Il lato oscuro dell’estrazione del litio in Sudamerica

In Argentina la lotta della comunità contadina in difesa dell'acqua contro la piaga dell’estrattivismo, grazie al ruolo-guida delle donne

[24 Dicembre 2020]

Johanna Villagràn è nata a Tatòn, nella valle di Fiambalà in Catamnarca, Argentina. Tatòn è un piccolo villaggio che si trova in mezzo a un paesaggio quasi surreale di montagne e dune desertiche. È il luogo dove la neve delle Ande si trasforma in acqua e scorre a dissetare la valle. Qui si trova anche il progetto estrattivista detto delle “Tres quebradas” dell’azienda Liex S.A, concessionraia della Neo Lithium Corp. (compagnia canadese), un sito minerario che quest’acqua si prende e utilizza nel ciclo dell’estrazione del litio, il cosideettò carburante verde, di cui l’Argentina è il secondo produttore al mondo e che di verde ha ben poco nella sua fase di estrazione ed esportazione.

Johana è una delle attiviste che qui si battono perchè questo territorio venga restituito agli abiatanti insieme ai tanti dirritti che sono stati loro tolti con l’istallazione delle miniere: “Nel nostro territorio di Catamarca, stanno avanzando sempre più imprese minerarie. Queste imprese violano i nostri diritti, come il diritto all’acqua, che è uno dei nostri diritti fondamentali che abbiamo per la vita, per poter sopravvivere dove viviamo. Le attività minerarie contaminano le sorgenti in montagna. Queste acque riforniscono le comunità in cui viviamo, dove possiamo svilupparci, dove possiamo produrre il nostro cibo”.

Per contrapporsi a questo scempio lei e molti altri abitanti della zona portano avanti attività agroecologiche, producono e conservano semi creoli e autoctoni e recuperano antiche ricette tradizionali. Johana qualche anno fa è diventata presidente dell’Associazione dei contadini di Abaucán (Acampa) e in questa veste oraganizza la Fiera dei semi che si tiene ogni anno con bancarelle, cibom, piante e artigiani che provengono da tutta la valle. È una tradizione antica questa fiera, così come la pratica di conservare semi: “Mia madre Elena, lo faceva e ci ha trasmesso il valore di questa attività, come sua madre aveva fatto con lei. Con i nostri semi possiamo produrre cibo sano e in modo independente”. Tre generazioni dopo, Carla, la figlia maggiore di Johana, a soli 14 anni lavora a FM Horizonte, l’unica stazione radio comunitaria della valle, nata dalla lotta della comunità contadina in difesa dell’acqua. Di generazione in generazione, ognuno con i propri mezzi e per la propria epoca, incarna la difesa delle proprie pratiche e la conoscenza della riproduzione della vita, conoscendosi come custodi dei beni comuni.

Johana Villagran, insieme ad altre leader e attiviste per i diritti umani e ambientali di Brasile, Perù e Colombia, partecipa alla campagna “Agua para los pueblos!” contro la piaga dell’estrattivismo che da decenni ormai colpisce tutta l’America Latina e in particolare quelle zone gestite in modo comunitario da popolazioni indigene basate su valori ancestrali.

Sono soprattutto le donne a parlare perché è su di loro che l’impatto è più violento e perché sono spesso loro all’interno delle comunità a praticare una vera resistenza e a guidare questa lotta alle ingiustizie e alle devastazioni.

La campagna internazionale “Aguas para los pueblos”, è un’iniziativa di informazione guidata da popolazioni autoctone, tradizionali e contadine in Argentina, Brasile, Colombia e Perù i cui diritti all’acqua, alla salute e alla protesta sono stati gravemente colpiti dalle società minerarie e siderurgiche transnazionali.

In ciascuno dei quattro paesi in cui si svolge la campagna, sono i partner del progetto a cui partecipa anche Cospe “Principi guida. Verso meccanismi di difesa per la protezione dei diritti umani in America Latina”, a sostenere  le iniziative delle comunità protagoniste dell’azione internazionale: Beienaveturados los probres in Argentina, Justiça nos Trilhos in Brasile, Pensamiento y Acción Social (Pas) in Colombia e CooperAcción in Perù.

di Cospe per greenreport.it