Maxi frode di falso riso biologico in Lomellina
FederBio: massima fiducia e collaborazione a inquirenti e Magistratura
[28 Giugno 2023]
Il 22 giugno la Guardia di Finanza di Pavia, con l’appoggio degli ispettori dell’ Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) ha perquisito 14 aziende agricole della Lomellina, il cuore risicolo della Lombardia e di altte imprese in provincia di Pavia, un blitz eseguito su mandato dxella Procura della Repubblica di Pavia che ha portato al sequestro di 11.500 litri di fitofarmaci e 450 quintali di fertilizzanti. Oltre a fitofarmaci e fertilizzant sono state trovate anche molte confezioni di prodotti vietati nelle aziende biologiche.
La Procura della Repubbliuca di Pavia ha sottolineato in una nota che «Per determinare il livello di contaminazione delle coltivazioni che sarebbero state falsamente dichiarate come biologiche, il personale tecnico del dipartimento dell’Ispettorato centrale repressione frodi ha eseguito il campionamento delle piante di riso coltivato sugli appezzamenti delle 14 aziende perquisite, per le successive analisi specialistiche». Vengono contestate «criticità rispetto alla conformità delle produzioni al metodo biologico e al relativo iter di certificazione».
L’azione investigativa è partita dall’analisi delle produzioni risicole dal 2021 e le indagini puntano a verificare la correttezza delle tecniche di coltivazione e anche il livello di contaminazioni nelle produzioni di riso bio. Per questo, Paolo Carnemolla, cordinatore unità di crisi di FederBio ha dichiarato: «Esprimiamo pieno sostegno e fiducia alla Magistratura e agli inquirenti che hanno smascherato questa maxi frode. Le criticità del comparto risicolo biologico sono note da anni. FederBio si è sempre schierata a fianco delle Regioni Lombardia e Piemonte e del MASAF per rendere più restrittive le regole di produzione e i punti di controllo in situazioni come quelle riscontrate dalla Procura di Pavia. L’esito di questa operazione conferma che è concreto il pericolo di truffe, anche rilevanti, quando sussiste un elevato rischio di commistione fra produzione convenzionale e biologica. Quanto fatto finora non è evidentemente sufficiente a prevenire le frodi, si deve aprire immediatamente un confronto con tutti gli attori della filiera, gli organismi di certificazione e le Autorità competenti a livello regionale e nazionale per rivedere le regole e gli strumenti di certificazione, che sono fondamentali per tutelare il Made in Italy biologico e le vocazioni di produttive di interi territori come nel caso del riso».