A Roma il World banana forum: un’industria con molti problemi che punta alla sostenibilità

L’industria delle banane fortemente colpita dal cambiamento climatico e dal fungo Fusarium TR 4

[12 Marzo 2024]

E’ in corso a Roma, nella sede della Fao, la quarta conferenza globale del  World Banana Forum (WBF), una rete multi-stakeholder coordinata dalla Divisione mercati e commercio (EST) della Fao. Ieri si sono tenuti il Third International Meeting on Gender Equity in the Banana Industry e l’ Event on TR4 and the Future of the Banana Industry, domani sarà la volta della Global Conference on Living Wages and Living Income in the Banana Industry.

Daniel Babber del Department of Biosciences and Global Systems Institute dell’università di Exeter, che nel 2022 ha pubblicato su Plants People Planet lo studio “The long road to a sustainable banana trade”, sottolinea che «Le banane sono il frutto da dessert più popolare al mondo e un alimento base per milioni di persone nei paesi a basso e medio reddito. Il commercio di esportazione di banane che rifornisce il Nord America, l’Europa e altre nazioni ricche ha una storia piena di sfruttamento e conflitti. Il prezzo delle banane a buon mercato è stato il degrado ambientale, la violenza e la povertà. Solo di recente sono stati compiuti sforzi per affrontare gli squilibri di potere in questo commercio. Gli schemi di certificazione volontaria mirano ad affrontare molteplici questioni di sostenibilità, mentre la ricerca sul controllo biologico, sulla selezione accelerata delle piante e sull’irrigazione efficiente aiuterà a preparare il settore alle minacce emergenti derivanti da parassiti, malattie e cambiamenti climatici».

Prodotti  in più di 135 Paesi, le banane e i platani rappresentano una coltura fondamentale per la sicurezza alimentare di 400 milioni di persone, nonché una fonte di reddito essenziale in molti Paesi in via di sviluppo. Il World Banana sostiene attivamente l’adozione delle migliori pratiche per arrivare a una produzione e un commercio sostenibili di banane. L’evento romano riunisce un’ampia gamma di stakeholder impegnati nell’industria delle banane, offrendo un’opportunità unica per rafforzare la collaborazione sulle urgenti sfide affrontate dal settore, come la sostenibilità dell’industria delle banane, i suoi impatti ambientali, l’adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici, sistemi di produzione sostenibili, distribuzione del valore nella catena di approvvigionamento, salari dignitosi, responsabilità condivisa, due diligence, diritti dei lavoratori, lavoro dignitoso e parità di genere.

Il segretario della WBF, Victor Prada, ha detto che «Dobbiamo andare oltre l’attuale comprensione della sostenibilità economica verso nuovi modelli di business socialmente e ambientalmente rispettosi o sensibili, ad esempio creando casi di studio sulle pratiche di acquisto responsabile. Mentre il costo e il processo di certificazione rimangono una sfida per molti produttori più piccoli, i Paesi europei e altri Paesi hanno chiesto maggiori normative per il settore e ritengono che le aziende dovrebbero puntare a standard più elevati, obbligatori o volontari. Stiamo andando nella direzione dell’obbligatorietà».

Negli ultimi 30 anni, il volume delle esportazioni delle banane, nutrienti, facili da trasportare e da sbucciare, ha registrato una crescita. Ma Pascal Liu, economista senior della Fao e team leader sulle catene di approvvigionamento responsabili nella Divisione mercati e commercio la Fao,  fa notare che «Alti livelli di investimento hanno portato ad un surplus nella produzione globale. Questo, unito alla concentrazione nel settore della vendita al dettaglio, sempre più dominato dalle grandi catene di supermercati che esercitano forti pressioni per ridurre i prezzi, ha contribuito a uno squilibrio di potere tra i grandi acquirenti di banane da un lato e i produttori dall’altro»

L’industria delle banane  è stata  duramente colpito dalla pandemia di Covid-19 dai cambiamenti climatici, che hanno portato forti piogge e uragani, danneggiando in particolare i produttori dell’America Latina e dell’Asia, che rappresentano oltre il 95% del commercio globale di banane. Dal picco del 2019, le esportazioni hanno registrato un forte calo nei 3 anni successivi e solo nel 2023 c’è stata una stabilizzazione. I produttori di banane sono stati colpiti anche dall’aumento dei costi di fertilizzanti e carburante, mentre il potere d’acquisto dei consumatori in molti Paesi è stato eroso dall’inflazione.  La Fao ricorda che «L’aumento dei prezzi del carburante e le tensioni geopolitiche hanno creato costi di trasporto più elevati,  con spese di assicurazione del trasporto marittimo in aumento a causa delle tensioni nel Mar Nero e nel Mar Rosso e della grave siccità che ha colpito il Canale di Panama».

In aggiunta a questi fattori, negli ultimi decenni il  fungo Fusarium wilt tropical race 4 (TR 4)  si è diffuso dall’Asia e dal Pacifico, verso ovest verso l’Asia centrale e l’Africa orientale e ha raggiunto l’America Latina nel 2019, diventando un grosso problema  per gli esportatori di banane lationamericane.

Liu sottolinea: «Penso che il cambiamento climatico sia davvero una minaccia enorme per l’industria delle banane.  Sappiamo che le spore di questo Fusarium Wilt sono estremamente resistenti e possono diffondersi tramite inondazioni o forti venti, quindi, questo tipo di fenomeni  diffonderà la malattia molto più velocemente che se si avessero condizioni meteorologiche più normali. Una volta che il fusarium è nella piantagione non è possibile liberarsene, non esiste un metodo di controllo, in pratica è necessario bruciare la piantagione e spostare la produzione altrove».

Il fungo colpisce molte varietà, tra cui le banane Cavendish, che forniscono circa la metà delle banane mondiali e quasi tutte le banane esportate. Si ritiene che oltre l’80% della produzione globale di banane sia basata su germoplasma sensibile al TR4.

L’aspetto positivo è che dal 2009  il numero dei membri del World Banana Forum è in costante crescita e Prada evidenzia che «Sempre più rivenditori e compagnie commerciali multinazionali premono per la certificazione di sostenibilità. Nel frattempo, le iniziative del Segretariato hanno fatto davvero la differenza nel migliorare diversi aspetti della situazione del settore, afferma  Come per esempio con il  Carbon and Water Footprint tool per supportare i produttori di banane nella misurazione e riduzione dell’impatto climatico del settore, che finora è stato testato in 9 Paesi. Nel frattempo, La Banana Occupational Health and Safety Initiative (BOHESI), in corso di attuazione in Ecuador e Camerun, ha contribuito ad affrontare le preoccupazioni relative ai diritti dei lavoratori in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Abbiamo un vasto portafoglio di altre iniziative che coprono questioni come l’uso e lo smaltimento della plastica nell’industria delle banane e l’uso di prodotti chimici per l’agricoltura e pesticidi altamente pericolosi. Questi regolamenti sono in un certo senso positivi perché aiutano i produttori a cogliere l’opportunità di rendere i loro sistemi di produzione più sostenibili. Ma ovviamente comportano anche dei costi per i produttori perché richiedono maggiori sistemi di controllo e monitoraggio da parte dei produttori e dei commercianti. E questi costi ricadranno sui consumatori finali».