Biden vuole proteggere il 30% del mare e del territorio Usa. Gli ambientalisti lo appoggiano, i petrolieri no

Ordine esecutivo di Biden anche per una moratoria per le trivellazioni sulle terre pubbliche e offshore

[29 Gennaio 2021]

L’ordine esecutivo di Joe Biden indirizza i funzionari federali statunitensi ad avviare, concludere e accogliere iniziative a proteggere il 30% delle terre emerse e degli oceani del paese entro il 2030. Su ordine del nuovo presidente Usa, il Dipartimento dell’interno determinerà come misurare i progressi del Paese verso l’obiettivo 30×30 e delineerà i passaggi per raggiungerlo. I funzionari federali sosterranno anche gli sforzi di conservazione e ripristino locali, statali, privati ​​e tribali e lavoreranno per migliorare l’accesso alla natura per le comunità a basso reddito e le comunità di colore.

L’ordine esecutivo ordina anche al Segretario degli Interni di sospendere le nuove licenze per estrarre petrolio e gas sui terreni pubblici o offshore e a identificare  passaggi per raddoppiare la produzione di energia rinnovabile da eolico offshore entro il 2030.

Secondo Kierán Suckling, direttore esecutivo del Center for Biological Diversity (Cbd), «Questo è un passo cruciale per fermare la crisi dell’estinzione della fauna selvatica, che minaccia il futuro di tutta la vita sul nostro pianeta. Per avere qualche speranza di riportare la natura indietro dal baratro, dobbiamo preservare gli ecosistemi biologicamente più ricchi. L’attività umana ci ha portato a questo punto straziante e siamo grati che l’amministrazione Biden affronterà questa crisi globale lavorando per proteggere il 30% delle terre e degli oceani della nazione entro il 2030».

Tre quarti delle terre del pianeta e due terzi del suo oceano sono stati pesantemente alterati dalle attività antropiche. La perdita e il degrado degli habitat restano il principale fattore di estinzione negli Usa e nel mondo. A causa della cementificazione e dell’espansione urbanistica, ogni 30 secondi gli Usa perdono un’area naturale grande come un campo di calcio, danneggiando gravemente la fauna selvatica, l’acqua dolce e l’aria pulita.

Nel 2020 l’Onu hanno lanciato un drammatico allarme: più di 1 milione di specie animali e vegetali si stanno estinguendo con un tasso che è superiore da centinaia a migliaia di volte quello naturale. IL Cbd fa alcuni esempi: «Sono rimaste meno di 400 balene franche del Nord Atlantico, solo 14 lupi rossi sono conosciuti in natura nella Carolina del Nord e probabilmente circa 10 focene vaquita in Messico. Nel sud-est l’estinzione incombe per il 28% dei pesci della regione, il 48% dei gamberi e quasi il 70% dei bivalvi d’acqua dolce».

Un anno fa il Cbd aveva  lanciato Saving Life on Earth, un piano che richiede un investimento di 100 miliardi di dollari per salvare le specie e creare nuovi monumenti e parchi nazionali, rifugi per la fauna selvatica e santuari marini in modo che il 30% delle terre e delle acque degli Stati Uniti sia completamente preservato. e protetto entro il 2030 e del 50% entro il 2050. E ora Suckling dice: «Siamo entusiasti che il presidente Biden stia rapidamente onorando la sua promessa di bloccare le nuove licenze per estrarre combustibili fossili nelle nostre terre e acque federali. Le crisi climatiche e dell’estinzione della fauna selvatica richiedono questo tipo di azione coraggiosa e urgente. L’industria dei combustibili fossili ha inflitto danni enormi al pianeta e la revisione dell’amministrazione, se eseguita correttamente, dimostrerà che gli sporchi fracking e trivellazione devono finire per sempre, ovunque».

Infatti, l’ordine esecutivo di Biden riguarda anche le licenze per estrarre  petrolio e gas nei terreni pubblici e acque offshore. A seguito di queste revisioni, il p Per residente può rendere queste moratorie a lungo termine o permanenti. Per Randi Spivak, direttore del programma di terre pubbliche del Cbd, «Questo è un primo passo fondamentale per proteggere le nostre spettacolari terre pubbliche, la fauna selvatica e il nostro clima dall’inesorabile saccheggio devastazione dell’industria dei combustibili fossili. L’amministrazione Biden sa che non possiamo continuare a fare fracking e trivellare se vogliamo avere qualche possibilità di lasciare un pianeta vivibile alla prossima generazione. Dobbiamo mantenere i combustibili fossili nel sottosuolo e lavorare insieme verso una transizione rapida e giusta verso un futuro di energia pulita». Miyoko Sakashita, direttore del programma oceani del Cbd, ricorda che «La fine delle sporche e pericolose trivellazioni offshore in questo Paese è attesa da tempo. Le comunità costiere, la fauna marina e il nostro clima trarranno grandi benefici dalla moratoria del presidente Biden sulle licenze petrolifere. Successivamente abbiamo bisogno che questa amministrazione smetta di rilasciare i permessi di trivellazione offshore che stanno avvelenando i nostri oceani e si muova rapidamente per garantire mezzi di sussistenza sicuri alle famiglie danneggiate dalla dipendenza dal petrolio».

