Argentina: dichiarato lo stato di disastro per gli incendi nelle province di Chubut e Río Negro

Greenpeace Argentina: «E’ una catastrofe». Un ecocidio aggravato dai cambiamenti climatici

[12 Marzo 2021]

Il 10 marzo il governatore della Provincia argentina del Chubut, Mariano Arcioni ha firmato il decreto che dichiara l“Estado de Desastre Ígneo” «per un periodo di un anno, a causa degli incendi avvenuti nell’area nelle ultime ore e le conseguenze che ha generato».

Il decreto spiega che «Gli incendi sono scoppiati e si sono propagati inaspettatamente, generando conseguenze devastanti per la popolazione, danni materiali a strutture e abitazioni; il che rende necessaria l’adozione di misure straordinarie per fronteggiare la grave situazione».

Il 9 febbraio le autorità federali dell’Argentina av evanoi già dichiarato lo stato di disastro nella Comarca Andina del Paralelo 42, corrispondente alla Patagonia, a causa di 6 incendi che hanno deevastato molti ettari di boschi in municipi come El Bolsón, El Foyel e Ñorquinco, nella provincia di Río Negro, e di Lago Puelo, El Hoyo, Epuyén, Cholila, Leleque y El Maitén, nella provincia di Chubut.

Il presidente argentino, Alberto Fernández ha annunciato su Twitter che «Dal governo nazionale seguiamo da vicino quel che succede con gli incendi nel Río Negro e Chubut e abbiamo inviato 2 elicotteri, 3 canadair, 12camion dei pompieri, veicoli di appoggio e 62 vigili del fuoco convocati dal  Sistema Nacional de Manejo del Fuego».

Il ministro dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile dell’Argentina, Juan Cabandié, si è recato in Patagonia il 10 marzo e aveva parlato subito di una «situazione tragica» a causa di sette incendi scoppiati simultaneamente nel giro di 3 ore in 7 località diverse. Cabandié  ha annunciato che presenterà una denuncia al Juzgado Federal de Esquel perché indaghi «sugli incendi dolosi di Chubut», facendo notare la simultaneità degli incendi e avvertendo che i responsabili subiranno tutto il rigore della legge.

Nel Chubut 6 grande incendi hanno incenerito boschi autoctoni, forestazioni, case e infrastrutture e interrotto servizi pubblici. Solo nel Chubut sono state colpite 200 abitazioni e si contano diversi feriti e dispersi.

La sera del 10 marzo sono scoppiati nuovi incendi forestali a El Hoyo e i forti venti hanno distrutto altri ettari di bosco e case.

Tutto era però cominciato il 7 marzo, quando è scoppiato un incendio boschivo vicino a   El Bolsón (Río Negro), che è avanzato rapidamente fino a raggiungere El Maitén (Chubut), incenerendo 2.000 ettari di boschi, piantagioni di pini e praterie e devastando diverse fattorie. Poi sono scoppiati altri grossi incendi che si sono attenuati solo alla pioggia caduta per 18 ore tra la notte del 10 marzo e la giornata dell’11.

Ieri le condizioni meteorologiche hanno permesso ai mezzi aerei di intervenire e il  direttore generale della Defensa Civil, José Mazze, ha detto che «Abbiamo ancora alcuni focolai attivi con poca attività e la meteorologia ha permesso ai mezzi aerei di iniziare a lavorare sia a El Maitén, come a El Hoyo e Lago Puelo, i vigili del fuoco continuano ad essere attivi sul campo». Mazzei ha confermato che  «Sono più di 200 le case colpite, e oggi prevediamo di ripristinare l’energia elettrica nelle città che sono ancora prive di quel servizio, mentre a El Hoyo e Lago Puelo si sta lavorando con generatori, dando priorità all’ospedale e al Comune».

Inoltre, il capo della Defensa Civil ha riferito che «E’ arrivato l’esercito per allestire un impianto di trattamento delle acque a El Hoyo e con i generatori inizieremo ad attivare alcune pompe nelle parti più alte in modo che l’acqua possa arrivare».

Mazzei ha però avvertito che «Oggi le temperature non sono così elevate e c’è molta umidità relativa, che ci favorisce e aiuta molto a mantenere le 18 ore di pioggia che ci sono state e che hanno calmato il clima torrido, ma sabato le temperature cominceranno a salire».

Intanto, il segretario alle Foreste del Chubut, Rodrigo Roveta, ha spiegato che «Continuiamo con le operazioni di controllo del fuoco e oggi abbiamo schierato tutto il personale nella zona di El Hoyo e El Maitén, che sono i principali eventi che sono in atto. Il livello di attività dell’incendio non è stato ancora contenuto, ma è diminuito drasticamente grazie alle condizioni meteorologiche. Questo ci permette di lavorare con maggiore tranquillità e stiamo rafforzando il lavoro per raggiungere queste diverse fasi in termini di controllo del fuoco».

Per quanto riguarda al contenimento degli incendi prima dell’arrivo della pioggia, Roveta ha però ammesso che «Non ce l’abbiamo fatta. Sicuramente verrà emesso un rapporto. Quello che caratterizzerà gli incendi nella zona di El Hoyo e Las Golondrinas, sicuramente i più rilevanti, sarà la grande quantità di infrastrutture danneggiate».

Per Hernán Giardini, coordinatore della campaña de Bosques di Greenpeace Argentina. «E’ una catastrofe. La distruzione delle foreste deve essere fermata adesso. I governi provinciale e nazionale devono utilizzare tutte le risorse disponibili per fermare questo ecocidio e indagare le cause di tanti focolai simultanei. Ovviamente le alte temperature, la siccità e il gran numero di piantagioni di pini hanno contribuito a questo disastro. D’altra parte, è necessario espandere in modo significativo i fondi e le infrastrutture per la prevenzione e la lotta contro gli incendi».

Greenpeace Argentina ha ricordato che «Gli incendi boschivi si ripetono ogni anno e sono aggravati dai cambiamenti climatici. Le foreste sono sempre più minacciate dagli incendi causati da fenomeni naturali e dall’attività umana, sia per negligenza che intenzionalmente. Le multe non bastano a scoraggiare gli incendi e il disboscamento».

Greenpeace Argentina chiede da anni che sia il disboscamento illegale che gli incendi boschivi siano classificati come reato penale; e che i responsabili siano costretti a ripristinare le foreste native distrutte.