SOFA 2021 Fao: 3 miliardi di persone non possono permettersi una dieta sana
Rendere i sistemi agroalimentari più resilienti agli shock: le lezioni apprese dal Covid-19
[24 Novembre 2021]
Il nuovo rapporto “The State of Food and Agriculture – Making agrifood systems more resilient to shocks and stresses ” (SOFA 2021) pubblicato dalla Fao sottolinea la fragilità dei nostri sistemi agroalimentari: che «Circa tre miliardi di persone, quasi il 40% della popolazione mondiale, non possono permettersi una dieta sana» e che «Questa cifra potrebbe aumentare di un miliardo, qualora uno shock dovesse ridurre i redditi di un terzo. Inoltre, fino a 845 milioni di persone potrebbero assistere a una crescita del costo del cibo, laddove i fondamentali collegamenti di trasporto dovessero subire interruzioni».
Presentando il SOFA 2021, il direttore Generale della Fao, QU Dongyu, ha detto che «La pubblicazione di questo rapporto giunge al momento giusto. La pandemia ha evidenziato sia la resilienza che le debolezze dei nostri sistemi alimentari. Il rapporto SOFA riflette gli sforzi della Fao volti ad aumentare la resilienza e stabilisce nuovi indicatori per aiutare i Paesi membri a misurare la capacità di resilienza dei loro sistemi agroalimentari e identificare le lacune per volgere al miglioramento».
Infatti, il SOFA 2021 fornisce una valutazione della capacità dei sistemi agroalimentari nazionali di rispondere o di riprendersi rapidamente da fattori traumatici o di stress. Fornisce, inoltre, ai governi, una guida per trovare strumenti adeguati a migliorare la resilienza. Il rapporto definisce “shock”, «Una “deviazione di breve periodo di trend di lungo periodo, con effetti negativi sostanziali su un sistema, sullo stato di benessere delle persone, sui loro beni, mezzi di sostentamento, sicurezza, e capacità di resistere a futuri eventi simili». E fa esempi che includono fenomeni climatici estremi, il diffondersi di malattie e infestazioni animali o delle piante.
La Fao ricorda che «Anche prima della pandemia da Covid-19, il mondo era in ritardo rispetto agli obiettivi di sconfiggere la fame e la malnutrizione entro il 2030. Mentre la produzione di cibo e le filiere alimentari sono sempre state storicamente vulnerabili agli eventi climatici estremi, ai conflitti armati o all’aumento dei prezzi delle derrate alimentari globali, la frequenza e la gravità di tali shock continua a crescere». Ed evidenzia che «I Paesi devono rendere i propri sistemi agroalimentari più resilienti agli shock improvvisi, come quelli osservati durante la pandemia da Covid-19, che si è rivelata uno dei fattori principali della crescita recente dei livelli di insicurezza alimentare nel mondo» e avverte che «Senza una preparazione appropriata, di fronte ad eventi traumatici imprevedibil,i i sistemi agroalimentari saranno sempre più minacciati».
I sistemi agroalimentari – una rete complessa di attività coinvolte nella produzione, stoccaggio, lavorazione, trasporto, distribuzione e consumo di beni alimentari e non – producono 11 miliardi di tonnellate di cibo all’anno, offrendo lavoro, direttamente o indirettamente, a miliardi di persone. È pertanto evidente l’urgenza di rafforzare la loro capacità di affrontare gli shock.
Il rapporto presenta indicatori sulla resilienza dei sistemi agroalimentari a livello nazionale di oltre cento paesi, analizzando fattori come la rete di trasporti, i flussi commerciali, la disponibilità di alimenti sani e diete diversificate.
Nonostante i paesi a basso reddito debbano affrontare, generalmente, sfide maggiori, il rapporto indica che anche i paesi a reddito medio sono a rischio. In Brasile, per esempio, il 60 percento del valore dell’export nazionale è legato ad un unico partner commerciale. Questo non lascia molte alternative, in caso di shock vissuto da un paese partner. Anche i paesi ad alto reddito, come l’Australia o il Canada, sono a rischio, a causa delle lunghe distanze previste per la distribuzione degli alimenti. Per quasi la metà dei paesi analizzati dagli esperti della FAO, la chiusura delle fondamentali vie di collegamento potrebbe aumentare i tempi di trasporto del 20 percento o più, facendo così lievitare i costi e i prezzi al dettaglio.
Sulla base delle evidenze del rapporto, la Fao raccomanda ai governi di «Rendere la resilienza dei propri sistemi agroalimentari parte integrante della risposta strategica alle sfide presenti e future. La strategia chiave è “diversificare”: dalle fonti di input, produzione, mercati e filiere di approvvigionamento, fino agli attori. Perché la diversità fornisce percorsi diversi per assorbire gli shock. Sostenere lo sviluppo di piccole e medie imprese agroalimentari, cooperative, consorzi e cluster contribuisce a mantenere la diversità nelle filiere agroalimentari domestiche. Un altro fattore chiave è la connettività. Una rete agroalimentare ben connessa permette di superare le difficoltà in mondo più rapido, cambiando fonti di approvvigionamento, canali per il trasporto, commercializzazione, risorse e mano d’opera. Infine, rafforzare le capacità di resilienza delle famiglie vulnerabili è fondamentale per assicurare un mondo libero dalla fame. Questo può essere fatto attraverso un migliore accesso alle risorse, a fonti di reddito diversificate e programmi di protezione sociale in caso di shock».