Anche l’ONG internazionale Oceana «Plaude all’azione coraggiosa del presidente di fermare le nuove concessioni di licenze offshore di petrolio e gas. Più trivellazioni significa più inquinamento climatico, che semplicemente non possiamo permetterci». Diane Hoskins, direttrice campagne di Oceana, sottolinea che «Il cambiamento climatico sta già devastando le nostre vite e il nostro sostentamento ed è un sollievo vedere il presidente Biden mettere al primo posto le soluzioni alla crisi climatica. Le azioni del presidente Biden sono una vittoria per la salute del nostro oceano, della nostra economia e del nostro clima. Non vediamo l’ora di lavorare con l’amministrazione Biden-Harris per allontanarci definitivamente dalla trivellazione offshore sporca e pericolosa e andare verso fonti di energia pulite e rinnovabili come l’eolico offshore».

Secondo il rapporto “Offshore Drilling Fuels the Climate Crisis and Threatens the Economy”, pubblicato da oceana alla vigilia delle decisioni di Biden, la moratoria sulle concessioni  offshore per estrarre petrolio e per il gas «Potrebbe prevenire oltre 19 miliardi di tonnellate di emissioni di gas serra e oltre 720 miliardi di dollari di danni a persone, proprietà e ambiente» e salvaguarderà l’economia costiera pulita Usa che dà lavoro a circa 3,3 milioni di americani e rappresenta 250 miliardi di dollari di PIL attraverso attività come il turismo, la ricreazione e la pesca».

Non a caso, nonostante la reazione della lobby petrolifera s<contro le decisioni di Biden sia ferocissima, la fine delle trivellazioni offshore è sostenuta da tutti i governatori della costa orientale e occidentale, inclusi Florida, Georgia, Carolina del Sud, Carolina del Nord, Virginia, Maryland, Delaware, New Jersey, New York, Connecticut, Rhode Island, Massachusetts, New Hampshire, Maine, California, Oregon e Washington, da più di 390 amministrazioni comunali, da oltre 2.300 amministratori locali, statali e federali, da coalizioni No-Triv della costa orientale e occidentale che rappresentano oltre 56.000 imprese e 500.000 famiglie di pescatori, dai Consigli di gestione della pesca nel Pacifico, nel New England, nell’Atlantico meridionale e nell’ medio Atlantico medio, da più di 120 scienziati e 80 ex capi militari e dalle associazioni dei pescatori sportivi.

Secondo Theresa Pierno, presidente e CEO della National Parks Conservation Association, «La moratoria del presidente Biden sulla svendita delle nostre terre pubbliche all’industria petrolifera, insieme all’audace obiettivo di proteggere la nostra aria, le nostre terre e le nostre acque, sono passi necessari per aiutare i nostri parchi a riprendersi e per ricostruirli più forti. Gli ordini esecutivi ci fanno compiere un importante passo avanti verso una migliore protezione dei nostri parchi e terreni pubblici, riducendo l’inquinamento da gas serra e aiutando la transizione verso l’energia pulita in modo giusto ed equo. Queste azioni aiuteranno a combattere la crisi climatica e forniranno un futuro più sicuro alle comunità locali e ai nostri parchi nazionali. Le terre pubbliche che sono state offerte all’industria petrolifera e del gas erano vicine a parchi nazionali come Canyonlands, Rocky Mountain e Arches, nonché a terre sacre ancestrali in tutto West. Lo sviluppo di petrolio e gas in queste importanti aree ha esacerbato il cambiamento climatico, ha inquinato l’aria e l’acqua nelle vicinanze e ha danneggiato gli ecosistemi dei parchi».

Aimee Delach, analista politico senior ed esperto di adattamento climatico di Defenders of Wildlife, sottlolinea che «Gli ultimi 4 anni sono stati un attacco a tutto campo contro la fauna selvatica e la scienza, ed è con nostro enorme sollievo che l’amministrazione Biden sta prendendo sul serio il cambiamento climatico, ripristinerà l’integrità scientifica e lavorerà per proteggere e ripristinare le leggi ambientali di base. I defenders non vedono l’ora di lavorare con la nuova amministrazione per sviluppare politiche guidate dalla scienza che rispondano agli attuali impatti dei cambiamenti climatici, mitigando anche le minacce future».

La nuova task force nazionale per il clima è guidata dall’ex amministratrice dell’ Environmental Protection Agency  (EPA), Gina McCarthy, licenziata da Trump e che BIden ha chiamato a coordinare le attività ambientali, dovrà garantirà l’attuazione del piano climatico del presidente.  Per Delach, la creazione di questa task force «E’ fondamentale per l’attuazione del piano climatico del presidente Biden. Siamo grati che l’amministrazione Biden stia rapidamente lavorando per affrontare le cause profonde del cambiamento climatico, per proteggere le nostre terre pubbliche, smetterla con i regali agli amministratori delegati dei combustibili fossili e proteggere la nostra fauna selvatica e i luoghi che chiama casa».

Jacob Malcom, direttore del Center for Conservation Innovation di Defenders of Wildlife, è particolarmente entusiasta del piano 30X30 per proteggere la biodiversità, e conclude: «Applaudiamo e sosteniamo l’azione dell’amministrazione Biden per fissare un obiettivo nazionale di conservare almeno il 30% delle nostre terre e acque entro il 2030. A causa delle minacce del cambiamento climatico e della distruzione dell’habitat, circa 1 milione di specie potrebbe rischiare l’estinzione. Stabilire un obiettivo di conservazione 30×30 significa che possiamo iniziare ad affrontare allo stesso tempo le crisi intrecciate della la biodiversità e climatiche. In definitiva, salvando uccelli, orsi e piante, centreremo un unico obiettivo. Siamo entusiasti di sostenere questo crescente sforzo globale».