Greenpeace blocca una nave carica di soia destinata a diventare mangime
Il blitz stamattina nel porto di Amsterdam. L’Italia quarto importatore Ue di soia brasiliana
[11 Maggio 2022]
Attiviste e attivisti di Greenpeace di 1 Paesi europei, Italia inclusa, stanno bloccando da stamattina la nave mercantile Crimson Ace di fronte all’ingresso al porto olandese di Amsterdam. Partecipano alla protesta pacifica anche alcuni leader dei Popoli Indigeni brasiliani a bordo della barca a vela “Beluga” di Greenpeace, mentre i climber dell’associazione ambientalista bloccano i cancelli di ingresso al porto e alcuni gommoni presidiano l’area.
La nave, lunga 225 metri trasporta 60.000 tonnellate di soia brasiliana destinata all’Europa e che verrà utilizzata in gran parte come mangime per gli animali rinchiusi negli allevamenti intensivi e destinati al macello o alla produzione di latticini.
Greenpeace denuncia che «Sulla spinta della crescente domanda di mangimi per animali, dal 1997 ad oggi la produzione mondiale di soia è più che raddoppiata. E sebbene circa due terzi dei terreni agricoli europei siano oggi dedicati alla produzione di colture destinate alla mangimistica, queste risultano comunque insufficienti a sfamare il gran numero di animali allevati in Europa, con il risultato che le importazioni di soia sono ormai talmente elevate da rappresentare il principale contributo dell’Unione europea alla deforestazione globale. Per fare spazio a piantagioni e pascoli, infatti, preziosi ecosistemi vengono distrutti e i diritti dei Popoli che li abitano e proteggono da sempre vengono violati. Per esempio, il Pantanal, la zona umida più grande del mondo, ha già perso più del 30 per cento della sua estensione».
Alberto Terena, leader del Popolo Terena dello Stato brasiliano del Mato Grosso do Sul aggiunge che «Per nutrire gli animali degli allevamenti siamo stati cacciati dalle nostre terre e i nostri fiumi sono stati avvelenati. L’Europa condivide la responsabilità della distruzione delle nostre terre ancestrali: chiediamo ai ministri di non perdere l’opportunità di invertire rotta»
L’Italia è il principale importatore europeo di soia dopo Olanda, Spagna e Germania: nel 2021 ha importato oltre 4 milioni di tonnellate di soia. il 10% di quella arrivata nell’Unione europea e, nonostante i gravi attacchi all’ambiente e ai diritti umani perpetrati dal governo del presidente neofascista brasiliano Jair Bolsonaro, quest’anno l’import italiano di soia brasiliana è aumentato rispetto al 2020.
Martina Borghi, campagna foreste di Greenpeace Italia, fa notare: «Ma la soia e la carne sono solo un esempio delle materie prime e dei prodotti importati dall’Unione europea la cui estrazione, raccolta o produzione ha un grave impatto negativo su foreste, altri importanti ecosistemi e diritti umani dei Popoli nativi. Con la nostra azione pacifica nel porto di Amsterdam chiediamo di mettere fine a questo scempio: vogliamo una normativa comunitaria ambiziosa che impedisca l’ingresso sul mercato europeo di prodotti e materie prime legati alla distruzione della natura e alle violazioni dei diritti umani».
Greenpeace Italia chiede al ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani e agli altri ministri dell’ambiente dei 27 Paesi Ue che il 28 giugno si incontreranno per discutere la bozza della nuova normativa che potrebbe finalmente impedire di importare deforestazione nell’Ue, di «Colmare le lacune dell’attuale normativa».