Fao: entro il 2050 potrebbe essere a rischio il 90% del suolo fertile della Terra (VIDEO)
Fao e Global Soil Partnership promuoveranno la mappatura dei nutrienti del suolo in America centrale e nell'Africa subsahariana
[28 Luglio 2022]
Il 95% del cibo globale viene prodotto nel suolo. I suoli hanno la capacità di immagazzinare, trasformare e riciclare i nutrienti dei quali gli esseri umani hanno bisogno per sopravvivere. Dei 18 nutrienti essenziali per le piante, 15 sono forniti dal suolo, se è sano. Secondo la Fao, è probabile che entro il 2050 sarà a rischio ben il 90% del prezioso terriccio terrestre. Ogni 5 secondi nel mondo viene eroso suolo fertile per l’equivalente di un campo da calcio. Il problema è che ci vogliono circa mille anni per creare solo pochi centimetri di terriccio.
Il Global Symposium on Soils for Nutrition, organizzato da Fao e Global Soil Partnership e che termina domani, sta discutendo proprio della fertilità dei suoli globali e dei modi per migliorare la disponibilità di nutrienti del suolo per le colture senza danneggiare l’ambiente. Il meeting è stato l’occasione per presentare il rapporto “Soils for nutrition: state of the art” che ricorda che «Il cibo inizia dai suoli e, poiché la data obiettivo per raggiungere gli SDG si avvicina, è più urgente che mai invertire il degrado del suolo e affrontarne gli effetti sui sistemi agroalimentari. Questo opuscolo punta a rivedere il ruolo della fertilità del suolo nella produzione di cibo sufficiente, sicuro e più nutriente per piante, animali e persone più sani. Offre inoltre raccomandazioni per soluzioni in grado di fornire un sistema agroalimentare più nutriente per migliorare la salute e il benessere umani proteggendo nel contempo l’ambiente. La fertilità e la nutrizione del suolo coinvolgono processi su scale che vanno dalle molecole all’intero pianeta. I nostri interventi in questi processi possono esacerbare le sfide globali che dobbiamo affrontare, ma possono anche essere modificati per risolverli».
Aprendo il simposio globale, il direttore generale della Fao. Qu Dongyu ha ricordsato che «I suoli sani possono contribuire in modo significativo a porre fine alla fame e creare un pianeta sano, ma solo se affrontiamo le minacce globali del suolo, incluso lo squilibrio dei nutrienti. Il recente rapporto della Fao State of Food Security and Nutrition in the World ha confermato un aumento significativo dell’insicurezza alimentare e della malnutrizione globale come conseguenza di molteplici fattori, tra cui la pandemia di Covid-19, la crisi climatica e i conflitti in corso e l’aumento dei costi di carburante, mangimi e fertilizzanti. Inoltre, ci sono altri problemi come il degrado del suolo, le crescenti disuguaglianze, l’inquinamento e la perdita di biodiversità. Queste sfide complesse e sovrapposte devono essere affrontate, producendo anche alimenti sicuri, economici e nutrienti. Per raggiungere questo obiettivo, i sistemi agroalimentari devono essere trasformati per essere più efficienti, più inclusivi, più resilienti e più sostenibili Non possiamo realizzare l’Agenda 2030 e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile senza questa trasformazione e abbiamo solo 7 anni per farlo. I terreni sani sono il nostro alleato per trasformare questa trasformazione in realtà.
Il direttore generale della Fao ha citato l’esempio dei “terreni neri”, che producono circa i due terzi del raccolto mondiale di semi di girasole, il 30% del grano e il 26% delle patate: «I suoli neri non solo sostengono le persone che vivono sulla terra, ma contribuiscono anche in modo significativo a nutrire il mondo attraverso la loro grande quota di esportazioni di cibo. Purtroppo, la perdita di fertilità del suolo significa che molti ortaggi e frutta non sono così ricchi di vitamine e sostanze nutritive come lo erano 70 anni fa. Oggi, due terzi della popolazione mondiale è a rischio di carenza di nutrienti».
