Giornata internazionale delle popolazioni indigene. Onu: proteggere le donne indigene anche durante le migrazioni (VIDEO)
Promuovere i diritti delle donne indigene e il loro ruolo nelle discussioni politiche per la Fame Zero
[9 Agosto 2018]
Nel mondo ci sono circa 370 milioni di “indigeni” che vivono in 90 Paesi e, anche se costituiscono meno del 5% della popolazione mondiale, rappresentano il 15% dei più poveri del mondo. In occasione della Giornata internazionale delle popolazioni indigene(International Day of the World’s Indigenous Peoples),il segretario generale dell’Onu e António Guterres ha messo in luce i fattori che spingono gli indigeni a migrare «all’interno dei loro Paesi e oltre i confini internazionali nonostante il loro profondo legame spirituale con le loro terre e risorse».
Nel suo messaggio per l’International Day Guterres ha sottolineato che «Alcuni [indigeni] sono soggetti a dislocamento o trasferimento senza il loro consenso libero, preventivo e informato. Altri stanno sfuggendo alla violenza e alla guerra o alle devastazioni dei cambiamenti climatici e al degrado ambientale e molti migrano alla ricerca di migliori prospettive e occupazione per se stessi e le loro famiglie».
Guterres ha affermato che «Mentre la migrazione è un’opportunità, comporta anche rischi intrinseci», in particolare per «Le condizioni insicure e non igieniche nelle quali in molti finiscono per vivere, specialmente nelle aree urbane. Ad esempio, in America Latina, circa il 40% di tutte le popolazioni indigene vive in aree urbane, con una cifra che alcuni Paesi della regione arriva all’80% in. Molti non hanno accesso ai servizi pubblici e spesso subiscono discriminazioni».
Il segretario generale dell’Onu ha ricordato che «Le donne e le ragazze indigene sperimentano tassi sproporzionatamente elevati di tratta e altre forme di violenza. I giovani indigeni devono affrontare domande complesse riguardo alla loro identità e ai loro valori».
Propria alle persone più vulnerabili dei popoli indigeni, le donne, pensava il direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, quando ha invitato i Paesi a unirsi alla campagna per promuovere i diritti delle donne indigene e incoraggiare la loro partecipazione alle discussioni politiche per raggiungere l’obiettivo di sviluppo sostenibile della Fame Zero.
«Chiediamo ai Paesi di impegnarsi per garantire un posto alle donne indigene nei processi decisionali – ha detto da Silva in un videomessaggio per la Giornata internazionale delle popolazioni indigene – Senza di loro, non possiamo raggiungere l’obiettivo di Fame Zero e non raggiungeremo uno Sviluppo Sostenibile. Ci sono circa 400 milioni di indigeni nel mondo; circa la metà di loro sono donne. Le popolazioni indigene svolgono un ruolo importante nel porre fine alla fame. I popoli indigeni sono i custodi della biodiversità del mondo. Sono i difensori delle terre e dei territori di cui si prendono cura, per le generazioni future. Tuttavia, troppo spesso le popolazioni indigene non hanno visto rispettati i loro diritti collettivi alle loro terre ancestrali, ai territori e alle risorse».
La Fao ricorda che »Le donne indigene allevano bestiame, coltivano, pescano e cacciano per raccogliere cibo per le loro comunità. Sono anche considerate guardiani di sementi e piante medicinali. Nonostante il loro contributo, le donne indigene non fanno parte delle politiche e dei processi decisionali che influenzano le loro vite. Spesso le politiche di protezione sociale non riescono a includere le loro opinioni e necessità. E, nonostante la loro ricchezza di esperienza, il loro lavoro, le loro conoscenze e i loro bisogni non sono rappresentate nelle statistiche. Tutto questo le rende invisibili»,
Da quando ha adottato nel 2010 la Politica sui Popoli indigeni e tribali, la Fao ha potenziato il suo lavoro con le popolazioni indigene che comprende l’inclusione del Consenso libero, prioritario e informato nei progetti e nei lavori della Fao che fornisce una guida agli operatori sul campo nell’impegno con le popolazioni indigene. La Fao sostiene anche la promozione e la conservazione dei sistemi alimentari indigeni e l’emancipazione delle donne e dei giovani indigeni, anche attraverso le Scuole di leadership delle donne indigene in Asia e America Latina. Da maggio 2015, oltre 100 donne indigene sono state formate per diventare promotrici dei diritti umani, della sicurezza alimentare e della nutrizione in Bolivia, Perù, India, Filippine, Panama, El Salvador e Paraguay.
Per i popoli indigeni i cui territori sono divisi da confini internazionali, Guterres ha chiesto che ha chiesto una maggiore cooperazione inter-frontaliera «In modo che la loro identità, le loro occupazioni e le loro pratiche tradizionali possano essere salvaguardate».
Anche Audrey Azoulay, direttrice generale dell’Unesco, si è concentrata sulle migrazioni, spiegando che «La migrazione influenza il modo di vivere di molte popolazioni indigene, siano esse società pastorali nomadi, o popoli di cacciatori-raccoglitori che percorrono diverse centinaia di chilometri, al fine di beneficiare delle risorse uniche del loro ecosistema e di preservare un delicato equilibrio. Tuttavia, le popolazioni indigene sono ora sempre più esposte alle migrazioni forzate, che sono spesso il risultato di disastri ambientali o conflitti sociali e politici. Mentre sono cacciati dai loro territori, i popoli indigeni vedono il loro stile di vita e le loro culture disintegrarsi e svanire, spesso senza alcuna prospettiva di ritornare».
Riferendosi al Global Compact per la migrazione, che gli Stati membri dell’Onu si sono impegnati ad adottare entro la fine dell’anno, Guterres è convinto che «Stabilirà un quadro internazionale per la cooperazione regionale e globale e fornirà una piattaforma per massimizzare i benefici della migrazione e del sostegno ai gruppi di migranti vulnerabili, compresi i popoli indigeni». Poi ha chiesto la piena attuazione della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni , «compresi i diritti all’autodeterminazione e alle terre, territori e risorse tradizionali» e ha concluso: «E’ essenziale proteggere i diritti e le identità delle popolazioni indigene, E, ovunque vivano, facciamo in modo che le popolazioni indigene godano del riconoscimento per i loro contributi e dell’opportunità di prosperare e prosperare in pace su un pianeta sano».