Il Parlamento europeo approva le norme per ridurre l’inquinamento dell’industria e delle grandi aziende zootecniche. Sconfitta la destra
Gli ambientalisti: un passo nella giusta direzione
[12 Marzo 2024]
Con 393 sì, 173 no e 49 astensioni Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva l’accordo raggiunto con gli Stati membri sulla revisione della direttiva sulle emissioni industriali (IED) e con 506 voti favorevoli, 82 contrari e 25 astensioni il regolamento sul nuovo Portale delle emissioni industriali. La Direttiva IED è una legge fondamentale dell’Unione europea per prevenire l’inquinamento alla fonte da circa 50.000 impianti industriali nell’Ue. Dopo aver raggiunto un accordo nei negoziati interistituzionali, il timbro definitivo del Parlamento in plenaria è stato messo in discussione dall’introduzione di un emendamento dell’ultima ora volto ad allentare ulteriormente le norme sugli allevamenti industriali e fino all’ultimo i conservatori del Partito popolare europeo (PPE) alleati dell’estrema destra di Identity and Democracy della quale fa parte la Lega ex nord di Salvini hanno messo in forse l’approvazione di un testo avanzato. Ma alla fine la maggioranza degli eurodeputati è rimasta fedele al processo legislativo in atto, adottando l’accordo che stavano negoziando nel novembre del 2023 e che prevede già importanti concessioni agli allevamenti su vasta scala.
Secondo il relatore, il bulgaro Radan Kanev di Demokrati za Silna Balgariya (Partito popolare europeo), «Il voto di oggi dimostra l’impegno del Parlamento verso l’obiettivo emissioni zero del Green Deal e per la salute degli europei. Dimostra inoltre che tali obiettivi possono essere raggiunti senza imporre ulteriori oneri amministrativi alle imprese e in particolare agli agricoltori europei. Il voto sottolinea che i deputati capiscono le ragioni delle proteste degli agricoltori».
Anche per l’European Environmental Bureau (EEB, la coalizione ambientalista europea della quale fa parte anche Legambiente), «Il voto della plenaria di oggi del Parlamento europeo per l’adozione dell’accordo provvisorio negoziato per la direttiva sulle emissioni industriali (IED) è un passo nella giusta direzione».
Per Christian Schaible, responsabile Zero Pollution Industry dell’EEB, «E’ in qualche modo rassicurante che la maggioranza dei membri del Parlamento europeo non sia caduta nella rete di argomentazioni false, che pretendono solo di aiutare gli agricoltori consentendo allo stesso tempo di mantenere lo status quo per i più grandi operatori agroindustriali dell’allevamento che già beneficiano di ampi benefici e concessioni significative. Portiamo l’IED oltre la linea e iniziamo a lavorare collettivamente per le persone e l’ambiente».
In una nota l’Europarlamento spiega che «La normativa introdurrà l’obbligo per i settori industriali interessati di fissare livelli di emissioni nocive più stringenti possibili. Per combattere la scarsità d’acqua, ci saranno obiettivi di prestazione ambientale obbligatori sul consumo di acqua. Per quanto riguarda i rifiuti, l’efficienza delle risorse, l’efficienza energetica e l’uso delle materie prime, gli obiettivi vincolanti saranno fissati entro un intervallo di valori, mentre saranno indicativi per quanto riguarda l’utilizzo di nuove tecniche. La direttiva copre anche gli impianti dell’industria estrattiva (miniere) e i grandi impianti che producono batterie».
La nuova legge prevede di estendere le misure sulle emissioni industriali agli allevamenti di suini con più di 350 capi di bestiame. Sono escluse le imprese che allevano suini in modo estensivo o biologico e quelle che lo fanno all’esterno per un periodo di tempo significativo su un anno. Per il pollame, la direttiva si applica alle aziende con più di 300 galline ovaiole e a quelle con più di 280 polli da carne. Per le aziende che allevano sia suini che pollame, il limite sarà di 380 capi complessivi.
La Commissione europea valuterà, entro il 31 dicembre 2026, se intervenire anche sulle emissioni derivanti dall’allevamento di bestiame, come i bovini, e la possibile istituzione di una clausola di reciprocità per garantire che i produttori extra-Ue E soddisfino requisiti simili alle norme europee quando esportano verso l’Ue.
La direttiva punta anche a «Migliorare la trasparenza e partecipazione del pubblico in relazione alla fornitura di licenze, al funzionamento e al controllo degli impianti regolamentati, attraverso la creazione del Portale UE sulle emissioni industriali, che sostituirà l’attuale registro europeo delle emissioni inquinanti, NEL QUALE i cittadini potranno accedere ai dati su tutte le licenze Ue e sulle attività inquinanti locali. Le imprese che non si conformano potranno essere penalizzate per una somma pari almeno al 3% del fatturato annuo interno all’UE dell’operatore che ha compiuto le infrazioni più gravi. I Paesi Ue daranno ai cittadini danneggiati dall’inosservanza delle norme il diritto di chiedere un risarcimento per i danni causati alla loro salute».