La guerra degli Ogm e del glifosato tra Usa e Messico
Greenpeace e Center for Biological Diversity: no all’ingerenza Usa nella politica agricola e alimentare in Messico
[16 Febbraio 2023]
Nel dicembre 2020, il governo di sinistra del Messico aveva deciso di vietare gradualmente qualsiasi attività con prodotti agrochimici che contengono glifosato come ingrediente attivo, nonché di limitare il rilascio di semi e l’utilizzo di mais geneticamente modificato. Da allora, gli Stati Uniti hanno cercato di fare pressione sul Messico perché revocasse il provvedimento, dicendo che manca di basi scientifiche e che causerebbe gravi danni economici alle campagne e ai consumatori di entrambi i Paesi.
Il 9 febbraio, il nuovo capo del commercio agricolo degli Stati Uniti, Doug McKalip ha detto che il Messico avrebbe dovuto rispondere alle richieste statunitensi oppure gli Usa avrebbero intrapreso misure punitive, inclusa la presentazione di denunce commerciali formali contro il Messico.
Per alleviare la tensione, il 13 febbraio il ministero dell’economia messicano ha pubblicato un nuovo decreto che stabilisce diverse azioni sul glifosato e sul mais geneticamente modificato e che il Decreto del dicembre 2020 in materia. Il governo messicano ricorda che «Il Messico è il centro di origine di oltre 55 razze di mais. La politica di sicurezza alimentare del governo del Messico consiste nel preservare questo patrimonio bioculturale. Allo stesso modo promuoviamo la conservazione delle pratiche agroecologiche delle nostre comunità contadine, la milpa e la ricchezza gastronomica. L’obiettivo di questo nuovo decreto è quello di precisare l’obiettivo e l’ambito delle politiche pubbliche, nonché di eliminare ogni possibile imprecisione del testo precedente, che si prestava a diverse interpretazioni. Questa nuova versione fornisce chiarezza negli obiettivi e certezza normativa sulla base di evidenze tecnico-scientifiche».
Il ministero dell’economia messicano spiega quali sono i dettagli più importanti del provvedimento: «Il decreto è strettamente limitato al mais. Colza, soia, cotone e il resto delle materie prime non sono soggetti a questo regolamento. Per evitare confusione, viene stabilita una categorizzazione del mais in base al suo utilizzo: cibo umano (pasta e tortilla), foraggio e industrializzato per l’alimentazione umana. Il Decreto vieta l’uso di mais geneticamente modificato per impasti e tortillas. Questo non influisce in alcun modo sul commercio o sulle importazioni, tra l’altro perché il Messico è più che autosufficiente nella produzione di mais bianco senza OGM. Si tratta di consolidare tale sovranità e sicurezza alimentare in un input centrale nella cultura dei messicani. Per quanto riguarda l’utilizzo di mais geneticamente modificato per foraggio e industria, viene eliminato il termine per vietarne l’uso, subordinatamente all’esistenza di un approvvigionamento sufficiente. Saranno istituiti gruppi di lavoro con il settore privato nazionale e internazionale per raggiungere una transizione ordinata. E’ stato esplicitamente stabilito che Cofepris (Comisión Federal para la Protección contra Riesgos Sanitarios, ndr) svolgerà ricerche scientifiche sui possibili impatti sulla salute delle persone del mais geneticamente modificato. Tali studi saranno condotti con agenzie sanitarie di altri paesi. Con ciò, il Messico ribadisce il suo impegno a rispettare il T-MEC (Trattato Stati Uniti – Messico – Canada, ndr) secondo il quale le decisioni fitosanitarie devono basarsi su prove scientifiche».
Il 14 febbraio il segretario Usa all’agricoltura Tom Vilsack ha dichiarato che «Gli Stati Uniti sono delusi dall’ultimo decreto» e Washington continua a chiedere al Messico di annullare completamente le misure anti OGM e anti glifosato.
