23 nuove Aree marine protette in Gran Bretagna, ora sono 50

Il governo conservatore protegge 8.000 miglia quadrate, più del 20% delle acque britanniche

[18 Gennaio 2016]

In una sola volta la Gran Bretagna ha istituito 23 nuove aree marine protette costiere ed in mare aperto, si tratta di altre Marine Conservation Zone (MCZ) che estendono la “blue belt”, la cintura blu di aree marine protette, che così copre più del 20% del mare britannico.

Il ministro dell’ambiente marino George Eustice ha spiegato che le nuove Aree marine protette MCZ «Proteggeranno 4.155 miglia quadrate dei nostri habitat marini più belli e ricchi e portano a 50 il numero totale di MCZ nelle acque intorno alla Gran Bretagna, il che copre 7.886 miglia quadrate:  una superficie equivalente più o meno a quella di tutto il Galles, o 13 volte più grande della Greater London».

Le nuove MCZ sono state istituite in diverse aree geografiche di tutto il Regno Unito: Mare del Nord: Fulmar; Farnes East; Coquet to St Mary’s; Runswick Bay; Holderness Inshore; Cromer Shoal Chalk Beds. South East: The Swale Estuary; Dover to Deal; Dover to Folkestone; Offshore Brighton;  Offshore Overfalls (SE of the Isle of Wight); Utopia (SW of Selsey Bill); The Needles. South West: Western Channel; Mounts Bay; Land’s End; Newquay and The Gannel; Hartland Point to Tintagel; Bideford to Foreland Point; North-West of Jones Bank; Greater Haig Fras. Irish Sea: West of Walney co-location zone; Allonby Bay. Le 23 MCS proteggeranno 45 diversi tipi di habitat, caratteristiche geologiche e specie affascinanti:  barrire coralline delle acque fredde, foreste di gorgonie, cavallucci marini, bivalvi autoctoni, canyon e banchi di sabbia e una gamma di paesaggi sommersi sorprendentemente vasta che sostengono una splendida biodiversità marina.

Eustice ha sottolineato  che «Come nazione insulare, il Regno Unito è circondato da una tra le vite marine più ricca e diversificata mare del mondo: dalle colonie di coralli rosa brillante al largo della costa sud-occidentale, alle grandi distese di scogliere di gesso a est. E’ di vitale importanza che proteggiamo il nostro ambiente marino per garantire ai nostri mari di rimanere in buona salute, alla nostra industria della pesca di rimane prospera e che le generazioni future possano godere delle nostre belle spiagge, coste e acque. Designando queste nuove Marine Conservation Zone  e con la creazione di una cintura blu di aree protette in tutto il Paese, saremo in grado di proteggere meglio il nostro ambiente attraverso un’attenta gestione marina negli anni a venire».

L’istituzione delle 23 Aree marine protette è la seconda delle tre fasi previste: la prima fase istitutiva ha riguardato 3.731 miglia quadrate di mare in  27 siti, mentre la terza fase di proposte di MCZ verrà sottoposta a un’ampia  consultazione pubblica nel 2017 e le istituzioni avverranno nel 2018. Tempi da efficienza british fantascientifica  per un Paese come l’Italia, dove  l’area marina protetta dell’Arcipelago Toscano aspetta di essere istituita dal 1982, nonostante sia prevista da 3 leggi e dagli impegni europei e internazionali presi dall’Italia sulle aree protette e la difesa della biodiversità.

Soddisfatte le associazioni ambientaliste britanniche. Joan Edwards, responsabile del programma Living Seas di Wildlife Trusts, ha detto: « Accogliamo con favore la designazione di 23 Marine Conservation Zone. I mari del Regno Unito hanno il potenziale per essere pieni di una vita incredibile e colorata, ma la continua distruzione li ha ridotti all’ombra di se stessi. Senza questi sorprendenti paesaggi sommersi là semplicemente non ci sarebbero tutti i pesci, per non parlare di fantastico gioielli come le anemoni, i  cavallucci marini, i delfini, le ofiure tra tutte le altre creature selvagge e straordinarie, che fanno parte di un ecosistema marino sano. La protezione dell’ambiente marino è di vitale importanza per tutti noi, non importa dove viviamo. I nostri mari forniscono l’ossigeno per ogni secondo del nostro respiro, il pesce sulle nostre tavole e molto altro ancora. La designazione fino ad oggi di 50 Marine Conservation Zone  è un forte passo in avanti, ma c’è ancora molto da fare. Siamo soddisfatti per l’impegno di questo Governo ad affrontare la decimazione del nostro fondale marino nel corso dell’ultimo secolo e nel provvedere ad istituire una rete ecologica coerente di aree marine protette. Questo secondo passo verso il completamento di un “blue belt” nei mari britannici è fondamentale per mutare la marea sullo stato dei nostri mari, ma c’è ancora molto lavoro da fare. Non vediamo l’ora di lavorare con il governo e gli stakeholders per  garantire la corretta gestione di queste 50 MCZ e per arrivare alla terza e ultima e ambiziosa tranche globale,  tanto necessaria. Questo sarà l’inizio per trasformare le nostre acque, attualmente sovra-pescate, sovra-sfruttate e sotto-protette, di nuovo in un ambiente sano e sostenibile».

