Il Messico ha vietato mais Ogm e glifosato

Grande vittoria del movimento campesino e ambientalista. Protesta l’agro-industria

[8 Gennaio 2021]

Con un decreto  pubblicato nel Diario Oficial de la Federación ed entrato in vigore il primo gennaio, ll governo di sinistra del presidente del Messico Andres Manuel Lopez Obrador si è impegnato a bandire entro 3 anni dal suo territorio il mais geneticamente modificato e il contestatissimo erbicida glifosato, suscitando il plauso delle associazioni ambientaliste e le proteste del settore agro-industriale.

Nel decreto si legge che le autorità messicanre «revocheranno e si asterranno dall’accordare dei permessi per la disseminazione nell’ambiente di sementi geneticamente modificate». Le importazioni di mais OGM saranno gradualmente ridotte fino a che, entro 3 anni, non verrà concesso più nessun permesso. Una misura che, secondo il governo,  punta a contribuire alla sovranità alimentare e a proteggere il mais indigeno del Messico, un Paese grande importatore di mais (714.900 tonnellate) che è l’ingrediente base dei messicani.

Il glifosato, classificato come probabile cancerogeno dall’International Agency for Research on Cancer  (IARC) dell’Organizzazione mondiale della sanità sarà progfressivamente vietato nei campi del Messico, fino alla sua totale interdizione il 31 gennaio 2024 e gli enti pubblici devono immediatamente astenersi dall’acquistare o utilizzare il glifosato e l’agro-industria deve cercare alternative sostenibili  come «i prodotti agrochimici, biologici o organici a bassa tossicità, le pratiche agro-ecologiche o quelle che necessitano di un utilizzo intensivo di manodopera».

Greenpeace México esulta e ricorda che «Promuovere il divieto in Messico di organismi geneticamente modificati (OGM) noti anche come transgenici è stata oggetto di innumerevoli battaglie negli ultimi 21 anni per Greenpeace México. Greenpeace México, insieme a diverse organizzazioni di agricoltori, consumatori, accademici, ricercatori, artisti e intellettuali, ha denunciato che i transgenici e il loro pacchetto tecnologico causano danni alla salute umana e ambientale». Come gli scienziati hanno verificato in varie ricerche. Sia gli OGM che l’erbicida glifosato hanno gravi ripercussioni sugli agricoltori e sulle popolazioni indigene del Messico. A rischio anche la diversità delle varietà agricole conservate nei campi, essenziali per la produzione alimentare del nostro Paese. Il che allontana sempre più dal godere della sovranità alimentare e dell’autosufficienza».

Gli ambientalisti fanno notare che « Il Messico è considerato il centro di origine, domesticazione e diversificazione di 59 razze di mais e altre colture, tra cui peperoncino, fagioli, zucca, vaniglia, cotone, avocado, cacao e amaranto. Va ricordato che in agricoltura il vero progresso sono le tecniche agricole sostenibili, l’agricoltura ecologica, la protezione dell’agrobiodiversità, la conservazione della fertilità del suolo, lo sviluppo di modelli locali, basati su varietà tradizionali e agroecosistemi. E’ arrivato il momento di estinguere il debito storico con la diversità genetica in Messico e celebriamo il divieto del mais transgenico e il progressivo divieto del glifosato entro il 2024, poiché sono passi importanti per avanzare verso una produzione ecologica che preserva la biodiversità e l’agrobiodiversità forgiate dalle mani agricoltori da millenni, dandoci l’opportunità di godere di un ambiente sano e di un sistema agroalimentare verde ed equo».

Non è assolutamente d’accortdo Protección de Cultivos, Ciencia y Tecnología (Proccyt), l’irganizzazione che rappresenta il settore agro-industriale messicano che ha definito la decisione del governo «un passo indietro. E’ un affronto, manifesto e opportunista, che colpisce tutta la campagna messicana e mette in pericolo la stabilità dei prezzi e la disponibilità di alimenti strategici mais».

Inoltre, secondo Proccyt, gli agricoltori messicani perderanno in competitività con gli agricoltori degli altri Paesi che utilizzano il glifosato, in particolare quelli statunitensi.

