Italia protagonista dei bandi PRIMA per le risorse idriche e sistemi agroalimentari nel Mediterraneo
I vincitori dei Bandi 2020 - Sezione 1: 9 milioni di euro alla ricerca e innovazione italiana, 7 su 15 i progetti coordinati dall’Italia
[2 Dicembre 2020]
Il ministero dell’università e della ricerca e il segretariato Italiano della Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area (PRIMA) hanno annunciato i progetti vincitori dei Bandi 2020 della Sezione 1 che assegnano circa 9 milioni di euro alla ricerca italiana nel settore agroalimentare. Secondo PRIMA è un grande risultato conseguito dai team di ricerca italiani sulla base della valutazione da parte di esperti indipendenti, avvenuta secondo le rigorose regole di Horizon 2020, su progetti nei quali è prevista la partecipazione di almeno un ente di ricerca della costa Sud del Mediterraneo.
Il Programma, al suo terzo anno di attuazione, ha un budget di 500 milioni su 7 anni ed è promosso e finanziato congiuntamente dalla Commissione europea e da 19 Paesi dell’area Euro-Med, 11 membri dell’Ue (Cipro, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Slovenia, Spagna) e 8 non-EU (Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Tunisia, Turchia).
Il ministero dell’università e della ricerca ha confermato, per il 2020, un finanziamento di 7 milioni di euro a disposizione dei ricercatori e innovatori italiani per la sezione 2 i cui risultati verranno annunciati nel corso del mese di gennaio 2021.
Le proposte progettuali italiane sono equamente distribuite sulle varie aree tematiche previste dal Programma PRIMA, incluse proposte capaci di collegare le tre aree di intervento di PRIMA: gestione efficiente delle risorse idriche, agricoltura sostenibile e filiera agro-alimentare.
I progetti a guida italiana, ciascuno con una forte componente di innovazione, propongono, tra gli altri aspetti: lo sviluppo di nuovi alimenti a base di grano dall’elevato valore nutrizionale e salutistico; il miglioramento della sostenibilità nella filiera produttiva di polli e ovini, valorizzando le capacità di adattamento delle razze locali; la produzione di alimenti sostenibili per ruminanti arricchiti da olio di sansa e polifenoli; il riutilizzo di acque non convenzionali per contrastare il problema della scarsità idrica; lo sviluppo di sistemi di quantificazione dell’uso di acqua per un miglior adattamento al cambiamento climatico. A questi, si aggiungono progettualità che dimostrano i benefici in termini economici, sociali ed ambientali di un approccio olistico capace di tenere insieme le sfide legate ad ecosistema, cibo e risorse idriche.
PRIMA, con l’obiettivo di sviluppare soluzioni innovative e sostenibili nel settore dell’agrifood, segue un’agenda strategica di ricerca e innovazione che si sviluppa su tre aree tematiche: gestione efficiente delle risorse idriche, sistemi agroalimentari e catene del valore agroalimentare.
Per il 2020, PRIMA ha messo a disposizione circa 70 milioni di euro, di cui 33,2 milioni per i progetti della sezione 1 (finanziata interamente dalla Commissione europea) e circa 37 milioni per la sezione 2 (finanziata da ciascuno dei 19 Paesi afferenti al Programma) ed evidenzia che «Anche quest’anno, seppur solo in relazione agli esiti della Sezione 1 (la Sezione 2 è ancora in valutazione), il nostro Paese si distingue per la qualità della ricerca e i risultati raggiunti: l’Italia infatti coordina 7 progetti su 15 selezionati e, in ben 13 di questi, è presente con almeno un’unita di ricerca, per un totale di 36 entità italiane destinatarie del finanziamento, tra raggruppamenti di Università, Centri di ricerca ed imprese. Le ottime performance italiane si sommano a quelle registrate nel 2018 e nel 2019, che hanno visto il nostro Paese coinvolto in 62 Progetti, capofila in 27, per un budget complessivo di 22 milioni di euro».
Gaetano Manfredi, ministro dell’università e della ricerca, ha ricordato che «L’Italia, tramite il Ministero dell’Università e della Ricerca, ha svolto un ruolo determinante nell’ambito del Programma Prima. Le performance italiane, vista la grande competitività dei bandi, confermano che i team di ricerca italiani sono pronti alla sfida europea. L’agritech è uno dei settori strategici su cui il nostro Paese investirà anche nell’ambito dei progetti europei e del Next Generation Eu, con risorse che consentiranno un ulteriore salto di qualità per promuovere e sviluppare ricerca e innovazione nel settore».
Angelo Riccaboni, presidente della Fondazione PRIMA, ha concluso: «L’impegno italiano nel promuovere settori strategici come l’agroalimentare è ripagato dagli eccezionali risultati ottenuti dai nostri ricercatori. Questi finanziamenti sono un’ottima notizia in tempi così difficili. Tali progettualità rappresenteranno infatti un’opportunità in termini di competitività complessiva per il Paese, fornendo soluzioni concrete a supporto delle sfide della sostenibilità sulle quali PRIMA è fortemente impegnata, in linea con il Green Deal europeo e le diverse strategie europee nel settore. Il Segretariato Italiano di PRIMA, con il Santa Chiara Lab dell’Università di Siena, si sta anche impegnando nella promozione di progetti di ricerca, soluzioni e buone pratiche attraverso la piattaforma POI, l’Osservatorio italiano sull’innovazione e la sostenibilità del settore agroalimentare».