Estratto Dna da prodotti di tartaruga embricata in vendita. Una speranza per salvare le tartarughe marine

Wwf e Noaa: «Un nuovo metodo che in futuro potrebbe essere un'arma importante contro il commercio illegale»

[20 Agosto 2019]

In occasione del 18esimo meeting della Conferenza delle parti della Convention on international trade in endangered species of wild fauna and flora (Cites)  in corso a Ginevra, il Wwf International ha annunciato che « Gli scienziati hanno sviluppato un test per estrarre il DNA dai prodotti della tartaruga embricata, compresi i gioielli in tartaruga. È una svolta che potrebbe aiutare a salvare le specie, cacciata per i suoi bellissimi carapaci  e ora elencata come minacciata dalla Lista rossa dell’Union for the conservation of nature (Iucn)»

Uno studio pubblicato quest’anno ha rivelato che gli esseri umani  negli ultimi 150 anni hanno catturato 9 milioni di tartarughe embricate (Eretmochelys imbricata), oltre 6 volte in più di quanto stimato in precedenza. Un rapporto Iucn del 2008 stimava che fossero rimaste solo 6.760 femmine riproduttrici di tartaruga embricata negli oceani Indiano e Pacifico. Secondo il Wwf, «E’ probabile che questo numero sia ora significativamente più basso».
Il progetto di estrazione del DNA è frutto di una collaborazione tra l Wwf Australia e degli scienziati californiani del Southwest Fisheries Science Center della National oceanic and atmospheric administration Usa (Noaa) e il team spiega che «Le tartarughe embricate delle diverse regioni sono geneticamente distinte. Se le autorità possono verificare i sequestri di prodotti illegali di tartaruga, possono individuare quali popolazioni sono prese di mira dai bracconieri e indirizzare gli interventi della polizia in tali aree. Un nuovo metodo che in futuro potrebbe essere un’arma importante contro le operazioni su piccola e grande scala, mirato a trovare le tartarughe embricate catturate per il commercio illegale».

Per sviluppare il test, il consulente per la ricerca del Wwf Australia,  Michael Jensen, e gli scienziati della Noaa hanno dovuto affrontare diversi ostacoli: «Il carapace contiene spesso DNA degradato rispetto al tessuto fresco – sottolinea Jensen –  I trattamenti termici e chimici utilizzati per creare prodotti dal carapace  di tartaruga possono danneggiare ulteriormente il DNA. Ma il team è stato in grado di modificare un kit di estrazione del DNA disponibile in commercio per lavorare efficacemente sui prodotti da carapace di tartaruga embricata.  E’ stato un sollievo poter confermare che potevamo ottenere sequenze di alta qualità dai prodotti di carapace. Adattando un kit disponibile che utilizza apparecchiature di laboratorio standard, abbiamo creato una soluzione pratica. Presto altri saranno in grado di ripetere facilmente il nostro metodo collaudato ed estrarre il DNA da gioielli in tartaruga, carapaci interi o pezzi di carapace».

Il  laboratorio genetico Noaa di La Jolla, in California, ha testato 13 articoli di gioielleria in tartaruga  provenienti da mercati locali di Papua Nuova Guinea e Isole Salomone e Jensen spiega ancora: «Abbiamo estratto e sequenziato il DNA mitocondriale (mt), ereditato dalle madri. Quando le femmine depongono le uova ritornano sempre sulla spiaggia dove si sono schiuse, quindi il loro DNA ci dice la loro origine di nidificazione».
Il DNA è stato estratto con successo da 12 dei 13 articoli, 8 su 12 erano legati a nidificazioni in Papua Nuova Guinea e alle Isole Salomone, per gli altri 4 l’origine della nidificazione è sconosciuta e questo perché la per maggior parte delle popolazioni di tartarughe della regione Asia – Pacifico non esistono ancora firme del DNA caratterizzate. Al Wwf dicono che «Il prossimo passo del progetto è quello di costruire un database genetico più completo di tutte le nidificazioni di tartaruga embricata . Alcune informazioni genetiche sono state pubblicate da scienziati e altre organizzazioni nel corso degli anni, ma ci sono molte lacune da colmare. Il test del DNA e il successivo database non combatteranno solo il commercio illegale, insieme al  tagging e al tracciamento satellitare, il DNA aiuterà a identificare tutte le popolazioni di tartarughe embricate, , come sono collegate tra loro, dove vanno e quali siti di nidificazione sono maggiormente a rischio di bracconaggio.

Il Wwf Australia sta lavorando con scienziati e comunità locali per sviluppare la ShellBank, un dataset di baseper i siti di nidificazione delle tartarughe embricate in tutta l’Asia – Pacifico.

Gli scienziati Nooa dicono che la creazione di un database genetico completo è uno dei loro obiettivi di  lunga data  per effettuare con precisione valutazioni della popolazione di tartarughe embricate e valutare minacce per questa specie migratoria. Peter Dutton che da più di 20 anni è il leader del Marine Turtle Genetics Program della Noaa, sottolinea che «Questo lavoro è stato reso possibile solo attraverso ampie collaborazioni con scienziati, governi, organizzazioni senza scopo di lucro e comunità dei villaggi che vivono vicino ai remoti siti di nidificazione in tutto il Pacifico. Avere una collezione di DNA di riferimento e strumenti analitici standardizzati ci consentirà di costruire database che fungono da base per valutare gli impatti di ulteriori minacce, come la pesca con le catture. Questo tipo di informazioni non è attualmente disponibile e fornirà informazioni vitali, utili per agire. per i gestori della fauna selvatica e le forze dell’ordine».
Intervenendo al meeting Cites di Ginevra, Christine Madden Hof, marine species project manager del Wwf Australia, si è detta preoccupata per il fatto che l fatto che la Cites ritarderà ancora le azioni urgentemente necessarie per proteggere le tartarughe embricate: «Sembra che le raccomandazioni per reprimere il commercio illegale di tartarughe marine saranno rinviate fino alla CoP19, che non si terrà fino al 2022. Le tartarughe embricate stanno scomparendo. Esorto i Paesi Cites ad agire, proprio qui e proprio ora, prima che sia troppo tardi. Il Wwf chiede inoltre alle nazioni di aiutare a costruire il database genetico e a utilizzarlo  per combattere il commercio illegale di tartarughe embricate».