Ma il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador non è disposto a cedere e il 15 febbraio ha detto: «A qualcuno non piace, ma dobbiamo prenderci cura della nostra salute e tutelare anche le varietà autoctone di mais». López Obrador ha assicurato che tra Messicvo e Usa nopn c’è rottura, ma ha ribadito che la politica del suo governo non cambierà: «Ci sono prove che dimostrano che i transgenici sono dannosi per l’uomo. Dicono di avere esperti e di aver assunto premi Nobel, ma ci sono ancora molte informazioni contro questi semi e soprattutto sull’uso di prodotti chimici per l’agricoltura che incidono sulla salute».
Center for Biological Diversity (CBD) e Greenpeace Mexico fanno notare che il nuovo decreto «Abroga la scadenza di gennaio 2024 per la graduale eliminazione del mais industriale e da foraggio geneticamente modificato, senza fornire una scadenza per la sua rimozione. Il Messico ha mantenuto il suo impegno per eliminare il mais geneticamente modificato per masa e tortillas e ha fissato una scadenza del 31 marzo 2024 per eliminare il glifosato. Il comunicato del ministero dell’economia chiarisce inoltre che il piano di eliminazione non si applica alle colture geneticamente modificate in generale, ma solo al mais. Inoltre, è previsto l’impegno ad approfondire lo studio scientifico degli effetti del glifosato e del mais transgenico, come richiesto dagli Usa».
Le due organizzazioni ambientaliste ricordano che «Per mesi, gli Stati Uniti hanno esercitato forti pressioni sul Messico affinché accettasse il mais GM prodotto negli Stati Uniti nonostante la resistenza di quest’ultimo a quella che normalmente sarebbe considerata una dose mortale di pesticidi. Tra questi pesticidi spicca il glifosato, che la scienza ha collegato a gravi danni alla salute umana, compreso il cancro, oltre che al declino della farfalla monarca e di altre specie impollinatrici in via di estinzione. L’uso diffuso del glifosato sulle colture GM ha ucciso molti dei fiori di cui le api e le farfalle hanno bisogno per sopravvivere. L’impegno del Messico per eliminare gradualmente il glifosato è parallelo alla sua decisione di eliminare l’uso di mais geneticamente modificato per le tortillas e altri alimenti che sono importanti nella dieta dei messicani. Il ruolo storico del mais nella dieta e nella cultura messicane – e le attuali preoccupazioni sugli effetti dannosi del glifosato e sulla contaminazione genetica delle numerose varietà di mais autoctone del Messico – hanno portato le autorità messicane a vietare il mais GM per il consumo umano e a eliminare gradualmente il glifosato. Gli Stati Uniti si sono rifiutati di onorare la decisione del Messico, costringendo invece inesorabilmente il paese ad accettare il mais GM per proteggere i profitti dei giganti dell’agrobusiness statunitense».
Lori Ann Burd, direttrice della salute ambientale del CBD, accudsa: «I vergognosi sforzi degli Stati Uniti per costringere il Messico ad accettare il mais GM non sono altro che l’imperialismo del XXI secolo. Il nostro governo sta lavorando instancabilmente per aumentare i profitti multimiliardari delle società agroalimentari nazionali promuovendo il mais GM, anche se stiamo assistendo a un declino catastrofico delle popolazioni di impollinatori che sono vitali per il nostro ambiente e i nostri campi di mais GM. i prodotti impregnati svolgono un ruolo importante in questi cali».
Viridiana Lázaro, responsabile alimentazione e agricoltura di Greenpeace Mexico, conclude: «Il divieto del mais GM è il primo passo per trasformare il sistema agricolo messicano da uno industrializzato, basato sui pesticidi e dipendente dalle multinazionali a un sistema agroecologico che offra soluzioni alla fertilità del suolo, ai problemi dei parassiti locali; che consente la diversificazione delle colture, che protegge la biodiversità e la salute di agricoltori e consumatori. Realizzare la graduale sostituzione del mais transgenico per l’alimentazione animale e del mais industriale per l’alimentazione umana, come previsto dal nuovo decreto, è una grande sfida e, perché non resti solo sulla carta, sono necessarie politiche pubbliche mirate alla tutela agroecologica transizione per raggiungerlo. Inoltre bisogna fare in modo che il glifosato e soprattutto il mais transgenico non finiscano in masas e tortillas come è già successo ed è stato dimostrato in vari studi».