliorando nell’eliminare tutti i vincoli non meteorologici sulla produzione, ma dobbiamo esaminare le varie possibili spiegazioni. Questo studio è un grande passo avanti rispetto alla tradizionale focalizzazione su alcune importanti colture cerealicole. Osservando l’intero sistema – gli animali, i lavoratori, le colture speciali – possiamo vedere che l’intera economia agricola è abbastanza sensibile alle intemperie. Sembra che in agricoltura praticamente tutto diventa più difficile quando fa più caldo».