Riceviamo e pubblichiamo
Budelli ai privati, perché no? La parola al custode dell’isola [PHOTOGALLERY]
«Difficile non pensare che l’improvviso interessamento sia figlio di uno strumentale uso politico della vicenda»
[3 Dicembre 2013]
A inizio dello scorso ottobre è stata resa nota la notizia dell’acquisto dell’isola di Budelli da parte di un cittadino neozelandese, Michael Harte. A seguito di tale notizia il PNALM, col sostegno di alcuni politici nazionali, ha avviato una campagna per il reperimento di fondi pubblici per esercitare il diritto di prelazione sull’acquisto dell’isola. Ciò dopo aver dato ampio risalto a un incontro occorso con il neo-acquirente, nel quale Harte ha “rassicurato” i rappresentanti del Parco sulle proprie intenzioni di collaborazione nella gestione e nella salvaguardia e valorizzazione ambientale dell’isola.
A fronte di quanto appreso dalle pagine della stampa sorgono alcuni doverosi interrogativi:
Perché rifiutare a priori gli investimenti privati a tutela del territorio, senza valutarne gli annunciati progetti di valorizzazione? Perché escludere la compartecipazione privata alla salvaguardia ambientale?
Visti i precedenti di Mister Harte e la sua adesione alla Blue Economy (nuova frontiera dell’economia sostenibile internazionale), perché non valutare le sue proposte di valorizzazione di Budelli – considerata la sua pregressa esperienza – e non puntare a un serio rapporto di collaborazione?
Ogni giorno ormai da anni assistiamo al progressivo assottigliarsi delle risorse pubbliche destinate a servizi di prima necessità (sanità, scuola, ricerca…). Perché spendere una cifra di denaro pubblico per acquistare l’isola sapendo di non avere, nell’immediato futuro, le risorse necessarie per il mantenimento e la valorizzazione delle sue coste e del suo territorio?
L’attuale gestione delle isole dell’Arcipelago evidenzia gravi carenze in termini di pulizia delle coste e dell’entroterra, gestione dell’impatto antropico nei periodi di maggiore afflusso turistico, in particolare del traffico di visitatori e del flusso di imbarcazioni. Perché rifiutare la partecipazione ai costi da parte di un privato alla gestione di tali aspetti?
L’ipotesi di acquisizione pubblica dell’isola viene presentata come una necessaria e imprescindibile condizione per la salvaguardia del suo territorio. Nei fatti tale approccio denota una inspiegabile mancanza di fiducia nei confronti delle norme di tutela del territorio e dei vincoli paesaggistici a cui sono sottoposte le isole, a prescindere dalla titolarità della proprietà. Perché chi deve applicare tali normative ne nega, di fatto, la valenza effettiva?
La gran parte del territorio delle isole dell’Arcipelago di La Maddalena è, da sempre, proprietà di privati (singoli o società come nel caso di Budelli). L’istituzione del Parco Nazionale è nata con l’intento di regolamentarne l’uso e garantirne la salvaguardia, senza mai ipotizzarne l’acquisto. Perché, dopo decenni di
tolleranza nei confronti della proprietà da parte di una società in fallimento, oggi viene reclamata l’urgenza di una acquisizione pubblica, solo successiva all’acquisto da parte di un soggetto noto nel mondo per i suoi progetti di valorizzazione e tutela ambientale?
Le istituzioni pubbliche, in primis il Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, ad oggi non sono riuscite a garantire la pulizia delle coste (fascia costiera demaniale, ovvero pubblica), la tutela dei fondali nei pressi delle cale (a causa degli ancoraggi senza regolamentazione e dell’assenza di sistemi di ormeggio a basso impatto), la adeguata gestione degli arenili (assenza di adeguati sistemi di guardianaggio, pulizia e organizzazione della segnaletica informativa). Nello specifico, l’isola di Budelli risulta – tra gli angoli dell’Arcipelago – il più “aggredito” dalla presenza di masse di fruitori non regolamentate e il meno tutelato (se si esclude la riserva integrale della Spiaggia rosa -anch’essa non sottoposta a guardianaggio). Perché, dunque, questo improvviso interessamento alle sorti dell’isola?
Alla luce di tali interrogativi risulta dunque difficile non pensare che l’improvviso interessamento sia figlio di un opportunistico e strumentale uso politico della vicenda relativa all’acquisto di Budelli. L’acquisto dell’isola da parte del Parco Nazionale non è un atto indispensabile alla salvaguardia del patrimonio ambientale, né altre azioni di intervento da parte dello stesso Ente lasciano guardare con fiducia ad un proficuo impiego di risorse pubbliche. Si pensi, ad esempio, alle impalcature che da anni avvolgono alcuni tra i fari più belli dell’Arcipelago. Strutture ormai fatiscenti e pericolanti, installate per azioni di ristrutturazione mai avviate, per le quali è stato attuato un notevole esborso di denaro pubblico.
di Mauro Morandi, attuale custode di Budelli, e amici maddalenini