Il Parlamento europeo ha approvato la procedura d’urgenza per la revisione della Politica agricola comune
Legambiente: atto grave e incomprensibile. Greenpeace: attacco alle norme ambientali Ue e regalo avvelenato agli agricoltori
[12 Aprile 2024]
Con 432 voti favorevoli il Parlamento europeo ha approvato con la procedura d’urgenza sul piano della Commissione europea che prevede l’eliminazione di molti dei requisiti ambientali che gli agricoltori devono soddisfare per ottenere i fondi europei. Legambiente spiega che «Con il voto del Parlamento Europeo in nome della semplificazione degli impegni degli agricoltori, viene invece attuata una più ampia revisione delle diverse BCAA (buone condizioni agronomiche e ambientali) della condizionalità della PAC come l’esenzione dei controlli per i piccoli agricoltori con meno di 10 ettari o l’obbligo di destinare una quota minima di seminativi alle superfici non produttive, privilegiando le aree ad alta biodiversità (siepi, alberature ecc,..), l’effettuazione di buone pratiche come le rotazioni colturali».
Attiviste e attivisti di Greenpeace hanno protestato contro questa decisione portando una gigantesca mela “avvelenata”, alta più di tre metri, di fronte al Parlamento europeo a Bruxelles e dicono che «La mela simboleggia il regalo avvelenato che la Politica europea rischia di fare agli agricoltori se sceglierà di eliminare le norme di protezione ambientali dai regolamenti della PAC».
Gli attivisti hanno inoltre esposto uno striscione con il messaggio “Senza Natura non c’è Agricoltura” per ricordare che la riduzione delle norme di protezione dell’ambiente e della biodiversità danneggia gli agricoltori stessi, dato che l’intensificarsi degli eventi climatici estremi, la scarsità di risorse idriche, l’impoverimento dei suoli e il declino della biodiversità influenzano negativamente anche la produttività agricola. In Europa le piccole e medie aziende agricole stanno infatti scomparendo a ritmi allarmanti, divorate da imprese sempre più grandi e intensive, mentre il reddito degli agricoltori è minacciato dall’ingresso di prodotti extraeuropei a basso costo e dagli interessi della grande distribuzione che impongono prezzi talmente bassi da non coprire, in alcuni casi, neanche i costi di produzione.
Federica Ferrario di Greenpeace Italia ha denunciato che «In risposta alle proteste degli agricoltori degli ultimi mesi, la politica europea sta trasformando le norme di protezione ambientale in un capro espiatorio, senza affrontare le vere cause della crisi che colpisce il settore. I politici europei, pur di non toccare gli interessi delle grandi aziende che traggono profitto dallo status quo, rischiano di condannare gli agricoltori a subire gli effetti di siccità e alluvioni sempre più gravi, senza fare nulla per affrontare la loro precaria situazione economica»
Per il presidente di Legambiente Stefano Ciafani, «La procedura d’urgenza per la revisione della PAC approvata dal Parlamento Ue rappresenta un atto molto grave e incomprensibile che mette in discussione i requisiti ambientali della politica agricola comunitaria che erano rimasti in piedi. Si tratta di un voto in forte controtendenza rispetto alla transizione ecologica che serve e che è in atto nel settore e che le stesse strategie europee farm to fork e biodiversity 2030 indicavano con chiarezza. Purtroppo, i ministri dell’Agricoltura hanno già indicato che i governi dell’Ue sosterranno la proposta della Commissione europea di eliminare molte delle misure di protezione ambientale dai regolamenti della PAC. Il nostro auspicio è che l’Italia, con un forte atto di responsabilità, cambi rotta e bocci questa proposta di revisione in vista della prossima e definitiva plenaria a Strasburgo dal 22 al 25 aprile, prima delle elezioni europee».
Angelo Gentili, responsabile nazionale agricoltura Legambiente, ha aggiunto: «Di fronte alle proteste dei trattori e alle pressioni delle grandi lobby, il parlamento europeo ha risposto nel modo peggiore vanificando gli impegni per rendere più sostenibile l’intero comparto e per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici che stanno mettendo in ginocchio l’intero settore (come l’aumento degli eventi meteorologici estremi, gelate, alluvioni, forti siccità) e senza intervenire sulle vere problematiche del settore. Inoltre con questa proposta di “semplificazione” dei regolamenti europei si rischia di vanificare anche i pochi passi avanti a favore della natura e della protezione del clima compiuti negli ultimi venticinque anni. In Italia e in Europa gli agricoltori sono sempre più in difficoltà ed il loro reddito è sempre più basso, ma il vero nemico non è né il green deal né la transizione ecologica che invece rappresentano una delle soluzioni per contrastare la crisi climatica in atto e rendere il sistema agricolo più resiliente. Anche la grave situazione economica in cui versano le aziende agricole, soprattutto di medie e piccole dimensioni, è in buona parte legata a una politica comunitaria che, per decenni, ha destinato l’80% delle risorse solo al 20% delle aziende, privilegiando quelle grandi e il metodo intensivo. Il risultato è che, solo in Italia, nell’ultimo decennio è scomparso il 30% delle aziende agricole mentre nell’ultimo cinquantennio è stato abbandonato oltre un terzo delle superfici agricole».