Nel rapporto della Fao Status of the World’s Soil Resources, lo squilibrio dei nutrienti nel suolo è identificato come «Una delle principali minacce globali al suolo, causata dal sottoutilizzo, dall’uso improprio e dall’uso eccessivo dei nutrienti. L’uso eccessivo o improprio dei fertilizzanti ha anche effetti negativi sugli ecosistemi e contribuisce al cambiamento climatico, anche attraverso la perdita di biodiversità e le emissioni di gas serra».
Qu ha fatto notare che «La traduzione di questi impatti in perdite economiche ammonta a circa 200 miliardi di dollari all’anno. Inoltre, i costi per la salute umana e l’impatto sugli ecosistemi acquatici e terrestri ammontano a 400 miliardi di dollari – 4.000 miliardi di dollari all’anno».
Il direttore generale della FAO ha riassunto alcune iniziative per gestire il suolo in modo sostenibile: «Le Voluntary Guidelines for Sustainable Soil Management sono uno strumento chiave. The International Code of Conduct for the Sustainable Use and Management of Fertilizers costituisce un approccio trasversale a un problema complesso. Dobbiamo utilizzare questi strumenti e cercare soluzioni trasversali che accolgano soluzioni positive per la natura, come biofertilizzanti, aumento della materia organica del suolo e diversificazione delle colture. Dovremmo anche ottimizzare gli strumenti tecnologici per un uso più preciso dei fertilizzanti e promuovere l’economia circolare. Dobbiamo anche supportare informazioni migliori sul suolo e sistemi di monitoraggio, protocolli di analisi del suolo armonizzati, valutazione della qualità dei fertilizzanti e consentire agli agricoltori di adottare buone pratiche».
E, a proposito di buone pratiche, grazie a un contributo di 20 milioni di dollari del governo statunitense, la Fao avvierà in Centro America e nell’Africa sub-sahariana un progetto per la mappatura digitale dei nutrienti del suolo che può migliorare l’efficienza nell’uso dei fertilizzanti e contribuire a rafforzare la sicurezza alimentare e la nutrizione.
Secondo Qu Dongyu, «Questo contributo è tempestivo e ci consente di aumentare l’uso della mappatura del suolo nelle regioni nelle quali è più necessario e dove stiamo assistendo a un calo dell’uso di fertilizzanti a causa dell’aumento dei prezzi. Capendo di quali nutrienti hanno bisogno i nostri terreni e le nostre colture, ridurremo gli sprechi quando applichiamo i fertilizzanti e ne aumenteremo l’efficacia».
La rappresentante permanente Usa alla Fao, Cindy McCain, ha annunciato il contributo durante una visita sul campo di una settimana in Guatemala e Honduras. La Fao evidenzia che «I fondi aiuteranno ad affrontare quella che ha definito una crisi alimentare globale senza precedenti e ad affrontare le esigenze sia immediate che a lungo termine che molti Paesi stanno affrontando a causa dell’aumento vertiginoso dei prezzi di cibo e fertilizzanti. Anche gli impatti della crisi climatica, come la frequente siccità, le inondazioni e le alte temperature, mettono a rischio la sicurezza alimentare e la nutrizione. La gestione sostenibile dei suoli per aumentare la resilienza e adattarsi a questi cambiamenti è essenziale e deve basarsi su decisioni informate e su un monitoraggio continuo della salute del suolo».
Il finanziamento sarà utilizzato principalmente per condurre una mappatura mirata dei nutrienti del suolo per sistematizzare e migliorare le mappe del suolo esistenti in Guatemala e Honduras, nonché in altri Paesi dell’America centrale e dell’Africa subsahariana, e la McCain ha fatto notare che in queste regioni «La Fao ha una comprovata esperienza nella costruzione capacità e digitalizzazione delle mappe del suolo, che hanno un impatto rapido e positivo sui raccolti e sulla sostenibilità».
