Coldiretti: ci vogliono i migranti. Con il cambiamento climatico, raccolti a rischio senza stagionali

Subito il decreto flussi per i lavoratori stagionali extracomunitari

[7 Marzo 2019]

Coldiretti lancia un allarme che è sia climatico che politico/economico/sociale: «Il caldo ha anticipato la maturazione dei raccolti che rischiano di rimanere nei campi senza il via libera all’ingresso in Italia dei lavoratori stagionali extracomunitari».
Per questo la più grande associazione agricola italiana chiede «L’immediata approvazione del Decreto Flussi 2019 che regola l’arrivo di manodopera dall’estero. Si tratta di una esigenza per l’agricoltura italiana dove i dipendenti stranieri offrono oltre un quarto della forza lavoro necessaria al settore».
Anche se sono di questi giorni le conferme dei salari da fame (quando li prendono) dati ai lavoratori migranti che raccolgono la verdura e la frutta che mangiamo, Coldiretti ricorda che «Sono molti i “distretti agricoli” dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte fino agli allevamenti da latte in Lombardia dove a svolgere l’attività di bergamini sono soprattutto gli indiani».
Una sfilza di aree ad elevato consenso leghista dove il “prima gli italiani” scompare non appena c’è bisogno di manodopera a basso costo e disposta a fare lavori (ed orari) che raramente sono disposti a fare quelli che seduti al bar per l’aperitivo dicono «Ci rubano il lavoro».
Ma Coldiretti sottolinea un altro aspetto dei difficili tempi che viviamo: «L’andamento climatico aggrava il preoccupante ritardo che si registra rispetto allo scorso anno quando il via alla presentazione delle domande di ingresso on line, con il cosiddetto click day, scattarono il 31 gennaio. Nel 2018 era stato autorizzato l’ingresso di 18 mila lavoratori stagionali provenienti da Albania, Algeria, Bosnia-Herzegovina, Corea (Repubblica di Corea), Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina. La maggioranza ha trovato lavoro in agricoltura che, insieme al turismo, è il settore che ha offerto maggiori opportunità occupazionali».
Insomma, se vogliamo restare tra i primi, abbiamo bisogno del lavoro degli ultimi e il governo anti-immigrati dovrà aprire come prima e più di prima le porte ai lavoratori migranti extracomunitari.