Fao e Afd: gestione sostenibile della fauna selvatica per migliorare la sicurezza alimentare nell’Africa australe (VIDEO)
Creazione di nuove riserve comunitarie di conservazione tra Botswana e Namibia per la caccia sostenibile e la conservazione della fauna selvatica
[5 Febbraio 2021]
La Fao e l’A gence Française de Développement (Afd) hanno avviato un progetto da 3,5 milioni di euro per migliorare la gestione sostenibile della fauna selvatica e la sicurezza alimentare nella Kavango-Zambezi Transfrontier Conservation Area, la più grande area di conservazione transfrontaliera terrestre del mondo e all’interno della quale ogni anno migrano mandrie di grandi animali, compresi gli elefanti che qui hanno il 50% della lot ro popolazione africana.
La Fao sottolinea che «In questo territorio vivono anche popolazioni rurali povere, i cui mezzi di sussistenza dipendono dall’agricoltura, dalla pesca e dalla caccia e che non sempre riescono a soddisfare i loro bisogni primari, soprattutto a causa delle piogge irregolari e delle frequenti siccità».
Il nuovo progetto sarà realizzato in collaborazione con i governi di Botswana e Namibia, nell’ambito del Sustainable Wildlife Management Program. «L’obiettivo – spiegano Fao e Afd – è quello di eliminare le minacce derivanti dalla caccia insostenibile in determinate aree, dalla chiusura e dalla frammentazione degli habitat, che impediscono agli animali di accedere alle risorse da cui dipende la loro sopravvivenza, nonché dal bracconaggio e dall’abbattimento degli animali a causa degli antagonismi tra le popolazioni umane e la fauna selvatica».
Secondo Mette Wilkie, direttrice della divisione forestale della FAo, «Il progetto deve portare benefici alla fauna e agli ecosistemi dell’area di conservazione transfrontaliera, rafforzando al contempo la resilienza delle popolazioni locali il cui cibo e reddito dipendono, almeno in parte, dagli animali selvatici».
Il progetto è dedicato a contribuire alla creazione di una rete di riserve di conservazione comunitarie e di organizzazioni locali che parteciperanno alla gestione delle terre collettive, in modo che le risorse naturali siano conservate e utilizzate in modo sostenibile, a beneficio dei mezzi di sussistenza.
La Namibia ha già una rete di ben 86 riserve di conservazione comunitarie che occupano il 20% del suo territorio e dove vivono anche quasi 230.000 persone.
Gilles Kleitz, direttore del Département Transition écologique et gestion des ressources naturelles dell’Afd, sottolinea che «Questo progetto mira a creare una rete efficace di riserve di conservazione comunitarie, che sono note per essere un modo eccellente per combattere la povertà rurale. In Namibia, nel 2018, le riserve di conservazione hanno fornito ai beneficiari diversi vantaggi (reddito, salari e benefici in natura, come la carne) per oltre 10 milioni di dollari. Il loro contributo economico complessivo, che ha superato i 62 milioni di dollari, includea la creazione di oltre 5.300 posti di lavoro in attività o imprese legate alle riserve di conservazione».
Il progetto sarà realizzato, con il supporto di partner tecnici come Wild Entrust Africa in Botswana e il Wwf in Namibia, nella Botswana’s Khaudum -Ngamiland wildlife dispersal area oltre che nella community conservancies della Zambezi Region e intorno al Khaudum National Park.
in Namibia. Un progetto del Sustainable Wildlife Management Programme, con un approccio simile, è già stato attuato in Zambia e Zimbabwe, garantendo l’adozione in tutti i siti di un approccio partecipativo e collettivo basato sui diritti.
Il Sustainable Wildlife Management Programme è un’iniziativa dell’Organisation of African, Caribbean and Pacific States (OACPS) finanziata congiuntamente dall’Unione europea e dal Global Environment Facility francese. In questo quadro vengono sviluppati approcci innovativi, collaborativi e scalabili, il cui obiettivo è quello di preservare la fauna selvatica e proteggere gli ecosistemi, migliorando nel contempo i mezzi di sussistenza delle popolazioni indigene e delle popolazioni rurali che dipendono da queste risorse. Il programma è attuato dalla Fao, dal Centre de coopération internationale en recherche agronomique pour le développement (CIRAD), dal Center for International Forestry Research (CIFOR) e dalla Wildlife Conservation Society (WCS). .
La Fao conclude: «I risultati del progetto contribuiranno allo sviluppo di politiche volte a promuovere la creazione di riserve di conservazione comunitarie, la caccia sostenibile e la conservazione della fauna selvatica e la creazione dei quadri istituzionali e legali necessari per l’applicazione di queste politiche».