Rimane critica la situazione nell'ex colonia italiana
Fao, dopo El Niño all’Etiopia occorrono aiuti per 45 milioni di dollari. E ora si teme La Niña
C'è una probabilità del 55% che si manifesti tra ottobre e novembre, portando sia alluvioni sia siccità
[16 Agosto 2016]
Mentre la principale stagione di semina volge al termine in Etiopia, settembre offre ancora un piccolo spiraglio di tempo agli agricoltori per piantare le ultime sementi, e produrre cibo per milioni di persone che soffrono la fame. Sempre che gli aiuti arrivino in tempo. Il documento sui bisogni umanitari in Etiopia, il Mid-Year Review of the Ethiopia Humanitarian Requirements Document sui Bisogni Umanitari (HRD) recentemente pubblicato, prodotto dal Governo etiope insieme alle agenzie ONU, alle organizzazioni non-governative e ad altri partner nel settore dello sviluppo, rivela che altre 700.000 famiglie necessitano urgentemente di assistenza agricola, portando il numero totale attorno ai 2,9 milioni ad agosto. Riuscire a soddisfare i bisogni del settore agricolo per il resto dell’anno richiederà 45 milioni di dollari portando il fabbisogno totale per il settore agricolo ai 91,3 milioni di dollari per il 2016.
La situazione generale della sicurezza alimentare è leggermente migliorata, con il numero di persone che necessitano di assistenza alimentare d’emergenza sceso da 10,2 milioni a 9,7 dall’inizio dell’anno. La siccità causata da El Niño ha provocato un fallimento su larga scala dei raccolti e la perdita di capi di bestiame cruciali per la sussistenza di contadini ed allevatori. Alla siccità sono seguite alluvioni stagionali, che hanno già arrecato danni alle coltivazioni e inondato i pascoli, e potrebbero esser ulteriormente aggravate dal fenomeno de La Niña, previsto a partire da ottobre.
«Se le alluvioni dovessero peggiorare verso la fine di quest’anno, potrebbero scoppiare epidemie di malattie delle colture e del bestiame, riducendo ulteriormente la produttività e rendendo più difficile la ripresa – ha detto Amadou Allahoury, rappresentante FAO in Etiopia – La situazione attuale è critica. Dobbiamo assicurarci che i contadini siano in grado di seminare tra oggi e settembre in modo da produrre cibo a sufficienza per sfamare loro stessi e le loro famiglie, evitando che milioni di persone debbano dipendere dall’assistenza alimentare per un altro anno. L’Etiopia ha urgente bisogno di aiuto globale per rispondere ai suoi bisogni umanitari, non c’è tempo da perdere».
La stagione meher è la principale stagione agricola del paese e produce fino all’85% della fornitura nazionale di prodotti alimentari. Se gli agricoltori non dovessero riuscire a seminare a sufficienza, il paese potrebbe dover fronteggiare delle gravi carenze nell’offerta alimentare, che potrebbero aggravare ulteriormente l’insicurezza alimentare e nutrizionale nel paese. Per garantire che l’ultima parte della stagione della semina di quest’anno venga sfruttata, si stima siano necessari 8,8 milioni di dollari per fornire materiale per la semina, legumi, sementi vegetali e cereali a 530.000 famiglie. La FAO stima che le famiglie che hanno perso piccoli ruminanti come le pecore avranno bisogno di almeno due anni per tornare ai loro livelli di produzione pre-siccità, mentre le famiglie che possedevano bovini potrebbero impiegare fino a quattro anni per riprendersi. Gli animali sopravvissuti alla recente siccità sono ancora deboli e vulnerabili alle malattie durante la stagione delle piogge; sono necessari 36,2 milioni di dollari per intraprendere gli interventi necessari a sostenere 2,4 milioni di famiglie (ovvero 12 milioni di persone) dipendenti dall’allevamento.
Stando ai rapporti meteorologici, c’è una probabilità del 55% che La Niña si manifesti tra ottobre e novembre, con due principali conseguenze per l’Etiopia: alluvioni nelle aree prevalentemente montane e collinari, ed ulteriori siccità nelle zone pianeggianti di Oromia e delle regioni Somale, dipendenti dall’allevamento. La FAO sta aiutando il governo a delineare un piano d’emergenza per affrontare i bisogni futuri. Con i fondi raccolti la FAO ha fornito gli input agricoli necessari a 127.000 famiglie (635.000 persone) nelle zone colpite da siccità, tra cui le regioni di Afar, Oromia, Tigray, Somali e SNNP. Fin’ora sono state fornite circa 3.700 tonnellate di sementi e 5,8 milioni di germogli di patata alle comunità bisognose. Supplementari quantità di semi di vegetali, cereali ed altre colture di tarda stagione sono attualmente in fase di acquisto e verranno distribuiti tra agosto e settembre.
La FAO ha inoltre fornito un supporto cruciale alle famiglie proprietarie di bestiame, distribuendo mangime animale, sostenendo la produzione di foraggio, ripristinando le zone per l’abbeveramento del bestiame e sta aiutando il governo a vaccinare e curare circa 1,4 milioni di animali. La FAO sta progettando di espandere le vaccinazioni e campagne di trattamento per via del fatto che molti animali sono stati indeboliti dalla siccità e sono esposti a malattie anche come risultato delle recenti inondazioni. Al fine di aumentare la copertura sia per gli agricoltori e allevatori colpiti dalla siccità e dalle inondazioni la FAO richiede 10 milioni di dollari entro la fine di settembre.
di Fao