La strada europea per una maggiore biodiversità passa dall’agricoltura

La biodiversità può arricchirsi solo se la gestione orientata al suo miglioramento offre benefici economici alle aziende agricole.

[21 Dicembre 2022]

Secondo Cordis, il bollettino scientifico dell’Unione euorpea, «L’agricoltura intensiva ed estensiva è una delle principali responsabili del calo della biodiversità in Europa. Per affrontare questo problema e compiere passi in avanti verso una produzione agricola sostenibile, numerosi Stati membri dell’Unione hanno inserito le terre coltivate nei propri sforzi tesi alla conservazione. Ciò giova alla biodiversità dei terreni agricoli, che è nota fornire rilevanti servizi ecosistemici».

Il nuovo documento programmatico “Bending the curve of biodiversiy loss requires rewarding farmers economically for cobservation management”  del progetto  SHOWCASing synergies between agriculture, biodiversity and Ecosystem services to help farmers capitalising on native biodiversity (SHOWCASE), finanziato dall’Ue, si occupa di come questi servizi incidono sulle aziende agricole, chiarisce la situazione e fornisce alcune raccomandazioni politiche.

Il documento programmatico, che è stato presentato in un evento collaterale alla 15esima Conferenza delle parti della Convention on biological diversity conclusasi il 19 dicembre a Montreal,  evidenzia che «Solo i servizi ecosistemici come l’impollinazione, il controllo dei parassiti e il ciclo delle sostanze nutritive hanno la capacità di donare vantaggi privati alle aziende agricole. Servizi quali sequestro del carbonio, conservazione della biodiversità, vantaggi per la salute e depurazione delle acque figurano tra i beni pubblici che non comportano remunerazioni finanziarie». Per le aziende agricole, i costi di manutenzione o miglioramento della biodiversità sono pari o superiori ai vantaggi che ottengono dai servizi ecosistemici». Il messaggio è quindi inequivocabile: «Spezzare la catena della perdita di biodiversità si rivela possibile solo quando la gestione volta al miglioramento della biodiversità diventa economicamente proficua per le aziende agricole».

Le raccomandazioni politiche per contrastare gli effetti collaterali negativi dell’agricoltura sulla conservazione della biodiversità comprendono: l’eliminazione graduale degli incentivi economici a sostegno di sistemi agricoli che perpetrano la perdita di biodiversità;  l’obbligo per le aziende di trasformazione e vendita al dettaglio di prodotti alimentari di utilizzare o esporre un maggior numero di prodotti provenienti da imprese rispettose della natura; i sussidi per i prodotti alimentari derivanti da sistemi agricoli di miglioramento della biodiversità dovrebbero spingersi oltre alla compensazione della perdita di reddito; i finanziamenti agevolati dovrebbero essere reindirizzati per sostenere i sistemi agricoli di miglioramento della biodiversità e, dal canto loro, gli interventi politici dovrebbero essere mirati a tutti gli attori della filiera alimentare.

Su EurekAlert!, David Kleijn dell’università olandese di Wageningen che coordina il progetto SHOWCASE, evidenzia che «Al momento le normative commerciali a livello mondiale costringono le aziende agricole a produrre al costo più basso. La società dovrebbe riconoscere che non è possibile pretendere che le aziende agricole gestiscano i propri terreni contribuendo maggiormente alla biodiversità se si trovano a sostenere la gran parte dei costi. Tuttavia, in questo scenario, la società raccoglie buona parte dei benefici derivanti, come ad esempio la presenza di fauna selvatica, acque pulite e minori emissioni di gas a effetto serra. Se intendiamo concretamente cambiare il modo in cui fanno agricoltura, allora dobbiamo renderlo economicamente accattivante per le aziende stesse».

L’Unione europea sta investendo sempre di più in progetti di ricerca e innovazione che promuovono la biodiversità nell’ambito delle pratiche agricole. Allo scopo di fornire informazioni più dettagliate sui risultati ottenuti da tali progetti e sul modo in cui procedono dalla concettualizzazione ai risultati finali, il progetto SHOWCASE ha dato il via a una raccolta ad accesso libero su Research Ideas and Outcomes. In qualità di polo di conoscenza unico, la raccolta unisce i cui risultati della fase intermedia dei progetti alle pubblicazioni scientifiche tradizionali, dipingendo così un quadro più nitido dello stato di avanzamento dei progetti dall’inizio alla fine. Come riferito in un altro articolo su EurekAlert!, attualmente  la raccolta «ospita un totale di 17 risultati dei progetti, compresa la proposta di sovvenzione, sette relazioni e 9 articoli di ricerca, pubblicati su riviste diverse ma collegati tra di loro nella raccolta attraverso i meta dati.» La raccolta continuerà ad arricchirsi di pari passo con l’avanzare del progetto SHOWCASE, che si concluderà nel 2025.