Non mancano naturalmente i contrari, come Paul Trebilcock della Cornish Fish Producers Association, che ha detto alla BBC: «E’ una follia. E’ stata disegnata una linea su una mappa, ma non c’ è alcun piano di gestione in atto Nessuno sa se sarà o meno in grado di continuare… La maggior parte dei pescatori si basano sul fatto cj he l’ambiente marino sia sano per guadagnarsi da vivere. Hanno più interesse di chiunque a mantenerlo  sano. Sentire il governo che traccia una linea e dice che tutto va bene non ispira molta fiducia».

Sam Davies, direttore dell’Inshore Fisheries and Conservation Authority, che collaborerà con la Marine Management Organisation per definire le gestioni delle nuove aree marine protette, non è per niente d’accordo con Trebilcock: «I nuovi confini non significano che un giorno si può uscire in barca e il giorno dopo non si potrà più farlo. Ora dobbiamo colmare le lacune. Siamo nelle prime fasi dello sviluppo di gestione per queste zone. Dobbiamo capire esattamente quali specie ci siano. La maggior parte della ricerca scientifica è stata fatta, ma ora dobbiamo guardare le varie realtà in maniera particolarmente definita. Questo comporta di scendere giù con una telecamera».

Un portavoce del Department for Environment, Food and Rural Affairs   ha detto che «Il Defra e i suoi partner stanno collaborando con gli stakeholders per garantire che le misure di gestione siano  messe in atto entro due anni dalla designazione e che le misure offrano una protezione efficace per i siti designati».

Tine Eisfeld-Pierantonio, responsabile per le politiche di conservazione della Whale and Dolphin Conservation Society (WDCS), ha definito eccezionale la decisione del governo ma ha aggiunto che «Alcuni siti importanti per la tutela di balene e delfini sono stati lasciati fuori dalla lista. 14 siti non sono stati presi in considerazione Secondo il Marine and Coastal Access Act (2009), il governo deve creare una rete che protegga le specie, non solo gli habitat, nei mari britannici Quindi questa non è la creazione di una rete ecologica coerente».

Le MCZ sono state istituite per fermare il deterioramento della biodiversità marina del Regno Unito e per  rispettare gli  impegni internazionali per la protezione dell’ambiente marno presi dal governo britannico. Infatti, come spiegano al Wildlife, Trusts  le nuove MCZ  sostengono altre misure rese dal governo per  proteggere l’ambiente marino, «Come le nuove consultazioni per le zone speciali di conservazione (ZSC) per le focene e di zone di protezione speciale (ZPS) per proteggere le aree di alimentazione e di sosta utilizzate  da uccelli iconici, come le spatole a Poole Harbour e i pulcinella di mare sulla costa del Northumberland, che dovrebbero essere avviate entro la fine di questo mese. Questo si aggiunge alle 37 ZSC e alle 43 ZPS già designate nelle acque britanniche».

Le designazioni di MCZ, ZSC e ZPS vengono fatta da Natural England e dal Joint Nature Conservation Committee (JNCC) in base a criteri scientifici e con il coinvolgimento degli operatori del mare, di scienziati e ambientalisti. Il presidente di Natural England, Andrew Sells, ha detto: «Questo è un risultato fantastico per l’ambiente marino e ci fa fare un grande passo avanti che ci avvicina al  raggiungimento di un’ambiziosa “blue belt”: una rete di aree marine a tutela della fauna selvatica che circondi il Regno Unito». L’amministratore delegato dell’JNCC  Marcus Yeo, conclude: «Questo è un altro importante passo avanti nella protezione dei diversi range di habitat e specie presenti nei mari intorno all’Inghilterra. Il JNCC è ansioso di lavorare con le autorità pubbliche per realizzare una gestione efficace dei nuovi siti».