Brasile, nuovo attacco alle terre indigene: il Senato approva il Marco Temporal
Indios e Greenpeace chiedono a Lula di mettere il veto. PT: è incostituzionale
[29 Settembre 2023]
Il Senato federale del Brasile ha approvato prima in commissione e poi in plenaria, con 43 voti favorevoli e 21 contrari, una proposta incostituzionale sulla delimitazione dei territori indigeni. Il Partido dos Trabalhadores del presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha votato contro e il senatore Jaques Wagner, capogruppo del governo al Senato, ha sottolineato «L’incostituzionalità del provvedimento, in quanto la Costituzione del 1988 non rappresenta una tappa fondamentale per l’acquisizione di diritti di possesso da parte delle comunità indigene, ma piuttosto una sequenza di tutela già garantito da lettere costituzionali fin dal 1934. Come è scritto nel testo costituzionale, come era già scritto nel testo del 1934 con lo stesso significato, capisco che sia innocuo votare un progetto, di categoria inferiore alla nostra Costituzione, per riaffermare quanto è già scritto nella Costituzione».
Anche il leader del governo al Congresso, il senatore indipendente Randolfe Rodrigues, ha sottolineato l’incostituzionalità della proposta di legge che cerca di modificare una norma costituzionale attraverso un disegno di legge e ha detto che «I testo dovrebbe essere oggetto del veto del presidente Lula. Anche se il Congresso Nacional dovesse revocare il veto presidenziale, verrà nuovamente convocata il Supremo Tribunal Federal (STF). Per questo esiste la Corte Suprema, da interpellare quando non si rispetta la Costituzione».
Infatti, la decisione del Senato arriva una settimana dopo che la STF ha ribaltato la tesi del Marco Temporal secondo la quale i popoli indigeni avrebbero diritto solo alle terre già occupate o contese il 5 ottobre 1988, data di promulgazione della la Costituzione federale brasiliana. La proposta, avanzata dal bolsonarista Marcos Rogério sarà sottoposta a Lula che dovrà decidere.
Secondo il testo approvato dalla Bancada Ruralista di destra alla quale si sono associati partiti e senatori che sostengono il governo Lula, affinché un’area possa essere considerata ““terra indígena tradicionalmente ocupada”, deve essere dimostrato che sia stata stabilmente abitata dalla comunità indigena e utilizzata per attività produttive sin dalla data di promulgazione dell’attuale Magna Carta brasiliana. La proposta di legge consente lo sviluppo di attività nelle riserve indigene senza che le comunità siano consultate e sottolinea che il godimento delle popolazioni indigene non prevale sull’interesse della politica di difesa e sovranità nazionale. Secondo il testo, anche l’installazione di basi, unità e postazioni militari non dipende dalla consultazione con le popolazioni indigene o con la Fundação Nacional dos Povos Indígenas (Funai). L’ente federale competente. Anche l’ampliamento della rete stradale, l’esplorazione di alternative energetiche strategiche e la tutela del patrimonio sono indipendenti dalla consultazione degli indios e il Marco Temporale consente inoltre la cooperazione e l’assunzione di persone non indigene per svolgere attività economiche su terre che attualmente sono utilizzate esclusivamente dalle comunità indigene. Oltre a impedire l’espansione dei territori già delimitati, la proposta prevede la possibilità che questi luoghi, qualora si verifichi un cambiamento nei tratti culturali della comunità, vengano rilevati dall’Unione del Brasile per «interesse pubblico o sociale» o siano destinati al Programa Nacional de Reforma Agrária, con lotti solo «preferibilmente» assegnati alle popolazioni indigene.
Le organizzazioni indigene hanno subito messo in piedi il movimento #VetaLulaPL2903, chiedendo che il Presidente della Repubblica ponga il veto a questa idea genocida e ignori la vergogna avvenuta al Senato.
L’Articulação dos Povos Indígenas do Brasil (Apib) ha definito il testo approvato «Disegno di legge sul genocidio» e denuncia che «La proposta trasforma il Marco Tempolal in legge e legalizza i crimini contro le popolazioni indigene. Il movimento organizzato dalla bancada ruralista si è mosso rapidamente e ha approvato la proposta in poche ore nella Commissione Costituzione e Giustizia (CCJ) e nella plenaria del Senato». Ora anche l’Apib chiede il veto di Lula, che ha 15 giorni lavorativi per farlo.
Secondo Kleber Karipuna, coordinatore esecutivo dell’Apib. «Il Senato vuole perpetuare il genocidio indigeno. Questo disegno di legge legalizza i crimini che minacciano la vita degli indigeni e influenzano la crisi climatica. La PL è incostituzionale e la Corte Suprema ha già annullato il Marco GTemporal, ma il progetto presenta molti altri ostacoli ai diritti degli indigeni oltre al Marco. Continuiamo la lotta e chiediamo che Lula metta il veto su questo progetto e mantenga il suo impegno a favore dei popoli indigeni»
Il voto del Senato c’è stato lo stesso giorno in cui il STF ha chiuso il processo sul Marco Temporal e ha ripreso la sessione per definire la sentenza e analizzare le proposte sulla compensazione e lo sfruttamento delle Terras Indígenas.
