Etichettatura degli Ogm, referendum a Washington: Monsanto potrebbe perdere
Il 64% degli elettori appoggia “Yes on I-522”
[16 Settembre 2013]
Le multinazionali sono pronte a mettere un sacco di dollari nella battaglia per far fallire il referendum sull’etichettatura degli Ogm nello Stato Usa di Washington, ma i promotori dicono che questa volta, a differenza di quanto successo pochi mesi fa in California, l’intervento di colossi del bio-tech nella campagna elettorale potrebbe non avere un gran peso nel risultato finale del referendum.
Monsanto la scorsa settimana hanno investito 4,5 milioni dollari e DuPont Pioneer 3,2 milioni di dollari per finanziare la campagna contro l’I-522, una iniziativa elettorale per l’etichettatura nel piccolo ma vivacissimo e progressista Stato di Washington, dimostrando che intendono dare anche in questo referendum un forte contributo ai contrari. Anche l’industria alimentare sembra pronta ad avviare la sua campagna pro-Ogm che finora è stata sostenuta soprattutto da Grocery Manufacturers Association, Monsanto, Bayer CropScience, Dupont Pioneer e Dow AgroSciences.
Robb Fraley, vice presidente esecutivo e chief technology officer di Monsanto, ha detto che 4,5 milioni di dollari servono a sostenere una campagna contro l’etichettatura degli Ogm a Washington «per le stesse ragioni per le quali ci siamo opposti all’iniziativa California. La ragione per cui le persone stanno finanziando le campagne per l’etichettatura obbligatoria è perché fondamentalmente vogliono sbarazzarsi del biotech e vogliono che il biotech subisca la stessa sorte del sale o dello zucchero e sia visibile in etichetta, e questo la scienza non lo supporta».
Prima delle recenti donazioni delle multinazionali Ogm i finanziamenti ai comitati “Yes on I-522” e “No on 522” erano uguali: circa 3,3 milioni a testa. Ora, nell’arco di una settimana, la campagna “No on 522” ha 11 milioni dollari, quasi 4 volte tanto quanto i promotori del referendum. I comitati elettorali di Washington possono raccogliere e spendere una quantità illimitata di denaro, ma devono comunicare regolarmente i loro donatori, come vuole il “super-PAC” a livello federale.
Katherine Paul, portavoce di Organic Consumers Association, uno dei più grossi finanziatori della campagna per l’etichettatura degli Ogm a Washington, ha detto: «E’ il ritorno del big money, ma non ne siamo sorpresi. Questa è una lotta tra consumatori e corporations mostruose»
La Initiative 522 chiede che nello Stato di Washington le materie prime agricole, i prodotti alimentari trasformati, i semi e le scorte di sementi, se prodotti attraverso ingegneria genetica, devono essere etichettati come geneticamente modificati quando vengono venduti.
Nel 2012 una referendum simile è stato sconfitto in California con uno scarto del 3% grazie ad un pesantissime intervento dell’industria alimentare ed i gruppi pro-ogm che hanno speso 46 milioni dollari (la Monsanto più di 8 milioni di dollari) nella campagna elettorale. Ma le cose a Washiongton potrebbero non andare altrettanto bene a Monsanto e company: per ora sia il fronte del No che quello de Sì hanno speso nella campagna elettorale solo una arte dei finanziamenti, anche perché il clima politico ed economico a Washington nel 2013 è molto diverso da quella che era in California nel 2012: i washingtonians sono da tempo ostili al cibo Ogm a causa del tentativo dell’industria per ottenere dalla Food and Drug Administration l’approvazione per un salmone geneticamente modificato. Una preoccupazione si è tradotta in sostegno diffuso, con piccole donazioni personali, per finanziare la campagna a favore dell’etichettatura.
Nello Stato di Washington la pesca commerciale produce circa 1,6 miliardi dollari all’anno e molto di questo è dovuto alla grande pesca del salmone.
Elizabeth Larter, portavoce di “Yes on I-522”, sottolinea: «Noi semplicemente non abbiamo miliardi di dollari, mentre le aziende hanno tasche profonde per finanziare queste iniziative, ma quello che abbiamo sono migliaia e centinaia di migliaia di Washingtonians». Monsanto DuPont Pioneer e gli altri sostenitori degli Ogm tremano perché un Sì all’etichettatura a Washington potrebbe cambiare il clima poliico per gli Ogm in tutti gli Usa, ma Organic Consumer Association avverte che rispetto alla California «ci vogliono molti meno soldi a saturare il mercato di Washington. Non ci aspettiamo di vedere i 46 milioni dollari che abbiamo visto in California. Siamo convinti che se alziamo abbastanza soldi, siamo in grado diffondere molti nostri spot e saturare il mercato».
Anche Evan Tracey, fondatore ed ex presidente di Campaign Media Analysis, è convinto che una campagna monotematica in un anno di pausa elettorale può penalizzare la campagna del blocco pro-ogm: «Da un lato può essere finanziata meglio rispetto agli altri, ma in un ambiente come questo non sempre funziona a loro vantaggio. Una delle parti può anche avere un megafono più grande, ma è possibile che ottenga rendimenti decrescenti». Ma Tracey osserva anche che «più soldi consentiranno una visibilità migliore, di finanziare e a fare più tipi di pubblicità – radio, stampa e digitale – che potrebbe ancora dare loro un vantaggio. In California l’anno scorso, la maggior parte del denaro è stato speso in spot televisivi».
Ma sembra che il fronte del no senta puzzo di sconfitta: diverse imprese che avevano finanziato la campagna contro l’etichettatura degli Ogm in California devono ancora dare contributi a Washington o non hanno investito molto. Ad esempio, Pepsico Inc. e Kraft Foods, che in California dettero un milione di dollari non hanno ancora aperto i cordoni della borsa a Washington e quindi, con meno imprese donatrici, la Grocery Manufacturers Association (Gma) ha dovuto dare molto di più di quanto avesse fatto in California.
La Gma ormai è occupata solo nella battaglia contro l’etichettatura degli Ogm, diventata la sua «unica priorità più alta» del 2012 ed ora definisce la Initiative 522 «confusa, inutile e costosa».
Ma per i sostenitori del sì è presto per cantar vittoria: la campagna “No on 522” potrebbe ricevere ancora più donazioni nei prossimi giorni, dopo che un sondaggio pubblicato la scorsa settimana che ha rivelato che il 64% degli elettori sono fortemente a favore dell’iniziativa per etichettare gli Ogm.
Se approvata, Washington sarebbe il primo Stato Usa ad avere l’etichettatura degli alimenti Ogm. Connecticut e Maine hanno approvato leggi sull’etichettatura, ma una vittoria a Washington potrebbe convincere altri Stati ad adottare misure analoghe.