Eradicazione dei mufloni all’isola del Giglio: per il ministro dell’Ambiente è tutto in regola
E’ un progetto Life Natura Ue in linea con l'attuale quadro normativo nazionale e con la Convenzione di Berna
[29 Marzo 2023]
Il 21 dicembre 2022 le Senatrici Alessandra Maiorino, Elisa Pirro, Gabriella Di Girolamo, Gisella Naturale, Barbara Guidolin e il Senatore Raffaele De Rosasi eavevano presentato una interrogazione a risposta scritta nella quale chiedevano al ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin se «Intenda attivarsi presso le sedi di competenza al fine di sospendere l’eradicazione del muflone al Giglio e giungere alla revoca immediata dei permessi di caccia per l’abbattimento nonché bloccare con effetto immediato la sterilizzazione degli animali catturati e traslocati; se risulti un utilizzo improprio dei fondi pubblici europei e se si intenda intraprendere ogni opportuna iniziativa volta a fare chiarezza sul progetto “Life Lets’Go Giglio” circa le finalità e le azioni strategiche, in osservazione del quadro normativo europeo e dell’art. 9 della Costituzione».
La risposta del ministro è stata pubblicata il 15 marzo e confuta punto per punto le tesi dei senatori del M5S. Pichetto Fratin scrive: «Innanzitutto, si rappresenta che, ai sensi dell’articolo 18, comma 1, della legge n. 157 del 1992, il muflone è una specie cacciabile, ad esclusione della popolazione sarda, nonché classificata come specie alloctona al di fuori dell’areale sardo, essendo stato introdotto durante il secolo scorso per scopi venatori in diverse aree italiane. Inoltre, l’attuale quadro normativo (e segnatamente l’articolo 2 della legge n. 157 del 1992 così come modificato dalla legge n. 221 del 2015) e le principali linee guida internazionali in materia prevedono che la gestione delle specie alloctone, in particolare nelle isole, sia finalizzata all’eradicazione o comunque al controllo delle popolazioni, al fine di tutelare la biodiversità di questi ecosistemi. Infine, il decreto ministeriale 19 gennaio 2015 classifica solo la popolazione sarda dei mufloni come parautoctona, mentre tutti gli altri nuclei della specie presenti sul territorio nazionale, compreso quello dell’isola del Giglio, peraltro di recentissima origine, sono da considerarsi alloctoni».
Quanto alle accuse rivolte al progetto “Life Lets’Go Giglio”, il ministro specifica che «Il parco nazionale dell’arcipelago Toscano ha attivato l’eradicazione del muflone nel quadro di un ampio e organico programma di conservazione, finanziato con un progetto Life, ovvero progetti di conservazione sottoposti ad una rigidissima selezione e validazione. Nello specifico, il progetto Life “LetsGoGiglio” include svariate azioni di riqualificazione naturalistica, di cui l’eradicazione del muflone non è che un tassello. Il progetto è promosso dal parco nell’ambito delle attività istituzionali di conservazione, ed è ritenuto idoneo da questo Ministero, dall’ISPRA e dall’Unione europea. Il progetto ha avuto ampio consenso dalla comunità scientifica per le positive ricadute, come si evince, ad esempio, da una lettera di sostegno della prestigiosa istituzione mondiale IUCN».
I senatori pentastellati mettevano in dubbio la validità scientifica del progetto di eradicazione accusandolo addirittura di causare danni alla biodiversità e a sostegno delle loro tesi i parlamentari M5S riportavano i risultati di uno studio pubblicato nell’agosto 2022 su Diversity da un consorzio di università e laboratori genetici italiani e francesi «In cui viene riconosciuta l’unicità genetica del gruppo di mufloni presenti al Giglio», ma il ministro Pichetto Fratin ribatte che «Per quanto riguarda le valutazioni di natura scientifica, non ci sono elementi per affermare che il programma dell’ente parco incida sulla biodiversità dell’isola del Giglio. Infatti, lo studio pubblicato nel 2022 richiamato nell’interrogazione (Barbato et al.), fa risalire la presenza della popolazione di mufloni nell’area al trasferimento di capi provenienti o dagli allevamenti presenti a Miemo (Pisa), o di capi provenienti in parte dalla Sardegna ed in parte dalla Germania, avvenuto intorno al 1955 e, pertanto, conferma la natura alloctona e di recente origine della specie, espressa in normativa. Secondo quanto indicato dall’ISPRA, le caratteristiche di purezza fenotipica e genotipica delineate in tale studio sono riferite ad un’operazione di caratterizzazione genetica della popolazione sarda di muflone (peraltro anch’essa di origine antropogena) non esaustiva, in quanto effettuata su un campione estremamente ridotto. Pertanto, è ragionevole escludere un significato adattativo delle caratteristiche rilevate, più probabilmente connesse ad un effetto “collo di bottiglia” generico causato da una progressiva riduzione della presenza di capi, o alla selezione sui fondatori inizialmente introdotti nell’isola».
E il ministro non si sottrae al confronto delle opinioni scientifiche su questo punto, ricordando che «Inoltre, recentemente (settembre 2022), a seguito della pubblicazione dello studio “Islands as time capsules for genetic diversity conservation: the case of the Giglio island mouflon” sul portale MDPI e la nota di Corradino Guacci, presidente della Società italiana per la storia della fauna, che mettono in dubbio le tempistiche, la necessità e le basi scientifiche dell’eradicazione dei mufloni dall’isola del Giglio attuata dal parco, un gruppo di prestigiosi ricercatori (Folco Giusti di Massa, Juan Herrero, Sandro Lovari, Pier Giuseppe Meneguz, Silvano Toso e Francesco Dessì Fulgheri) ha ritenuto opportuno evidenziare ulteriormente con una nota al presidente del parco e di Federparchi Giampiero Sammuri l’opportunità dell’eradicazione del muflone dall’isola».
La risposta scritta del ministro dell’ambiente conclude: «L’attività di controllo del muflone al Giglio, finanziata da un progetto unionale Life Natura, è in linea con l’attuale quadro normativo nazionale e con le raccomandazioni della convenzione di Berna».