I corvi pianificano il futuro, come gli uomini e le grandi scimmie (VIDEO)
Nel complesso il loro livello di autocontrollo è simile a quello delle grandi scimmie
[17 Luglio 2017]
I corvi possono pianificare diversi tipi di eventi, dimostrando così anche autocontrollo e sensibilità per il loro futuro. A rivelarlo è lo studio “Ravens parallel great apes in flexible planning for tool-use and bartering”, pubblicato su Science da Can Kabadayi e Mathias Osvath, del dipartimento di scienze cognitive dell’università svedese di Lund, che sottolinea che queste abilità, fondamentali per gli esseri umani, erano state definite da ricerche precedenti come esclusive per gli esseri umani e le grandi scimmie. I nuovi risultati rivelano che la cognizione complessa può essersi evoluta indipendentemente anche in animali diversi dai primati, «Il che è un fattore importante nel tracciare i principi fondamentali della cognizione», dicono . Kabadayi e Osvath.
All’università di Lund fanno un esempio: «Chiunque abbia passato un certo periodo a Londra vede i vantaggi di portarsi un ombrello, nonostante gli inconvenienti e che il cielo sia momentaneamente blu. Questo tipo di pianificazione, che si basa sulle aspettative e, talvolta, richiede di rinunciare ai desideri e ai comfort immediati, è stato storicamente considerato unico per gli esseri umani e le grandi scimmie».
Precedenti studi avevano già dimostrato che i corvidi sono in grado di pianificare, tra l’altro, il pasto del giorno successivo nascondendo il cibo in diversi posti, ma questo comportamento era considerato diverso dalla pianificazione mostrata alle scimmie. Dato che la maggior parte dei corvidi nascondono abitualmente il loro cibo, questo loro comportamento potrebbe riflettere un adattamento specifico limitato all’accumulo di cibo. Il nuovo studio ora rivela che i corvi sono altrettanto bravi delle scimmie a svolgere compiti di pianificazione generale.
I due ricercatori a hanno chiesto ai corvi di risolvere compiti che non dovrebbero affrontare in natura e per i quali non dispongono di specifici adattamenti, sia per l’utilizzo di strumenti che per superare la barriera di specie che li divide dagli esseri umani. Un’altra cosa che rafforza nella scelta di questi compiti è che sono stati testati sulle scimmie, permettendo così un confronto diretto tra le specie.
Nei diversi esperimenti, i corvi potevano selezionare uno strumento o un token da una serie di oggetti per risolvere un problema futuro in un’altra posto. Lo strumento permetteva agli uccelli di recuperare una ricompensa da una scatola, e il token potrebbe essere dato ad un essere umano in cambio di una ricompensa. Gli scienziati spiegano che «Il ritardo tra la selezione dell’elemento e l’attività varia da 15 minuti a 17 ore a seconda dell’esperimento» e il risultato è stato sorprendente: iI corvi progettarono gli scambi con maggiore precisione rispetto alle scimmie e le eguagliano nelle attività di utilizzo degli utensili, nonostante non siano in grado di manipolarli.
Lo studio ha anche testato l’autocontrollo dei corvi mettendo un piccolo pezzo di cibo tra gli oggetti da scegliere, inclusi gli strumenti e i token, e quindi variando il tempo che passava tra la scelta e l’attività.
Osvath, che insegna zoologia cognitiva, sottolinea che «Il fatto che il passare del tempo svaluti la ricompensa, è un meccanismo psicologico ben noto nell’uomo. Più a lungo dobbiamo aspettare, tanto meno avrà valore». In altre parole, i corvi dovrebbero esercitare l’autocontrollo selezionando più spesso l’attrezzo o il token quando credono che l’opportunità di usarli sia avvicini nel tempo e questo è esattamente quello che hanno fatto, suggerendo che quando scelgono i corvi prendono in considerazione i possibili ritardi. «Nel complesso il loro livello di autocontrollo è simile a quello delle grandi scimmie», dice lo studio.
Osvath. Conclude: «Per essere in grado di risolvere compiti come questi, bisogna possedere un insieme di abilità cognitive che lavorano di concerto, come le capacità inibitorie e le diverse forme di memoria. Questi corvi mostrano funzioni simili e le combinano in modi simili alle scimmie, nonostante il loro ultimo antenato comune risalga fino a 320 milioni di anni fa, suggerendo che all’evoluzione piace ripercorrere le buone produzioni».