La realtà è che con questa decisione il Messico si mette alla testa di un movimento latinoamericano e mondiale per un’agricoltura più rispettosa dell’ambiente e che riscopre le varietà autoctone. Un atteggiamento molto diverso da quello dell’Argentina che è diventato il primo Paese al mondo ad approv are la commercializzazione di grano OGM, mentre in Colombia si comincia a mettere in discussione la decisione del governo di irrorare dal cielo con il glifosato le piantagioni di coca clandestine a causa degli enormi danni ambientali e per la salute umana che provoca. In Europa, per ora, solo il piccolo Lussemburgo si è impegnato a fare a meno del glifosato, la cui autorizzazione all’immissione in commercio nell’Unione Europea è valida fino alla fine del 2022.

In realtà, come fa notare Eugenio Fernández Vázquez su Pie de Página, la decisione del goveno è «Un’enorme vittoria per il movimiento campesino e ambientalista messicano e deve essere una chiamata a raddoppiare gli sforzi e le lotte per trasformare in profondità le campagne della nazione. nazionali. La pubblicazione del decreto è il trionfo di centinaia di organizzazioni, gruppi e attori politici ed economici a tutti i livelli, interni ed esterni al governo federale, che hanno affrontato l’enorme apparato politico che le grandi aziende agroindustriali nazionali e transnazionali hanno costruito. Le versioni precedenti della bozza di decreto apparse per tutto il 2020 dimostravano che i suoi avversari includevano anche molti protagonisti del governo federale, in particolare l’allora capo dell’ufficio presidenziale, Alfonso Romo, e i suoi alleati nel governo. Fortunatamente, hanno perso e il Paese ha vinto. Se la vittoria non è andata a  loro, è dovuto al lavoro instancabile delle organizzazioni contadine e della società civile, da Greenpeace all’ANEC (Asociación Nacional de Empresas Comercializadoras de Productores del Campo, ndr), passando dalle organizzazioni del colectivo Ma OGM e da innumerevoli altri gruppi, che non hanno mai mollato nel chiedere a López Obrador di mantenere la parola data. Organizzazioni e leader in difesa dello stile di vita contadino e dell’ambiente hanno svolto un compito meticoloso di non far passare un giorno senza rivedere i decreti pubblicati,  diffondere informazioni, convincere gli attori di tutti gli ambiti e settori, senza i quali questo enorme progresso non sarebbe stato ottenuto».

Ma Vázquez  evidenzia che, «Nonostante tutto questo e l’enorme trionfo, è solo un primo passo. Il glifosato non è il nemico da battere, ma uno dei loro strumenti. Il nemico da sconfiggere è questa agricoltura industriale che oggi ci domina e che genera cittadini obesi e malnutriti, contadini poveri e multinazionali ricche. Per sconfiggere questo nemico, dobbiamo combattere non solo per vietare ciò che fa male, ma anche per andare verso una politica agricola riparatrice, che generi economie rurali e alimentari inclusive e diversificate, che offrano una via d’uscita dalla povertà e ridistribuiscano ricchezza e portino un nuovo rapporto del Paese con i suoi campi, foreste, giungle e deserti».

La vittoria contro il glifosato non è l’unica che il movimiento campesino e ambientalista  ha avuto con il primo governo di sinistra del Messico, anche se spesso si è trattatoi di misure giudicate timide e insufficienti. Vázquez fa l’esempio del programma Sembrando Vida che «Aveva un potenziale enorme e ci sono testimonianze aneddotiche in molti luoghi che consentono di essere moderatamente ottimisti. Altre testimonianze, invece, portano a stemperare questo ottimismo e ad affermare che è molto simile ai “pagamenti per fare poco o niente” dei 6 anni precedenti e che hanno contribuito allo sfilacciamento del tessuto organizzativo in vaste regioni del Paese. La mancanza di trasparenza in Messico significa che non sappiamo davvero cosa stia succedendo con il programma».

Vázquez  è però fiducioso e conclude: «In ogni caso, il nuovo decreto pone impegni che possono servire da ancora e riferimento per le successive battaglie in questa lotta in difesa delle campagne, del pianeta, dei contadini e degli altri abitanti del mondo, e contro chi vuole sottrarci le nostre risorse naturali. e arricchirsi a nostre spese. E’ significativo che lo scopo del decreto sia quello di sostituire il glifosato con “alternative sostenibili e culturalmente appropriate che consentano di mantenere la produzione e siano sicure per la salute umana, la diversità bioculturale del Paese e l’ambiente”. In quella frase c’è un impegno che non si realizzerà da solo: bisognerà pretendere che venga adempiuto ogni giorno».