Effetto lockdown: in Versilia sono tornati i tritoni

ANBI: sono un indicatore biologico di qualità ambientale e dimostrazione di una nuova sensibilità

[4 Maggio 2020]

Sui social media circolano immagini di animali che scorrazzano in città, lungo strade, nuotano nei porti, si intrufolano in luoghi dai quali stavano a distanza per la presenza di esseri umani, e gli esempi non mancano nemmeno in Italia, anche se vengono ricicciate, come ha fatto il TG2 con gli orsi del trentino spacciati per marsicani, immagini di altre situazioni del passato fatte passare per attuali o se i delfini filmati in un anonimo porto sono serviti per segnalarli in molti e distanti porti di tutta la penisola.

Non è certamente il caso di quanto segnala l’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (ANBI): il ritorno del tritone in Versilia. I tritoni sono stati scoperti durante i lavori del Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord per liberare i principali corsi d’acqua della pineta dai rifiuti abbandonati e dai rami caduti; l’intervento è stato svolto manualmente, prestando particolare attenzione ai “ritrovati” anfibi.

ANBI evidenzia che «A colonizzare l’habitat non è stavolta una specie aliena, ma il significativo ritorno dei tritoni scoperti nei fossi della pineta di Levante a Viareggio; non è usuale osservare tali specie, perché  l’inquinamento è  una delle cause principali di riduzione degli anfibi che, per una spiccata sensibilità alle sostanze chimiche, hanno la funzione di bioindicatori: in pratica sono segnali spia sulla qualità dell’ecosistema. Osservati da vicino, i tritoni appaiono come piccoli “draghi”, che vivono tutto l’anno nel letto di foglie e sotto le radici delle piante; in periodo primaverile è più facile osservarli, perché raggiungono le acque, a lento scorrimento, di fossi e canali per deporre le uova; si nutrono di larve di zanzara e per questo sono anche ottimi alleati dell’uomo». I tritoni sembravano scomparsi dalla piana costiera viareggina, ormai confinati nei torrenti montani apuo-versiliesi e a rischio per l’escavazione del marmo. Ma, come fa notare ancora l’ANBI, «Il forzato rallentamento delle attività umane, dovute al pandemico, deve essere occasione anche per  una riflessione sui limiti della pressione antropica sull’ambiente».

Il presidente di ANBI, Francesco Vincenzi, sottolinea che «Accertare la presenza di tritoni all’interno di un habitat palustre è una notizia importante per l’ecosistema, perché questi piccoli animali sono un segnale inequivocabile che l’ambiente non è inquinato» e il  presidente del Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord, Ismaele Ridolfi, aggiunge. «Mi complimento con gli addetti alle operazioni di pulizia per averli individuati, segnalati e per avere adottato tutte le misure idonee a non interferire con la loro presenza».

Il Direttore Generale di ANBI, Massimo Gargano, conclude: «E’ questa la dimostrazione della nuova sensibilità, che permea l’attività idraulica dei Consorzi di bonifica Per tutelare la presenza delle popolazioni di anfibi nella macchia lucchese, il locale ente consortile ha sottoscritto un protocollo d’intesa con Legambiente Versilia, che monitora i livelli della falda ed effettua il censimento delle specie. Le collaborazioni con le associazioni ambientaliste sono d’ausilio, in tutta Italia, a tenere alta l’attenzione sulla tutela degli habitat autoctoni, oggi minacciati non solo dall’invadente presenza dell’uomo, ma anche dall’incedere di specie alloctone, ennesima conseguenza dei cambiamenti climatici».