Il STF ha però definito criteri che l’Apib considera annosi per le popolazioni indigene nell’ambito delle compensazioni per le demarcazioni: «La decisione della Corte Suprema ha stabilito criteri per i casi di risarcimento per terra nuda e risarcimento preventivo, che potrebbero premiare gli invasori delle Terras Indígenas e rendere i processi di demarcazione economicamente irrealizzabili. Il giudice Dias Toffoli, che aveva presentato i criteri relativi all’attività mineraria, ha ritirato questo argomento dal suo voto».
Dinamam Tuxá, coordinatrice esecutiva dell’Apib, fa b notare che si è trattato di «Un altro giorno segnato dalle violazioni dei diritti dei popoli indigeni brasiliani. Il termine è stato annullato dalla STF, ma la tesi consolidata prevede diversi criteri pericolosi per noi, come un risarcimento che potrebbe ostacolare ulteriormente le demarcazioni nel Paese. E mentre il Congresso cerca di condurre un braccio di ferro con la STF, noi proseguiamo nell’emergenza contro le invasioni delle Terras Indígenas e il genocidio dei popoli. La Corte Suprema ha sepolto il Marco Temporal e il Senato sta cercando di resuscitare la tesi con questo PL 48. È una mossa che viola la Costituzione Federale e la democrazia del Brasile. I ruralisti cercano di fare dei diritti una disputa in un tiro alla fune con la Corte Suprema per cercare di dimostrare chi ha più forza. Continueremo a ribadire che i diritti non possono essere negoziati e che le vite degli indigeni non possono continuare a essere massacrate dagli interessi economici e politici di nessuno».
L’Apib sottolinea che quanto successo in Senato è «Il risultato del collegamento diretto dei politici brasiliani all’invasione delle terre indigene», come emerge dal dossier ““Os invasores” pubblicato sul sito giornalistico De olho nos ruralistas e secondo il quale «I rappresentanti del Congresso Nazionale e dell’Esecutivo possiedono circa 96mila ettari di terra che si sovrappongono a terre indigene. Inoltre, molti di essi sono stati finanziati dagli agricoltori che hanno invaso le Terras Indígenas, che hanno donato 3,6 milioni di R$ alla campagna elettorale dei ruralisti. Questo gruppo di invasori ha finanziato 29 campagne politiche nel 2022, per un totale di R$ 5.313.843,44. Di questo totale, 1.163.385,00 R$ sono stati assegnati al candidato sconfitto, Jair Bolsonaro (PL)».
Anche per Greenpeace Brasil «La bancada ruralista ha mantenuto il suo piano genocida», approvando «Un’idea suicida che minaccia la biodiversità brasiliana, mette a rischio la sopravvivenza delle popolazioni indigene e aggrava la crisi climatica che provoca cicloni nel Sud , ondate di caldo in tutto il Paese e siccità record in Amazonas, Acre e Rondônia.
Greenpeace Brasil dice che «Il disegno di legge 2903 è pieno di punti esecrabili, che avvantaggiano solo i ruralistas preoccupati per i loro profitti».
Danicley de Aguiar, coordinatore del Frente de Povos Indígenas di Greenpeace Brasil. Evidenzia che «L’approvazione della PL 2903 da parte dell’Assemblea Plenaria del Senato dimostra che in Brasile gli interessi privati restano al di sopra dell’interesse pubblico e dimostra la voglia della bancada ruralista di imporre l’inclusione forzata delle terre indigene nel mercato globale delle materie prime. Approvando il Marco Temporal PL a dispetto della STF, il Senato sta percorrendo una strada molto pericolosa, che minaccia la democrazia brasiliana e mette a rischio la sopravvivenza dell’umanità. Cedendo ai capricci dell’agrobusiness brasiliano, il Senato della Repubblica rinuncia al dovere di agire a favore della tutela della democrazia e flirta pericolosamente con coloro che nel XXI secolo continuano a negare la crisi climatica globale che minaccia tutti i brasiliani, indigeni e non».
Danicley ha anche ricordato la minaccia che affrontano oggi i popoli indigeni, soprattutto quelli che hanno avuto contatti recenti o che vivono in isolamento volontario: «L’approvazione di questo disegno di legge ignora il diritto dei popoli indigeni a vivere secondo i loro costumi e tradizioni a favore di una logica di accumulazione che concentra reddito e terra, imprigionandoci in un’eterna condizione di sottosviluppo. La PL 2903 rafforza la logica economica che per 500 anni ha imposto dolore e sacrificio agli oltre 300 popoli indigeni sopravvissuti al genocidio coloniale praticato dal nord al sud del Brasile. Siamo una nazione ostaggio di un modello produttivo che ci impone il ruolo di mero produttore di materie prime che arricchiscono altre nazioni nel mondo. Fin dal 1500, i popoli nativi sono stati vittime di innumerevoli forme di violenza. Il movimento indigeno si sta già organizzando per continuare a resistere e noi saremo al fianco di coloro che, da più di 12mila anni, dimostrano che è possibile convivere con la natura senza vederla solo come una risorsa economica».
Toya Manchineri, a capo della Coordenação das Organizações Indígenas da Amazônia Brasileira (Coiab), conclude: «Questo progetto attenta alla dignità e alla sopravvivenza dei popoli indigeni. In pratica colloca le compagnie minerarie e i minatori all’interno delle terre indigene, causando più morte, distruzione e inquinamento. Chiediamo al presidente Lula di porre il veto a questo progetto».