La Fao sta già sostenendo il progetto pionieristico “Using Soil Maps to Promote Efficient Use of Fertilizers” in Etiopia, dove l’agricoltura – quasi tutta praticata da piccoli proprietari – rappresenta il 40% dell’attività economica a valore aggiunto e dà lavoro a più dell’80% della popolazione. «Un’iniziativa – spiega ancora l’agenzia Onu – che ha utilizzato tecnologie di mappatura digitale dei nutrienti del suolo per generare informazioni tempestive, in particolare su come ottimizzare l’uso dei fertilizzanti, e ha già portato ad aumenti della resa e della disponibilità di cereali di alta qualità nel paese. Promuovendo la creazione di database nazionali del suolo e sistemi di informazione del suolo come beni pubblici da utilizzare da parte dei responsabili politici, il settore privato e in particolare gli agricoltori possono generare benefici a lungo termine, nonché migliorare la flessibilità a breve termine per adattarsi alle tendenze dei mercati dei fertilizzanti e del clima dinamica senza compromettere la resa».
Secondo l’ultimo rapporto “The State of Food Security and Nutrition in the World” della Fao, in Guatemala e Honduras In Guatemala e Honduras è denutrita circa una persona su 6 e circa la metà non può permettersi una dieta sana. In Centro America circa un terzo dei seminativi è costituito da suoli degradati, sostanzialmente in linea con la media globale, la Fao ricorda che «L’agricoltura si è tradizionalmente basata sulle montagne della subregione, i cui pendii sono particolarmente vulnerabili alle frane e all’erosione idrica. Queste forze, esacerbate da condizioni meteorologiche estreme catalizzate dal fenomeno de La Niña, i cui effetti sono spesso ulteriormente amplificati dalla deforestazione e da altri fattori umani, rimuove il terriccio ricco di sostanza organica e può innescare squilibri nutrizionali del suolo. Uno dei risultati è una costante pressione migratoria verso l’esterno, dalle aree rurali alle città e dalle città all’estero. La povertà e la vulnerabilità ai disastri che devastano i mezzi di sussistenza sono particolarmente intense nel Corredor Seco de América Central, dove vivono 10 milioni di persone, il che lo rende un obiettivo primario per le iniziative di rafforzamento della resilienza che sosterranno le mappe del suolo. La Fao sta creando il Latin America and Caribbean Soil Information System (SSLAC) che fornisce i dati storici sul suolo provenienti da tutta la regione.
La Fao sta sostenendo i Paesi di tutto il mondo nella creazione di sistemi di informazione del suolo nazionali e nello sviluppo di mappe globali gestite dai Paesi, tra le quali la Global Soil Organic Carbon Map, la Global Soil Organic Carbon Sequestration Potential Map, la Global Salt Affected Soils Map e la Global Black Soil Distribution Map. Ad oggi, la Global Soil Partnership ha coinvolto più di 500 esperti nazionali di 52 paesi dell’America centrale e dell’Africa subsahariana e li ha supportati nella produzione di dati ad alta priorità incentrati sulle principali minacce del suolo, sul potenziale delle risorse del suolo per affrontare gli impatti di la crisi climatica e affrontare l’insicurezza alimentare. Inoltre, la Fao sta collaborando con i Paesi membri alla preparazione delle mappe globali dei nutrienti e del bilancio dei nutrienti del suolo per prendere decisioni efficaci per aumentare la salute e la produttività del suolo e sta lavorando alla creazione del Global Soil Information System (GLOSIS) e del Global Soil Laboratory Network (GLOSOLAN) per migliorare le capacità dei laboratori del suolo, compresa la spettroscopia del suolo per una caratterizzazione rapida, economica e non distruttiva delle proprietà del suolo».
La Fao-Unesco Soil Map of the World, lanciata nel 1961 e da allora costantemente aggiornata, è una base di riferimento mondiale e i suoi ulteriori sviluppi, che spesso utilizzano tecnologie geospaziali e di machine-learning, stanno portando a una maggiore precisione e a strumenti politici sensibili alla nutrizione, nonché a percorsi per migliorare il ritorno sugli investimenti da fattori di produzione agricoli come i fertilizzanti.