Il giovane tursiope faceva parte di un branco che frequenta la zona di Serpentara
Delfino arpionato e macellato nell’Area marina protetta Capo Carbonara
Il Wwf ha inviato un esposto contro ignoti alla procura di Cagliari per individuare i responsabili
[18 Aprile 2016]
Il Referendum sulle trivelle ha fatto passare quasi sotto silenzio due atti di barbarie ambientale avvenuti il 15 e 16 aprile contro uno stesso giovane cetaceo. Come spiegava il 15 aprile Fabrizio Atzori, direttore Area marina protetta Capo Carbonara sulla pagina Facebook dell’Amp, «Un tursiope maschio (Tursiops truncatus) di 3 metri è stato ritrovato questa mattina a Cann e Sisa (Torre delle stelle). L’ animale è stato arpionato con fucile subacqueo ad aria compressa. La Capitaneria di Porto con sede a Villasimius in forza di una convenzione con l’Amp Capo Carbonara ha ricevuto la segnalazione da un proprietario di casa a Torre delle Stelle ed è intervenuta sul posto per gli accertamenti penali del caso assieme al Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale con sede a Villasimius. I responsabili qualora individuati saranno differiti all’autorità giudiziaria competente. È prevista una denuncia penale in quanto specie di interesse conservazionistico. Lo staff dell’Amp Capo Carbonara è intervenuto per i rilevamenti morfometrici in quanto referente da Cala Mosca a Marina di Gairo all’interno dell’ accordo di collaborazione con la Rete regionale per la fauna marina in difficoltà. In seguito all’intervento del veterinario della ASL8 di Cagliari è stato avvisato il Comune di Maracalagonis che si occuperà dello smaltimento. Ci siamo trovati di fronte ad un atto volontario dell’uomo, ennesimo colpevole».
Ma la mattina del 16 aprile i responsabili dell’Amp si sono trovati di fronte ad uno spettacolo incredibile: la carcassa del tursiope era stata fatta a pezzi direttamente sulla spiaggia dove il cetaceo si era arenato dopo essere stato arpionato. Sulla pagina Facebook si legge: «Lo smaltimento costa caro, chiediamo alla mano dell’uomo di farla intervenire con la motosega così si risparmia tempo e denaro! Complimenti a chi ha svolto questo getto durante l’arco della notte. La ciliegina su uno scempio dell’uomo! Vigliacchi!»
Ma come fa notare qualcuno i tagli sembrano troppo netti per essere stati fatti con una motosega: «Il taglio è pulito e il coltello doveva essere ben affilato… secondo me qualcuno l’ha mangiato». Poi non manca il “furbo” che si offre di cucinare la carne di delfino, violando la Legge in materia di pesca (n. 4 del 2012 ) che pone il divieto di “detenere, sbarcare trasportare e commercializzare le specie di cui sia vietata la cattura” con pene per la violazione del divieto che implicano, anche queste l’arresto (fino a due anni ) e multe (da 2.000 a 12.000 euro).
Il giovane tursiope faceva con tutta probabilità parte di un branco che frequenta la zona di Serpentara e fotografato il 16 aprile dalla Capitaneria di Porto di Villasimius durante un’attività di controllo. Una presenza che evidentemente non piace ai bracconieri criminali che hanno compiuto questo doppio scempio, ma che adesso non avranno vita facile.
Il Wwf ha inviato oggi un esposto contro ignoti presso la procura di Cagliari affinché vengano individuati i responsabili: «Purtroppo, a differenza di quanto accade a terra, i crimini di natura commessi in mare, che spesso vedono l’uccisione di specie protette come delfini, tartarughe e perfino balenottere, rimangono sottotraccia ed è difficile quantificare la perdita di biodiversità e rintracciare i colpevoli – ha dichiarato Donatella Bianchi, presidente del Wwf Italia – A fronte di un animale rinvenuto ce ne sono sicuramente molti altri che hanno subito la stessa fine. Purtroppo non è la prima volta che un delfino viene ucciso lungo le coste sarde; analoghi episodi erano già accaduti nel golfo di Olbia negli anni passati. Vogliamo che i colpevoli di questa doppia barbarie vengano identificati perché il mare non può perdere in questo modo le sue creature più nobili».