La Camera toglie il termine biodinamico dalla legge sul biologico

FederBio, AssoBio e Associazione Biodinamica: ci aspettavamo un’approvazione definitiva, ora si acceleri il passaggio al Senato

[10 Febbraio 2022]

L’Italia, con oltre 80mila operatori, è infatti tra i Paesi leader per la produzione biologica ed è il primo Paese in Europa (secondo al mondo) nell’esportazione di prodotti bio, con oltre 2,9 miliardi di euro, circa il 6% di tutto l’export agroalimentare nazionale, eppure, dopo 13 anni e 3 legislature, la Camera dei Deputati ha approvato un emendamento che toglie il termine biodinamico dal comma 3 dell’articolo 1 del DDL n. 988 “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico“  che dovrà dunque tornare in Senato per l’approvazione definitiva.

Per FederBio, AssoBio e Associazione Biodinamica; «E’ veramente un peccato perché si tratta di un metodo agricolo e di prodotti che vengono sempre più coltivati e apprezzati in tutto il mondo. Ma nonostante questo emendamento, il biodinamico continuerà ad essere presente e sostenuto, come lo è stato fino ad oggi, in quanto pratica agronomica che si riconduce al metodo biologico, già riconosciuta fin dal primo Regolamento europeo del 1991 in materia di agricoltura biologica. Un riferimento normativo poteva costituire una tutela aggiuntiva per il consumatore per prodotti che sono in costante crescita sul mercato. L’urgenza che si arrivi presto alla conclusione di un iter di approvazione della Legge è dettata dalla centralità del biologico per l’intero comparto agroalimentare».

Le tre associazioni del biologico sottolineano che «Una veloce approvazione della legge n. 988 è fondamentale per supportare la transizione ecologica dell’agricoltura italiana. Introduce elementi particolarmente significativi come la possibilità di registrare il marchio biologico “Made in Italy”, di istituire distretti biologici che consentano di sviluppare l’agricoltura e l’economia dei territori rurali e di adottare un Piano nazionale per favorire lo sviluppo del biologico italiano come metodo avanzato dell’approccio agroecologico».

La presidente di FederBio, Maria Grazia Mammuccini, ha commentato: «Al terzo passaggio parlamentare, ci aspettavamo l’approvazione definitiva della legge, invece prendiamo atto della decisione unanime del Parlamento di modificare il terzo comma dell’articolo 1.  Contiamo adesso di avere una corsia privilegiata al Senato per una veloce approvazione nei tempi che sono stati annunciati durante la discussione parlamentare. Questa legge è urgente e fondamentale per supportare la transizione ecologica dell’agricoltura italiana e sostenere i giovani e le imprese che hanno scelto questo modello agricolo. Ci sembra comunque paradossale che il giorno dopo l’inserimento in Costituzione di riferimenti alla tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, si cerchi di umiliare un metodo produttivo basato sul totale rispetto della natura.

Come hanno chiesto alcuni parlamentari, ci auguriamo adesso che il mondo scientifico si impegni con la medesima determinazione per la riduzione dell’uso dei pesticidi e di altre sostanze di chimica di sintesi, a tutela della fertilità dei suoli e della biodiversità in linea con le modifiche costituzionali e con la Strategia Farm to Fork».

Roberto Zanoni, presidente di AssoBio, ricorda che «Il mercato del biologico e del biodinamico è in costante crescita a livello mondiale, l’importanza di questo settore è da sempre riconosciuto e inserito nei regolamenti comunitari. Per l’Italia, il biologico è un fiore all’occhiello del settore agricolo italiano. Siamo il primo Paese europeo per export di prodotti biologici, a dimostrazione della grande attenzione dei consumatori di tutto il mondo e del loro crescente apprezzamento per la qualità dei prodotti bio e biodinamici. E’ un primato conquistato grazie anche all’impegno di produttori e trasformatori agroalimentari che hanno fortemente creduto e agito ricercando sempre un equilibrio tra l’essere impresa e il bene pubblico declinato nella difesa del suolo, nella valorizzazione della biodiversità e nella tutela della salute dei cittadini. Le aziende biologiche rappresentano il futuro, sono le più attente all’innovazione e ai cambiamenti. Ma non solo, i produttori e gli imprenditori bio sono molto più giovani rispetto alla media: sono per metà laureati o diplomati, per un terzo donne e interessati all’internazionalizzazione. Mi auguro che questo percorso si concluda nel più breve tempo possibile e che il Parlamento sappia dare una risposta concreta al territorio e alle imprese. Avanti con il disegno di legge sul biologico così come è stato oggi discusso e licenziato».

Carlo Triarico, presidente Associazione Biodinamica, conclude«L’agricoltura biodinamica è costitutiva del biologico, storicamente e giuridicamente. Continuerà a lavorare, come da ottant’anni, per il bene del biologico e dell’agricoltura italiana».