I prezzi dei generi alimentari sono aumentati per il quarto aumento mensile consecutivo
A novembre l’aumento dei prezzi a livello globale è stato guidato dai prodotti lattiero-casea
[2 Dicembre 2021]
Secondo il FAO Food Price Index, a novembre il prezzo delle materie prime alimentari nei mercati internazionali è salito per il quarto mese consecutivo, trainato dalla forte domanda di grano e latticini.
A novembre, l’Indice dei prezzi alimentari della Fao, che tiene traccia delle variazioni mensili dei prezzi internazionali delle materie prime alimentari più comunemente scambiate, ha registrato una media di 134,4 punti. il livello più alto da giugno 2011 e l’1,2% in più rispetto a ottobre 2021, del 27,3% superiore al livello di novembre 2020.
L’indice Fao dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari ha guidato l’aumento di novembre con il 3,4% in più rispetto al mese precedente. La Fao spiega che «La forte domanda globale di importazioni di burro e latte in polvere è continuata mentre gli acquirenti cercavano di assicurarsi forniture spot in previsione della contrazione dei mercati».
A novembre, l’Indice Fao dei prezzi dei cereali è aumentato del 3,1% rispetto a ottobre ed è stato del 23,2% superiore al livello di un anno fa. La Fao evidenzia che «I prezzi all’esportazione del mais sono leggermente aumentati e i prezzi internazionali del riso sono rimasti sostanzialmente stabili, mentre i prezzi del grano hanno raggiunto il livello più alto da maggio 2011. L’aumento ha rispecchiato la forte domanda in un contesto di scarse forniture, in particolare di grano di qualità superiore, mentre i prezzi sono stati sostenuti anche dai timori per le piogge insolite in Australia e l’incertezza su possibili modifiche alle misure di esportazione nella Federazione Russa».
L’indice Fao dei prezzi dello zucchero a novembre è stato dell’1,4% in più rispetto a ottobre e quasi il 40% in più rispetto al livello di novembre 2020 e la Fao dice che «L’aumento è stato principalmente guidato dai prezzi più elevati dell’etanolo, sebbene le grandi spedizioni dall’India e le prospettive positive per le esportazioni di zucchero dalla Thailandia abbiano mitigato la pressione al rialzo sulle quotazioni».
L’indice dei prezzi dell’olio vegetale della Fao è diminuito dello 0,3% rispetto al massimo record raggiunto in ottobre, riflettendo valori più bassi per gli oli di soia e colza, nonché i prezzi più bassi del petrolio greggio. I prezzi internazionali dell’olio di palma sono rimasti stabili.
L’indice dei prezzi della carne della Fao è diminuito dello 0,9%, il quarto calo mensile consecutivo. Influenzato dalla riduzione degli acquisti di carne suina da parte della Cina che ha portato a una riduzione delle quotazioni internazionali, mentre anche i prezzi degli ovini sono diminuiti drasticamente a causa dell’aumento delle forniture esportabili dall’Australia. I prezzi delle carni bovine e avicole sono rimasti sostanzialmente stabili.
Oggi la Fao ha pubblicato anche il nuovo “Cereal Supply and Demand Brief” che prevede che «La produzione mondiale di cereali nel 2021 raggiungerà 2.791 milioni di tonnellate, un nuovo record e lo 0,7% in più rispetto all’anno precedente. Rispetto al 2020, la produzione mondiale di cereali e riso dovrebbe aumentare, rispettivamente, dell’1,4% e dello 0,9%, mentre quella del grano diminuirà dell’1,0%. Si prevede che l’utilizzo mondiale di cereali nel 2021/22 aumenterà dell’1,7% a 2 810 milioni di tonnellate, mentre si prevede che le scorte mondiali di cereali entro la fine delle stagioni nel 2022 diminuiranno dello 0,9% rispetto ai livelli di apertura». Secondo la Fao, «Il conseguente rapporto scorte/uso del 28,6% indicherebbe comunque nel complesso una situazione di approvvigionamento confortevole».
La Fao prevede che nel 2021/ 2022 il commercio mondiale di cereali 22 aumenterà dello 0,7% a 480 milioni di tonnellate, con un’espansione prevista del 2,2% del commercio mondiale di grano che compenserà una più che probabile contrazione del commercio di cereali grezzi.
Secondo l’ultimo “Crop Prospects and Food Situation Report”, pubblicato sempre oggi, «I conflitti e la siccità stanno esacerbando le condizioni di insicurezza alimentare in diverse parti del mondo, in particolare nell’Africa orientale e occidentale». La FAO valuta che globalmente 44 paesi, di cui 33 in Africa, 9 in Asia e 2 in America Latina e Caraibi, hanno bisogno di assistenza esterna per il cibo.
I 44 paesi che necessitano di assistenza esterna per il cibo sono: Afghanistan, Bangladesh, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad, Congo, Repubblica Democratica Popolare di Corea, Repubblica Democratica del Congo, Gibuti, Eritrea, Eswatini, Etiopia, Guinea, Haiti, Iraq, Kenya, Libano, Lesotho, Liberia, Libia, Madagascar, Malawi, Mali, Mauritania, Mozambico, Myanmar, Namibia, Niger, Nigeria, Pakistan, Senegal, Sierra Leone, Somalia, Sud Sudan, Sudan, Siria, Uganda, Tanzania, Venezuela, Yemen, Zambia e Zimbabwe.
Il rapporto trimestrale fornisce anche aggiornamenti sulle tendenze del raccolto di cereali, prevedendo che «La produzione nel 2022 crescerà del 2% nei Paesi sviluppati, ma si contrarrà leggermente dello 0,1% nei Paesi in via di sviluppo. Per i paesi a basso reddito con deficit alimentare, la contrazione dovrebbe essere del 2,4% a causa dei significativi cali previsti nel Vicino Oriente e nell’Africa orientale».