Ecco gli eroi del Patrimonio mondiale Iucn

Premiati con gli Heritage Heroes Awards uno scienziato indiano, due pescatori congolesi e due ricercatori russi

[6 Settembre 2016]

Al World conservation congress dell’Iucn in corso alle Hawaii sono stati presentati i risultati del voto mondiale online  che  ha scelto i vincitori degli Heritage Heroes Awards  e primo si è classificato  Bibhuti Lakhar, per il suo impegno per la conservazione del Manas Wildlife Sanctuary dell’India.

Gli Heritage Heroes Awards sono andati anche a Bantu Lukambo e Josué Kambasu Mukura, per il lavoro svolto congiuntamente per la protezione del Parc national de Virunga nella Repubblica democratica del Congo (Rdc), e Yulia Naberezhnaya e Andrey Rudomakha pe la loro attività comune nel Caucaso occidentale russo.

Sostenuto dalla  Mava Foundation e dalla Star Alliance’s Biosphere Connection, l’Heritage Heroes project è gestito dal World heritage programme dell’Iucn  in collaborazione con la World commission on protected areas Iucn.

Bibhuti Lahkar ha spiegato che «Manas è un sito del Patrimonio mondiale ed è anche un bene universale: è nostra responsabilità morale proteggerlo. Io tento solo di fare del mio meglio. Il mio lavoro è basato sulla ricerca e punta anche a rafforzare la prossima generazione e a renderla autonoma grazie all’educazione e a delle opportunità dei mezzi di sussistenza».

Lahkar è uno scienziato molto noto in India ed ha dedicato la vita alla salvaguardia del santuario di  Manas. Esperto in attenuazione dei conflitti tra esseri umani e animali selvatici, ha dimostrato come uomini ed elefanti possono convivere. Ha formato circa 300 giovani perché si impegnino in prima persona nella protezione del Manas Wildlife Sanctuary, 100 dei quali di questi sono guide escursionistiche. Ha anche formato ex bracconieri trasformandoli in sorveglianti della vita selvatica.

Il Manas Wildlife Sanctuary  è stato ritirato dalla Lista del Patrimonio mondiale in pericolo nel 2011, dopo circa 20 anni di conflitti armati. Gkli studi sul terreno di Bibhuti Lahkar sono stati tra i primi a dimostrare che il sito era sulla via del recupero.

Bantu Lukambo ha dichiarato: «Voglio ringraziare l’Iucn per questo premio. Essere riconosciuto come Eroe del Patrimonio mi dà l’energia per continuare il mio lavoro e fare anche di più, perché gli altri possano ammirare quel che faccio e seguire i miei passi».

Lukambo e Josué Kambasu Mukura sono due pescatori del Lago Edward, nella Repubblica democratica del Congo,  e svolgono un ruolo essenziale per proteggere il Parc national de Virunga, fino a mettere in pericolo le loro stesse vite. Il più vecchio parco nazionale africano è esposto a gravi minacce  come il bracconaggio e le pressioni dell’industria petrolifera ed è sulla lista del Patrimonio mondiale in pericolo da 20 anni.

I due eroi congolesi del Patrimonio sono impegnati continuativamente con le comunità locali e si sforzano di dimostrare l’enorme potenziale del Parco come mezzo sostenibile per uscire dalla povertà. Lukambo e Kambasu Mukura chiedono che «i crimini ambientali siano considerati e giudicati come crimini contro l’umanità».

Quando le è stato comunicato di aver ricevuto l’Heritage Heroes Award, Yulia Naberezhnaya  ha dichiarato: «Non mi considero come un eroe.  Sono molto colpita dalle storie degli altri eroi e imparerò molto da loro. Essere riconosciuti come eroi del Patrimonio ci aiuta e  attirerà l’attenzione del mondo sul lavoro che facciamo».

La Naberezhnaya e Andrey Rudomakha lavorano nel Caucaso occidentale russo  e sono stati premiati con gli Heritage Heroes Awards per il loro ruolo dell’attenuazione degli impatti prodotti dalle infrastrutture che minacciano quest’area. Grazie ai loro interventi, hanno bloccato la costruzione di strade e lo sfruttamento illegale di legname ed hanno  vigilato affinché i cantieri legati ai giochi olimpici invernali di Soci del 2014  non danneggiassero i valori universali di questo sito. Attualmente, continuano a sensibilizzare la popolazione sulle pressioni continue dello sviluppo pianificato degli impianti per gli sport invernali, che «danneggiano la natura immacolata del Caucaso occidentale».