Dopo le mine dello Stato islamico, a Mosul tornano acqua e terreni agricoli
Fao: interventi di sminamento e riparazione ripristinano i preziosi canali d’irrigazione, portando lavoro a 200mila persone
[22 Dicembre 2016]
Circa 200.000 persone di Mosul e di altre parti dell’Iraq saranno in grado di guadagnarsi un reddito per la prima volta da quando nel 2014 lo Stato Islamico del Levante (Isil) ha conquistato parti della zona. Grazie ad un nuovo progetto della Fao si stanno restaurando i canali d’irrigazione su 250.000 ettari di terreno agricolo.
L’acqua presto scorrerà di nuovo attraverso i canali che alimentavano la terra, una volta fertile, a circa 30 km a ovest di Mosul – la terza città più grande dell’Iraq. Attraverso la componente cash-for-work del progetto, la Fao sostiene le famiglie vulnerabili che hanno bisogno di soldi per le necessità quotidiane, come cibo, vestiti, riscaldamento, trasporti. Molti di loro non hanno avuto lavoro retribuito da almeno due anni.
I partecipanti al progetto stanno pulendo il canale principale d’irrigazione Al Jazeera settentrionale dalla sporcizia, dalle pietre e dai detriti, e questo consentirà di alimentare di nuovo piccoli canali in tutte le zone agricole. La Fao ha anche riparato la stazione di pompaggio che alimenta il sistema di canali dalla Diga di Mosul. E per la prima volta l’agenzia sta collaborando con una società di sminamento per pulire i preziosi terreni agricoli intorno ai canali da ordigni inesplosi, in modo che gli agricoltori possano piantare le colture e pascolare il bestiame in modo sicuro.
Il progetto ha già beneficiato più di 3.000 persone ed è essenziale per riavviare le attività agricole nella zona. «Sono due anni che qui gli agricoltori non possono coltivare la terra, poiché i canali d’irrigazione sono stati distrutti da gruppi armati che hanno anche contaminato la zona con ordigni esplosivi – dice Fadel El-Zubi, Rappresentante della FAO in Iraq – Ripristinare la capacità delle persone di coltivare e accedere ai mercati in questa zona è importante non solo per la sicurezza alimentare, ma anche per costruire prosperità e una pace duratura nel paese».
Gli agricoltori della regione in passato esportavano prodotti ortofrutticoli e cereali, tra cui grano e orzo, in Siria e in altri paesi, oltre a fornire milioni di persone in Iraq. Ora il paese dipende dalle importazioni. «Ammassiamo detriti in mucchi, e ogni quattro mucchi in uno più grande così l’escavatore può raccoglierli e rimuoverli dal canale – ci dice il ventitreenne Ahmed Mohammed, padre di tre figli – Mio fratello ha terreni agricoli ed anche lui beneficerà del progetto. In passato coltivava grano e orzo in inverno e l’orto in altri momenti. Adesso può coltivare solo verdure facendo affidamento su quando piove».
Il sistema d’irrigazione Al Jazeera era una fonte essenziale di acqua per l’agricoltura, per il bestiame e per l’uso domestico. Circa 100 canali minori del sistema sono stati danneggiati, i ponti sono stati fatti saltare e la stazione di pompaggio danneggiata anch’essa ha lavorato sotto capacità, con conseguente estrema scarsità d’acqua. Mentre il governo iracheno riprende il controllo di più aree, è necessario un grande sforzo per riabilitare le infrastrutture fondamentali in modo che la produzione agricola possa riprendere e possano ripristinarsi i mezzi di sussistenza.
La Fao lancia un appello per un finanziamento urgente di 89 milioni di dollari per rafforzare i suoi interventi di emergenza, che includono la riabilitazione delle infrastrutture agricole danneggiate, l’assistenza agli agricoltori per vaccinare e nutrire il bestiame e la fornitura di denaro contante in cambio di lavoro e di altre attività generatrici di reddito. Il lavoro della Fao, in coordinamento con il governo iracheno, aiuta le famiglie sfollate, le comunità ospitanti e i rifugiati dalla Siria a tornare nelle aree bonificate. Il progetto sul sistema d’irrigazione Al Jazeera è finanziato attraverso il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (Undp).
di Fao