Legge contro il caporalato, un primo passo verso la fine della schiavitù nascosta in Italia
Realacci: «Nell’Agro Pontino braccianti indiani lavorano ogni giorno più di 12 ore, sarebbero anche costretti ad assumere sostanze psicotrope»
[3 Agosto 2016]
Con 190 sì, 32 astenuti e contrari, il Senato ha approvato il ddl 2217 contro il caporalato, che ora passa alla Camera per l’approvazione definitiva. Il provvedimento legislativo prevede fino a 6 anni di carcere per i cosiddetti caporali, ovvero quanti saranno giudicati colpevoli di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
«È una legge cruciale per sradicare una piaga inaccettabile, come la mafia – commenta il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina – Con l’approvazione in Senato del disegno di legge avanziamo in questa battaglia che non è solo di civiltà, ma di giustizia. Ora mi auguro che la Camera faccia presto e renda definitivo il provvedimento. La nuova legge rafforza gli strumenti di contrasto civili e penali, colpendo i patrimoni con la confisca e rendendo più forte la Rete del lavoro agricolo di qualità. È una battaglia che ci riguarda, tutti, a partire dal mondo agricolo che si mette alla guida del cambiamento».
«Governo e parlamento sono fortemente impegnati nel contrasto del caporalato – ha aggiunto ieri il presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci – Lo assicura il ministero del Lavoro e delle politiche sociali rispondendo alla mia interrogazione del 16 maggio 2014, più volte sollecitata, sul caso dei braccianti Sikh sfruttati e ‘dopati’ nel Lazio e del racket del caporalato. Come denunciato dal dossier ‘Doparsi per lavorare come schiavi’ della onlus In Migrazione di cui Marco Omizzolo è presidente, nell’Agro Pontino i braccianti indiani oltre a lavorare più di 12 ore al giorno per tutta la settimana sarebbero anche costretti ad assumere sostanze psicotrope ‘dopanti’ per resistere alla fatica e al dolore. Caso che configura una nuova gravissima e vergognosa declinazione del fenomeno del caporalato in agricoltura, in particolare dello sfruttamento dei braccianti migranti.
L’impegno contro il caporalato è dimostrato anche dal via libera ad ampia maggioranza ieri in Senato al ddl sul contrasto dello sfruttamento del lavoro in agricoltura, una piaga da affondare in modo strutturale. Oltre ad aver coinvolto nella lotta a questa piaga istituzioni nazionali, enti locali, associazioni e sindacati, il Ministero evidenzia come tra 2014 e 2015 siano fortemente aumentate le ispezioni, che sono state rafforzate anche per il 2016, e come tale attività abbia portato lo scorso anno all’individuazione di 6.153 lavoratori irregolari e a 459 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale. In provincia di Latina è stato riscontrato un tasso di irregolarità nel settore del 68,5% ed appare consolidato che al caporalato tradizionale si affianchi anche il caporalato etnico. Per quanto riguarda i reati in materie di stupefacenti non sono sinora emersi casi di assunzione di sostanze per finalità di sfruttamento lavorativo dei braccianti indiani.
Contro il caporalato è stata istituita anche la ‘Rete del lavoro agricola di qualità’ ed è stato introdotto un maggior coordinamento tra le varie istituzioni competenti. Fatti che testimoniano la grande attenzione della politica italiana al contrasto del caporalato, ma che non devono farci abbassare la guardia contro questo odioso crimine che frutta i più deboli, non onora l’Italia e fa concorrenza sleale all’economia pulita».