Brasile: Bolsonaro ha approfittato della pandemia di Covid-19 per demolire le leggi ambientali
La deregulation procede senza sosta, ma la società civile brasiliana, gli scienziati e i media potrebbero aver mitigato il danno
[26 Febbraio 2021]
Il Brasile sta rottamando e modificando (in peggio) la sue normative ambientali e questa deregulation è proceduta più velocemente approfittando della pandemia di Covid-19. A dirlo è lo studio “The COVID-19 pandemic as an opportunity to weaken environmental protection in Brazil”, pubblicato recentemente su Biological Conservation, nel quale un team di ricercatori brasiliani e britannici sottolinea che da gennaio 2019 il governo del presidente neofascista Jair Bolsonaro «57atti legislativi che, in pratica, indeboliscono la legislazione ambientale nazionale». 27 di queste norme antiambientali sono state approvate tra marzo e settembre 2020, nel pieno della pandemia, e in quest’ultimo mese ne sono state approvate ben 16.ùPer ottenere questi dati i ricercatori hanno spulciato il Diário Oficial da União (la Gazzetta Ufficiale brasiliana) alla ricerca di decreti e modifiche alla legislazione ambientale brasiliana e poi hanno anche analizzato i tassi di deforestazione mensili dell’ Instituto Nacional de Pesquisas Espaciais (INPE) e le multe comminate per deforestazione illegale dall’Instituto Brasileiro do Meio Ambiente e dos Recursos Naturais Renováveis (Ibama).
I ricercatori hanno infatti scoperto che, durante il periodo preso in esame, l’applicazione di sanzioni ambientali per la deforestazione illegale è diminuita del 72% nonostante l’aumento dei tassi di deforestazione tra il 2019 e il 2020 rispetto ai periodi precedenti. Secondo l’INPE, tra agosto 2019 e luglio 2020, la deforestazione in Amazzonia è stata “solo” del 9,5% più alta rispetto ad agosto 2018 e luglio 2019. Ma è stato anche il più alto livello di deforestazione annuale dal 2008.
Tra le modifiche peggiorative della legislazione ambientale approvate durante la pandemia, lo studio evidenzia la revisione della tossicità di 47 pesticidi, che a luglio 2020 sono stati classificati come meno pericolosi o che sono stati privati di una categoria specifica. Un altro atto legislativo citato è quello che dichiara non non è necessario ripristinare tutte le Áreas de Preservação Permanente, anche se sono state disboscate abusivamente.
In un’intervista a SciDev.Net , ua delle autrici dello studio, Erika Berenguer dell’Environmental change institute dell’università di Oxford e del Lancaster environment centre dell’università di Lancaster, ha sottolineato che «Un indebolimento delle regole era già previsto da quando, nell’aprile 2020, il ministro dell’ambiente Ricardo Salles aveva affermato in una riunione ministeriale che le leggi ambientali dovevano essere allentate il più possibile “Mentre i media sono preoccupati solo per il Covid-19″». Ma Berenguer è rimasta sorpresa dal modo in cui è avvenuta la deregulation ambientale e di come sia stata attuata su molti fronti diversi.«Immaginavo che si sarebbe concentrata in alcune aree, come un minor controllo della deforestazione, ma i dati mostrano un altro scenario».
Le decisioni vanno dalla riduzione dal 12 al 10% della quantità di biodiesel aggiunto al diesel brasiliano (agosto 2020) all’autorizzazione all’estrazione nelle aree designate prima dell’autorizzazione finale alle compagnie (Giugno 2020). Inoltre le agenzie ambientali brasiliane sono state praticamente invase dai militari che dettano la linea da seguire. La Berenguer fa notare che «Come biologa, non potrei comandare un battaglione militare perché non ho esperienza per questo. Non ha senso che il personale militare senza conoscenze tecniche possa dirigere le agenzie ambientali».
Per Rubens Morato Leite, professore di diritto ambientale dell’Universidade Federal de Santa Catarina, lo smantellamento delle normative ambientali che emerge dallo studio (al quale non ha partecipato) «Non sorprende, visto che il ministero dell’ambiente Salles è a capo di uno studio legale. Lo conoscevamo prima. Come segretario dell’ambiente nello Stato di São Paulo (2016 – 2017), Salles aveva già mostrato il suo profilo di manager». Nel dicembre 2018, Salles era stato condannato per irregolarità amministrativa per aver alterato le mappe di zonizzazione del piano di gestione dell’Área de Proteção Ambiental do Rio Tietê a favore delle compagnie. Sul caso è ancora un corso un processo ma. grazie a questo curricolum Bolsonaro ha voluto Salles come ministro dell’ambiente.
Lo studio sottolinea però un aspetto che fa ben sperare: la pressione della società civile organizzata ha forse impedito un ulteriore smantellamento della legislazione ambientale in Brasile. Secondo l’indagine, «La copertura della stampa sulle questioni ambientali è stata molto intensa durante la pandemia e gli scienziati hanno prodotto una serie di lettere di ripudio e studi per attirare l’attenzione». Inoltre, alcune celebrità e Papa Francesco hanno richiamato l’attenzione sull’impatto delle politiche anti-ambientali di Bolsonaro sui diritti delle popolazioni indigene in Brasile.