Eppure le proteste degli agricoltori si sono concentrate sul Green deal europeo
Agroalimentare toscano da record, nell’ultimo anno l’export è cresciuto di 160 mln di euro
Coldiretti Toscana: «Il primato del Made in Tuscany all’estero è trainato da un’agricoltura tra le più green d’Europa»
[20 Marzo 2024]
I prodotti agroalimentari della Toscana non sono mai andati così bene sui mercati internazionale, tanto da raggiungere nel 2023 un volume di esportazioni pari a 3,5 miliardi di euro: 160 mln di euro in più rispetto all’anno precedente (+5%), secondo i dati Istat.
Il temuto rallentamento non c’è stato. Il mercato Ue ha tenuto molto bene con incrementi anche importanti, così come quello statunitense che rappresenta il primo sbocco extra Ue – commenta Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana – Questi risultati sono ancora più significativi alla luce dell’attuale contesto geopolitico ed economico ma anche del fenomeno del tuscany sounding e delle frodi agroalimentari che generano un volume d’affari pari a quello delle esportazioni. In questo senso il nuovo regolamento europeo sulle Dop e Igp approvata dal Parlamento europeo punta ad alzare il livello di protezioni, anche sulle piattaforme online, per tutelare le produzioni di qualità del nostro Paese e della nostra regione. La riforma è una delle poche buone cose fatte dall’Europa in questi anni».
Un richiamo alle forti critiche che Coldiretti, in qualità di maggiore associazione di rappresentanza del mondo agricolo nazionale, ha rivolto negli ultimi mesi al Green deal europeo.
Eppure, a fronte del successo conquistato sui mercati internazionali, l’ecologia viene presentata come un punto di forza: «Il primato del Made in Tuscany all’estero è trainato da un’agricoltura tra le più green d’Europa con – evidenzia Coldiretti Toscana – con il 34% delle superfici biologiche e quasi 10 mila operatori impegnati, 467 specialità alimentari tradizionali e 90 filiere del cibo e del vino Dop e Igp sostenute dal progetto di Campagna Amica, la dalla più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori».
Un’occasione che porta a riflettere sui reali problemi che affliggono il mondo agricolo, a partire dai bassi prezzi per i prodotti agricoli riconosciuti ai piccoli imprenditori, e al divario di risorse a favore delle grande aziende.